In Economia, Libertarismo

DI GARY NORTH

Alcune idee economiche sono sia sbagliate in base ad un ragionamento logico sia non supportate da fatti storici, e quello che per 250 anni si sapeva che fosse errato, viene ancora ritenuto degno di nota. Ciò infastidisce gli economisti.

C’è una sorta di costante quando gli uomini pensano alla propria ricchezza, la quale li convince che quello che hanno visto, più e più volte, nazione dopo nazione, o non è accaduto, o, se è palesemente accaduto, non continuerà.

Una di queste idee è che le tasse sulla vendita delle merci importate aumentino la ricchezza della maggior parte delle persone in una società. Questa è la dottrina secondo cui le tariffe e le quote imposte dal governo arricchiranno in qualche modo le persone. Questo errore venne confutato definitivamente da uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, David Hume, nel 1752. Circa 25 anni dopo, venne confutato in dettaglio da Adam Smith, amico di David Hume, nel suo classico, The Wealth of Nations. Tuttavia, nonostante un accordo quasi universale tra gli economisti e nonostante i ripetuti successi politici nella riduzione dei dazi doganali e delle quote (che hanno portato ad una prosperità crescente in tutto il mondo), c’è ancora uno zoccolo duro anti-economico che sostiene che il governo federale –– ma non gli stati ed i governi locali –– debba aumentare le tasse sulla vendita delle merci importate, altrimenti diventeremo tutti poveri.

Ho scritto molte volte su questo argomento nel corso degli ultimi 45 anni e ho intenzione di scrivere ancora, ma non mi illudo che gli anti-economisti tra di noi possano capire che le tasse sulla vendita delle merci importate non ci renderanno più ricchi. Alcune persone non hanno la capacità intellettuale di seguire una linea di ragionamento economico, inclusi coloro a favore di tasse sulla vendita delle merci importate come pietra angolare della ricchezza umana.

LA MENTALITA’ LUDDISTA

Esiste un altro errore paragonabile a quello dei pro-tasse sulle vendita. Era la convinzione che le macchine rendessero i lavoratori più poveri. Di solito veniva descritta come la filosofia Luddista. Un uomo di nome Ned Ludd (o Lud) ruppe macchine per maglieria in un impeto di rabbia nel 1779. Nel 1811, venne pubblicato un articolo su Ludd. Quando le persone poi iniziarono a distruggere le macchine, vennero chiamati Luddisti.

Chi erano? Erano produttori di merci ben pagati che operavano in mercati ristretti e si indirizzavano a clienti benestanti. Scoprirono di avere meno clienti quando altri produttori cominciarono ad usare macchinari per la produzione di massa di questi beni, aumentandone in tal modo l’offerta. I prezzi si abbassarono. I membri della gilda che per secoli avevano utilizzato il potere politico nelle aree urbane per ottenere il monopolio in mercati specifici, constatarono che la concorrenza nei prezzi di questi nuovi beni stava riducendo il loro reddito. In risposta, distrussero i macchinari. In altre parole, usarono la violenza per conservare il loro monopolio; prima invece usavano il potere politico per raggiungere questo obiettivo.

Il termine “sabotatore” deriva dalla parola francese scarpa, “sabot.” I lavoratori gettavano le scarpe in un macchinario per distruggerlo, riducendo così la produzione di beni altamente specifici. Era considerato un atto distruttivo dalla maggior parte delle persone, ma era chiaramente un beneficio di breve termine per coloro che dovevano fronteggiare la concorrenza delle macchine. Era l’ennesimo caso di violenza contro i proprietari.

Oggi la maggior parte delle persone crede che tale violenza sia moralmente sbagliata, e crede anche che sia economicamente sbagliata. Questo è un vantaggio, infatti c’è un gran numero di persone che ha cominciato a comprendere un principio economico fondamentale: tutto ciò che aumenta l’offerta di beni, e che è anche vantaggioso per il produttore che la promuove, è una buona cosa per la maggior parte dei membri della società.

Il problema è che la filosofia dei Luddisti è ancora tra di noi. E’ particolare, ha a che fare con una critica della robotica. Ci sono ancora persone che hanno poca comprensione della natura economica del libero mercato e del suo rapporto con la prosperità economica. Queste persone sono ostili all’utilizzo di robot in tutti i settori della produzione. Beh, non è del tutto corretto. Accettano la robotica nelle linee tradizionali di produzione, le quali hanno utilizzato i robot per 30 o 40 anni. In altre parole, sono dei tradizionalisti. I bei vecchi tempi erano buoni, cioè quelli di 30 o 40 anni fa. Quei giorni erano migliori rispetto ai giorni di cento anni fa o 200 anni fa.

