In Anti & Politica, Economia

DI LEONARDO FACCO

Se l’Unione sovietica è durata settant’anni, è solo perchè lo Stato non è mai riuscito a debellare il mercato nero, ovvero la voglia di intraprendere (per quel che si poteva) e scambiare liberamente (per quel che si riusciva) dei sudditi del regime. Se il Soviet supremo fosse stato capace di cancellare ogni libera interazione tra individui, l’URSS sarebbe implosa molto prima.

Nelle democrazie occidentali, a furia di legiferare, regolamentare e  tassare il controllo del Leviatano sulle nostre vite è asfissiante. Nulla si può fare senza che sia il legislatore a prevederlo. A prescindere, insomma, tutto è vietato. Ora – con la scusa dell’evasione fiscale sempre in voga – il Grande Fratello ha in animo di ridurre ancora di più la libera circolazione del contante. Oggi, grazie a Mario Monti, in banconote non è possibile pagare qualcosa che costi più di 999 euro.

Come nell’ex Unione sovietica, però, il mercato trova sempre una soluzione, anche se – purtroppo – essa è accessibile solamente a chi può permetterselo. Il meccanismo geniale col quale fottere lo Stato me lo ha descritto un amico. Di seguito, ve lo riporto, come da suo racconto.

“Oggi ero in una centralissima via di Milano, ero in coda davanti a Tiffany. La crisi c’è ma solo nel 95% delle famiglie. I ricchi e benestanti ci sono sempre e i saldi non si possono perdere! Ero appunto in coda per entrare nel negozio e accanto a me c’era un giovane di colore, alto 1,85, sui 25 anni, che parlava (in un italiano molto stentato) con una coppia di distinti signori milanesi di una certa età; al polso aveva un orologio Rolex d’oro, indossava un abito estroso di Dolce e Gabbana e sulle spalle aveva un cappotto di cashmere. Eravamo lì in coda da un po’, così a un certo punto è scappata la domanda se si trovava bene a Milano. Alì, questo il suo nome, in un italiano veramente pessimo, mi ha raccontato d’essere marocchino e che due anni fa è arrivato in Italia con il gommone. Per circa un anno si è arrangiato come poteva, vendendo abiti sulle spiagge e facendo qualche lavoretto qua e là. A quel punto io, sempre piu’ sorpreso, gli ho chiesto: “MA ORA CHE LAVORO FAI?” Lui mi dice che lo scorso anno, a Pasqua, si trovava a lavorare a Portofino come lavapiatti. Mentre passeggiava è stato avvicinato da una distintissima signora che gli ha chiesto un favore. Avrebbe dovuto entrare con lei in un negozio di abbigliamento e fingere di pagare, per lei, gli abiti in contanti, mostrando il suo passaporto marocchino. Lui infatti è residente fiscale in Marocco e quindi non ha la limitazione del contante a 1000 euro. IN PRATICA, MI DICE ALI’, DA QUEL GIORNO HO CAMBIATO VITA E LAVORO. ACCOMPAGNAI – CONTINUA ALI’ – LA SIGNORA IN TRE BOUTIQUE, PAGAI IN CONTANTI 29.000 EURO (IN TOTALE) E RICEVETTI 1000 EURO DI MANCIA… Alì – continua la storia – che non è uno stupido (in Marocco gli mancavano due esami alla laurea, quando andò via), mi ha confidato che da allora ha deciso di FARE IL PERSONAL SHOPPER per gente ricca a Milano e Roma (o dove lo chiamano). Ha aperto un sito internet e un profilo su facebook. Chatta su twitter raccontando gli ultimi acquisti fatti per conto terzi (ovviamente in rete ha un nome differente e usa un cellulare prepagato che cambia ogni settimana). Per non dare nell’occhio – in quanto spenderebbe troppo, da solo – ha assunto una decina di marocchini che gli forniscono di volta in volta il loro passaporto e così le spese possono essere fatte in grande quantità. La cosa “divertente” è che poi, una volta finito lo shopping, riesce a recuperare l’iva in quanto è cittadino straniero e gode del recupero delle tasse. Solitamente, di questo extra, fa a metà con chi lo assume. Alì mi ha confidato che lo scorso Natale ha guadagnato in pochi giorni circa 30.000 euro. Se continua così, entro tre anni potrà tornare in Marocco, comprarsi una villa, un piccolo ristorante… e via! CERTO CHE SEI STATO FURBO, GLI HO DETTO IO! E LUI, GUARDANDOMI SORNIONE: ” CARO AMICO…IN REALTA’ IO DEVO RINGRAZIARE TUTTO IL GIORNO IL VOSTRO PREMIER MONTI E IL SIGNOR BEFERA. Senza di loro io sarei a fare lo sguattero a 500 euro al mese”. Invece ora ho un futuro, potrò sposarmi, avere dei figli e tutto grazie a MONTI E BEFERA. L’Italia, mi dice Alì, è veramente una terra che ti offre mille opportunità… BASTA SAPERLE COGLIERE. Altro che l’America! I sacchetti regalo dei due signori milanesi sono già belli pesanti, così Alì li aiuta a trasportarli. Tiffany è l’ultimo negozio, devono acquistare un paio di bracciali in oro per regali alle due figlie. Gli ultimi 12.000 euro e poi a casa”.

Come ha scritto Giacomo Consalez, “comprare qualcosa, pagando con banconote o monete è una delle cose più normali di questo mondo. Eppure in Italia c’è chi vuole farlo passare per un comportamento addirittura incivile”, con i risultati di cui sopra.