Tuttavia l’aumento della produttività, che ha introdotto il mondo ai bei vecchi tempi di 40 anni fa, si basava su tecniche di produzione di massa che noi oggi definiremmo robotica. E’ stata la sostituzione delle macchine, che a loro volta si basavano su nuove forniture di energia, che ha consentito al mondo di diventare più ricco. Pensate alle prime invenzioni del XIX secolo, pensate alle ferrovie, pensate al mietitore di grano, pensate alla macchina da cucire. Tutti questi apparecchi hanno sostituito la destrezza manuale. John Henry ha perso la gara per il motore a vapore, e il mondo ne ha beneficiato.

Non importa quante storie si raccontano sullo stile di vita migliore di cui gode il mondo grazie al maggior utilizzo di energia e macchine, la mentalità Luddista è ancora tra di noi. Ci viene detto che l’automazione ci renderà più poveri. Sono 200 anni che va avanti questa storia.

Ma i miglioramenti nel nostro stile di vita sono basati su una quantità maggiore di beni e servizi. Ciò è reso possibile dall’automazione.

Esiste una regola fondamentale dell’economia che non dovrebbe essere ignorata: tutto ciò che può essere fatto da una macchina in modo fruttuoso, dovrebbe essere fatto da una macchina. Perché? Perché il lavoro umano è di gran lunga il capitale più versatile e mobile di tutti. Le persone possono imparare nuovi modi di servire i clienti. Le abitudini acquisite nel tempo possono essere cambiate. Ma per farlo, bisogna affrontare la realtà: tutto ciò che si è fatto prima per guadagnarsi da vivere, può farlo meglio e in maniera più economica una macchina. Le abitudini acquisite nel tempo possono essere cambiate, ma c’è bisogno di inventiva. Si preferiscono sempre le vecchie abitudini, anche perché è possibile che rendessero un guadagno elevato. Ma il progresso economico non ci permette di continuare ad avere un reddito elevato quando ci sono nuovi strumenti che permetteranno ai nuovi arrivati di servire i clienti in maniera migliore e ad un prezzo inferiore.

Il modo in cui l’Occidente è diventato ricco dopo il 1800 lo deve allo spirito imprenditoriale, alla creatività, all’energia a basso costo ed a macchine migliori. Siamo diventati ricchi perché siamo stati in grado di sfruttare la produttività della natura, sotto forma di energia, per mezzo di attrezzature specializzate.

La gente ha poi imparato nuovi modi di servire i clienti. Ha imparato a servirli meglio perché una stupida macchina altamente specializzata, e che non poteva uscire dalla sua routine limitata, aveva sostituito il lavoro umano. I clienti ne hanno beneficiato. Il fatto che i lavoratori specializzati fossero stati sostituiti, ed avrebbero dovuto trovare nuovi modi per servire i clienti, è stato il prezzo della ricchezza crescente di milioni di clienti.

LAVORATORI SOSTITUITI

Il Luddista agisce sempre in nome del lavoratore sostituito, i cui servizi non possono più competere in un mercato libero. Agisce in nome del lavoratore sostituito come se i bisogni di quest’ultimo avessero un qualche tipo di autorità morale che supera i desideri dei clienti alla ricerca di offerte migliori. Suppone che il libero mercato operi a favore del produttore, piuttosto che a beneficio del cliente.

Questa è la logica della gilda. E’ la logica di una persona che non può più competere con la produzione di macchinari in grado di operare giorno e notte proficuamente, con arresti occasionali per le riparazioni. Ogni volta che è possibile sostituire un essere umano con una macchina, e questa azione risulta redditizia dal punto di vista dell’investitore, significa che i clienti saranno serviti meglio dalla macchina. Chi lo dice? I clienti. Comprano la produzione delle macchine.

Perché dovremmo criticare i clienti in nome del lavoratore sostituito, quando quest’ultimo è ora in grado di servire clienti diversi porducendo servizi diversi che i clienti desiderano? Perché dovremmo difendere lo stile di vita del lavoratore, a spese del cliente, che non può più competere con una macchina senza vita?

Ci viene detto che l’automazione ci renderà più poveri come società. E’ un concetto che è stato confutato per 200 anni, ma viene lo stesso promosso oggi in nome del libero mercato. Ci viene detto che diventeremo più poveri come nazione o civiltà, perché ci sarà un flusso costante di nuove attrezzature che aumenteranno la produttività dei produttori.

Ogni volta che qualcuno viene da voi e vi dice che il libero mercato ci renderà più poveri, iniziate a preoccuparvi del suo vero obiettivo. Cercate le persone che rappresenta, seguite il denaro. Se questo approccio non vi mostra nulla di interessante, seguite l’idea fino alla sua origine. Potete stare certi che non è un’idea nuova e che qualcun’altro dieci anni fa o un secolo fa se ne uscì con lo stesso argomento.

Così, il libero mercato ci renderà più poveri. Perché? Perché consentirà alle persone creative di servire meglio i clienti. Per i produttori esistenti, che non sono in grado di competere con i nuovi metodi di produzione, rappresenta un grosso problema. E’ sempre in nome del produttore, nello specifico il produttore sostituito che non può più competere efficacemente, e non in nome del cliente. Eppure valutiamo la ricchezza pro capite attraverso qualunque cosa possiamo comprare, e quando ne possiamo acquistare di più con il nostro reddito, siamo più ricchi e stiamo meglio.

Eppure i Luddisti sostengono che, come clienti, siamo illusi. Stiamo prendendo decisioni a breve termine quando compriamo in base alle offerte migliori. Giudichiamo la nostra situazione economica mediante quello che possiamo comprare. Ci viene detto che dovremmo prendere le nostre decisioni in modo da impedire che vengano alla luce nuovi metodi produttivi, nonostante siano destinati ad aumentare il nostro reddito reale (potere d’acquisto). Ci viene detto che l’aumento del reddito reale è una responsabilità terribile. Ci renderà più poveri.

Pensate che stia scherzando? Leggete questo:

La combinazione di robot ed energia elettrica a basso costo potrebbe aprire una nuova fase di redditività per le imprese — e, naturalmente, per i proprietari dei mezzi di produzione. Quello che è meno probabile, tuttavia, è che tale rivoluzione sia sostenibile.

Perché a differenza della Rivoluzione Industriale, che ha fornito potenti BTU sotto forma di carbone per aumentare il lavoro umano creando così una marea di profitti e salari maggiori, una rivoluzione robotica promette di rifornire il mondo a scapito del lavoro umano.

Molti pensatori che attualmente stanno scrivendo su questo argomento, credono che una forza lavoro privata maggiormente di potere d’acquisto, ma avendo un crescente accesso alle merci a basso costo, diventerà in generale più ricca. Non voglio dire che sia sbagliato, ma ammetto che sembra improbabile.
Improbabile? Dove sono le prove? Eccole:

Nel corso degli ultimi 30 anni, gli americani sono stati inondati da merci a basso costo e da deflazione nella maggior parte dei prodotti fabbricati all’estero. Per caso tutto questo ci ha reso più ricchi? Perché questa è la posizione standard di molti economisti.

Il mondo sviluppato ha imparato negli ultimi dieci anni che un’offerta costante di beni più economici e di produzione straniera non garantisce la prosperità. Che impatto avranno (forse solo moderato) le merci a poco prezzo se accoppiate con un calo dell’occupazione (lavoro umano sostituito dalle macchine)? Se non siamo in grado di trovare un impiego per il lavoro umano sostituito, staremo peggio.
Questa è la mentalità Luddista. E’ impermeabile alla logica economica ed alla comprensione storica.

Pensate a questa linea di ragionamento. Ciò significa che il libero mercato, come ordine sociale, agisce contro gli interessi dei clienti. Sin dal 1980 i clienti di tutto il mondo hanno aumentato l’acquisto di beni e servizi. Perché? Perché, come produttori, hanno aumentato il numero di beni e servizi. La produzione ha creato domanda. L’unico modo per cui chiunque può entrare nel mercato e comprare beni e servizi è perché li ha prodotti, o i politici hanno tassato le persone produttive e poi hanno dato il denaro a gruppi privilegiati. In ogni caso, senza una produttività precedente, non ci può essere nuova domanda. O per meglio dire, “Non si può ottenere qualcosa in cambio di niente.”