Morale della storia di Alì? Lasciamola a Sant’Agostino: “La coercizione dei sovrani è sempre espressione di una superbia contraria alla virtù. Quando qualcuno vuol dominare su chi per natura gli è uguale, la sua superbia si fa intollerabile”. E da cotanta superbia ci perde sempre la libertà, si avvantaggiano sempre i pochi a discapito dei molti, i furbi a discapito degli onesti, quelli che nulla hanno da perdere a discapito di chi ha sempre qualcosa da nascondere. Ed essendo io un modesto anarchico – per dirla con Borges – ho avuto la dimostrazione dalla storiella di cui sopra che è sempre meglio credere nell’individuo che nello Stato!

Tratto da www.lindipendenza.com

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Showing 13 comments
  • Raffaele

    Assolutamente si sig. Tosi, non illecita direbbe qualcuno, ma in nero si ….. e quindi illecita ;-)!!!
    Perché altrimenti si pagherebbe tutto con la carta…. molto più semplice e sbrigativa e con meno rischi di essere derubati.
    Ma derivando il contante da profitti avvenuti nello stesso modo…cioè in contanti e quindi non dichiarati…sarebbe quanto meno da sprovveduti pagare con una carta dimostrando un tenore di vita superiore a quello dichiarato.
    Che poi la tassazione in questo paese sia vessatoria… e che prima di dover dar di conto noi privati debba essere lo stato a farlo uqesta è un’altra storia….
    Abbiamo bisogno dei giudici per sapere il modo disgustoso in cui viene sprecato…. rubato…. il denaro pubblico derivante dalle tasse da noi pagate.
    IL nero non dovrebbe esserci, così come la corruzione nei governi…. ma essendoci la seconda non lamentiamoci troppo se c’è la prima e viceversa…… come ha detto Bisio a San Remo….. i politici sono lo specchio di chi li vota!!!!!!

  • tosi vittorio

    ma allora vuol dire in questo caso che questi soldi con cui si paga nei negozi da parte di queste persone facoltose e’ tutto denaro di provenienza illecita o frutto di evasione?

  • digge

    “se l italia si regge ancora è grazie al mercato nero ed all evasione fiscale che sono in grado di sottrarre ricchezza alla macchina parassitaria dello Stato per indirizzarle invece verso attività produttive”
    in questo caso l attività produttiva avverrà in un altro paese quello di Ali chiaramente a nostre spese…

  • Puffo

    Io so mantenere il mio cash al riparo e la mia privacy negli acquisti senza tirarmi appresso un extracomunitario zeppo di contante come un drug dealer. Ma per chi ne avesse bisogno visto che Alì:

    “Ha aperto un sito internet e un profilo su facebook.”

    fornisca il link del nostro amico ai suoi lettori che potrebbero averne bisogno. Magari, vista la diffusione di personal shopper extra-ue, aggiunga anche po’ di suoi colleghi (tante volte Alì fosse oberato di lavoro).

    Con sitma,
    Puffo

  • Puffo

    Già perché il contante appare dal nulla. Come se una signora che tira giù 10.000 euro cash dal conto corrente non venisse segnalata all’UIC e alla GdF per sospetto riciclaggio.
    Certo può sempre mantenere la privacy prelevando con una Visa Gold appoggiata su un conto estero, mandando la mattina il suo “Personal Teller” a svuotare il primo bancomat sotto mano a colpi da 250 euro (sic!). Ma a questo punto perché non pagare DIRETTAMENTE con una Visa Gold o meglio ancora una Corporate Card che addebita il conto estero?

    Bisogna essere abbastanza morti di fame per non capire che la storiella è allegorica.

    • leonardofaccoeditore

      allegorico è lei, che non ha idea di come si fa ad avere contante disponibile, non a caso si firma PUFFO.

  • nicola

    DOMANI CHIEDO LA CITTADINANZA ALBANESE, AAAAAAAH

  • Marco Tizzi

    Mitico Alì, questa cosa è geniale.
    Vivere della follia degli Stati è davvero una metafora dei nostri tempi.

  • myself

    Questa storia mi sembra inverosimile. Non capisco perchè una ricca signora non abbia un bancomat o una carta di credito e preferisca pagare in contanti per mezzo di un immigrato.

    • Marco Tizzi

      ahahahaahahahhahahaahhahahahahahahhahahahahha
      Lo dice sul serio o scherza?

    • fabio

      non è una questione di soldi ma di nomi e cognomi e di privacy

      Ed è la stessa questione che inchioda gli accordi bilaterali con la svizzera: la germania ed altri hanno preso i soldi e chiuso, all’italia i soldi non interessano, VUOLE I NOMI ! le banche svizzere hanno invece quel problemino costituito dai contratti di riservatezza sottoscritti coi correntisti, ed in uno stato dove i contratti valgono davvero, non sono carta straccia come qui da noi, questi sono problemi seri per gli stati dittatoriali come quelli europei.

      Per capire quell’ottica di serietà e sovranità dei contratti, che io condivido in pieno ed auspico, invito a riguardare il film della walt disney La Sirenetta, dove la piovra cattiva oppone al re sovrano degli oceani un contratto regolarmente firmato che anche lui, il sovrano, non può violare !!

      Non contratti collettivi, non contratti sociali, niente roba tipo costituzione italiana o europea o altre cazzate neanche mai votate.

  • Roberto

    Ci vorrebbe una rubrica dedicata a casi come questo; una serie di esempi di come l’iniziativa individuale riesce ad avere la meglio sulle assurdità di burocrati e parassiti.

    • leonardofaccoeditore

      CI STO LAVORANDO… CHISSA’

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