Il ragionamento Luddista si basa su questo assunto: le persone che agiscono nel loro interesse acquistando prodotti a basso costo, agiscono in realtà contro gli interessi della nazione. Questo era il ragionamento dei mercantilisti nel tardo XVII secolo, ed è proprio questo che criticò Adam Smith in The Wealth of Nations. Questa è l’essenza di tutti i sistemi di interferenza del governo nell’economia: viene affermato che i politici sanno meglio ciò che è bene per la nazione; viene affermato che i clienti, che agiscono individualmente per perseguire i propri fini nel modo più economico possibile, sono totalmente fuorviati. Come individui prendono decisioni che mettono in pericolo la propria ricchezza. Questa è l’essenza del ragionamento collettivista, ed anche di quello Keynesiano. E’ l’essenza di tutte le forme di interventismo del governo: viene affermato che gli individui, responsabili per la gestione della loro ricchezza, sono ciechi a quale sia il bene per la società. In altre parole, il libero mercato, consentendo ai singoli di possedere questo tipo di autorità indipendente, porta ad una situazione in cui la stragrande maggioranza delle persone starà peggio. In breve, la libertà economica è auto-distruttiva.

Mi sorprendono coloro che hanno opinioni simili, ma pensano di essere commentatori di libero mercato. Queste opinioni sono in contrasto con tutta la teoria economica di libero mercato degli ultimi 250 anni. Eppure chi propugna tali opinioni lo fa in nome della libertà economica. Quello che sorprende ancora di più sono i lettori, credendosi anch’essi sostenitori dei principi di libero mercato, tanto ingenui che prendono sul serio tali argomenti.

È per questo che gli economisti si irritano. Nonostante tutti i loro sforzi, ci sono segmenti del movimento conservatore incapaci di seguire un ragionamento economico e che ricorrono al mercantilismo, come dice la Bibbia, come un cane ritorna sul suo vomito.

CONCLUSIONE

La mia speranza è che gli elettori ignoreranno questa linea di ragionamento. Ci sono sempre politici pronti a raccogliere fondi da alcune gilde di imprenditori sull’orlo della sostituzione. Questi ultimi vogliono che la loro presa sul mercato sia ferma, e sono pronti a chiedere al governo di mandare persone con pistole e distintivi affinché impediscano a produttori efficienti di fare offerte ai clienti.

La minaccia più grave, tuttavia, è intellettuale. Questa linea di ragionamento indebolisce la speranza nel futuro. Se il mercato libero è auto-distruttivo, poiché la finalità dell’interesse individuale è distruttiva, allora non possiamo fidarci della libertà. Inoltre, non possiamo legittimare la speranza nel futuro. Due secoli di libertà economica nel 1800 ci hanno reso ricchi oltre ogni immaginazione. Ma ci viene detto che non può durare. Stiamo arrivando alla Grande Inversione. La libertà economica non produrrà più la cornucopia. Perché no? Perché il perseguimento degli interessi individuali senza coercizione è quello che i collettivisti hanno sempre detto: una trappola e un’illusione.

Conclusione: abbiamo bisogno di maggiori funzionari governativi con distintivi e pistole affinché impongano restrizioni sugli interessi individuali, vale a dire, sul desiderio di fare un buon affare.

Io non me la bevo. Il prezzo è troppo alto.

Traduzione di Francesco Simoncelli

Recommended Posts
Showing 6 comments
  • ggg

    x paolo
    sei un idiota
    ecco il perchè:
    “se uno lavora e ha più beni e servizi allora va dallo psicologo e non ha tempo per goderseli” è una frase cretina.

    1) Uno fa quello che vuole, anche andare dallo psicologo, impedirgelo con la forza non giova a nessuno.
    2) se uno vuole più cose e le ottiene non crea povertà ma ricchezza e soprattutto fa quello che vuole nella sua vita, insegue i suoi sogni e i suoi desideri. Impedire ad una persona di vivere come desidera non crea ricchezza nè felicità.
    3) il fatto di non avere tempo per gderseli è una tua idea. Sei tu che non sai vivere appieno la vita, non gli altri.

  • myself

    “” Il nostro stile di vita migliora se abbiamo il tempo di dedicarci alle nostre passioni, se abbiamo la possibilità di stare con i nostri cari, se abbiamo la possibilità di nutrire il nostro cervello attraverso la cultura, se possiamo praticare attività sportiva o dedicarci a noi stessi ed allo stesso tempo avere tutto ciò che ci serve per vivere: un tetto sopra la testa e due pasti al giorno.
    Come migliorerebbe la nostra vita attraverso quantità maggiore di beni e servizi? “”

    Migliorerebbe esattamente perchè avremmo più tempo di dedicarci alle nostre passioni, più possibilità di stare con i nostri cari, di nutrire il cervello con la cultura, di fare sport… queste cose sono impossibili se devi lavorare dal mattino alla sera e se non hai tutta una serie di beni e servizi.

    “” Lavorare dalla mattina alla notte (magari un bel lavoro alienante e sottopagato perchè i prezzi di vendita delle merci diminuiscono…………..quindi…….) per poterci permettere tutte queste belle cose e poi finire ad affollare le agende di appuntamenti di Psichiatri e Psicologi? Avere un modo di ignoranti che guardano programmi da dementi sulle televisioni ed hanno come idoli cialtroni come Fabrizio Corona o Lapo Elkann? “”

    Stai confondendo il progresso economico e tecnologico con il consumismo… i dementi che oggi guardano Corona sarebbero stati dementi anche 100 anni fa e avrebbero seguito gli analoghi pettegolezzi di paese. In compenso 100 anni fa le persone volenterose di imparare avevano molti ostacoli all’accesso al sapere, mentre oggi con la possibilità di comprare un computer a basso prezzo chiunque può informarsi riguardo qualsiasi campo.

  • Paolo

    “I miglioramenti del nostro stile di vita sono basati su una quantità maggiore di beni e servizi.”
    Folliaaaa!!!!!!!
    Il nostro stile di vita migliora se abbiamo il tempo di dedicarci alle nostre passioni, se abbiamo la possibilità di stare con i nostri cari, se abbiamo la possibilità di nutrire il nostro cervello attraverso la cultura, se possiamo praticare attività sportiva o dedicarci a noi stessi ed allo stesso tempo avere tutto ciò che ci serve per vivere: un tetto sopra la testa e due pasti al giorno.
    Come migliorerebbe la nostra vita attraverso quantità maggiore di beni e servizi?
    I-Phone versione 12???
    50 paia si scarpe???
    10 giacconi???
    La playstation???
    L’abbonamento a sky???
    I Videopoker???
    Comprare un manufatto e buttarlo dopo un anno per comprarne uno nuovo?
    Lavorare dalla mattina alla notte (magari un bel lavoro alienante e sottopagato perchè i prezzi di vendita delle merci diminuiscono…………..quindi…….) per poterci permettere tutte queste belle cose e poi finire ad affollare le agende di appuntamenti di Psichiatri e Psicologi? Avere un modo di ignoranti che guardano programmi da dementi sulle televisioni ed hanno come idoli cialtroni come Fabrizio Corona o Lapo Elkann?
    Purtroppo la maggiore disponibilià di beni e servizi ci ha ridotto così, piaccia o no questa è la situazione.
    Con rispetto, Paolo

    • leonardofaccoeditore

      Anche il proprio tempo libero è un bene!

    • nico

      Non penso sia una follia. Prova ad andare a vivere in mezzo al deserto. Vedrai quanto tempo libero hai e come ti piace impiegarlo (a cercare da bere e mangiare).
      Il consumismo è una degenerazione imposta, a mio avviso, dal fatto che vieni comunque depredato di buona parte del tuo reddito, quindi sei costretto (o ti costringono a correre).

    • [email protected]

      No no! Non è la disponibilità di beni e servizi che ci ha ridotto così, è la quantità superflua unita all’impressione di onnipotenza derivante dal contrarre debito a basso costo. Questo è stato possibile perché il mercato non è libero: la prima gravissima anomalia che ne deriva è la moneta fiat, altera il valore reale delle cose, incentiva investimenti che poi si rivelano fallimentari, a grandi livelli poi questi fallimenti nei fatti non avvengono neppure, perché gli stati non lo permettono. È il debito e la moneta che ci hanno ridotti cosi. Se un’imprenditore investe soldi che ha effettivamente guadagnato, o soldi che abbiano un valore e di conseguenza un costo adeguato (interessi), sarebbe molto più attento nel cercare un ritorno economico, di sicuro produrrebbe solo ciò che il mercato gli assorbe, per fare ciò dovrebbe produrre meglio, perché sa che se non vende e non ha margine, fallisce.
      Ma visto che ora le cose non stanno così, visto che per qualsiasi difficoltà un’azienda, specialmente se grossa, si rivolge allo stato, perché dovrebbe preoccuparsi più di tanto di stare sul mercato traendo utili solo da questo?
      È l’assenza di un mercato libero il problema, non giova né all’impresa né al dipendente. Non giova a nessuno, a parte gli psicologi ovviamente.
      Un saluto .

Start typing and press Enter to search