In Anti & Politica, Economia

giuliano-amato-151861DI MATTEO CORSINI

“E’ falso che io percepisco una pensione di 31mila euro al mese. E’ una notizia che serve solo per farmi del male. I 31mila euro di cui si parla cumulano la pensione con un vitalizio che ogni mese destino ad attività di beneficenza: la mia pensione è di 22mila euro lordi che al netto diventano 11500 euro. Una pensione non bassa, ma il problema dell’Italia non è che esistono pensioni da 11mila euro, ma che ci sono persone che a prescindere dal loro merito sono schiacciate ai livelli più bassi”. (G. Amato)

Giuliano Amato, che torna periodicamente in auge quando bisogna dar vita a un governo emergenziale (sic!), ha tenuto a prendere le difese del proprio trattamento pensionistico. A suo parere, quella dei 31mila euro al mese di pensione è una falsità che serve solo a fargli del male. Devono esserci davvero delle persone cattive in giro per prendersela con un povero signore anziano e indifeso. Secondo Amato, la falsità sarebbe dovuta al fatto che 31mila euro sono lordi e per di più sono la risultante del cumulo di pensione e vitalizio. Al netto delle somme date in beneficenza e delle imposte trattenute alla fonte, a lui vanno in tasca 11500 euro al mese.

Prendendo per corretti i numeri forniti dal diretto interessato, la storia dei 31mila euro a me continua a non sembrare affatto falsa (pubblicata per la prima volta in un libro di Mario Giordano). Che quei 31mila euro siano spesso stati considerati, anche per motivi di semplicità, come pensione invece che come cumulo tra pensione e vitalizio, francamente non mi pare cambi la sostanza: ogni mese, al lordo di imposte, il pensionato Giuliano Amato percepisce 31mila euro. Né fa una grande differenza sapere che il vitalizio viene devoluto in beneficenza. La cosa sicuramente è lodevole, ma non cambia il lordo complessivo mensile di 31mila euro.

Ciò detto, Amato riconosce, bontà sua, che gli 11500 euro che gli restano ogni mese dopo le trattenute e le somme devolute in beneficenza rappresentino “una pensione non bassa”. Subito dopo, però, si lancia in un esercizio di “benaltrismo”, sostenendo che il problema dell’Italia non sono le pensioni da 11mila euro, “ma che ci sono persone che a prescindere dal loro merito sono schiacciate ai livelli più bassi”.

Posto che parla di questo problema come uno che non sia mai stato né ministro, né presidente del Consiglio e non abbia mai neppure sentito parlare di roforma delle pensioni, a me il “benaltrismo” di Amato non convince affatto. Anch’io penso che non necessariamente una pensione elevata sia un problema. Lo è, però, se non è finanziariamente coerente con quanto chi la percepisce ha versato a titolo di contributi previdenziali durante la propria vita lavorativa. Si tratta di un problema presente nel sistema retributivo, quello utilizzato per calcolare l’assegno mensile di tutti coloro che sono andati in pensione finora. Essendo la pensione calcolata sulla base dei redditi percepiti negli ultimi anni di lavoro, l’assegno risulta non coperto finanziariamente (soprattutto) per coloro che hanno avuto un’impennata nella retribuzione percepita nell’ultimo quinquennio di lavoro. Questo in linea di principio vale sia per chi percepisce mille euro al mese, sia per chi ne percepisce 10mila o più. A ciò si aggiunge che a lungo si sono mandate in pensione persone che non avevano ancora compiuto 50 anni.

Il problema delle pensioni finanziariamente insostenibili derivanti dal sistema retributivo potrebbe essere risolto piuttosto semplicemente dal punto di vista tecnico. Si tratterebbe, però, di incidere sui cosiddetti “diritti acquisiti”, e si sa che finora nessuno ha voluto farlo. Ogni riforma pensionistica ha sempre colpito chi in pensione doveva ancora andarci, e più lungo era l’orizzonte lavorativo residuo, più pesanti erano gli impatti, anche se all’apparenza i più colpiti sembravano essere coloro che stavano maturando i requisiti per andare in pensione e si vedevano allungare di qualche anno l’uscita dal lavoro.

Ci troviamo, quindi, in una situazione in cui molte pensioni, a prescindere dall’importo, sono di fatto solo in parte un trattamento previdenziale, essendo per la restante parte un trattamento assistenziale. Questo è l’effetto di aver dato luogo negli anni 60 e 70 del secolo scorso a sistemi previdenziali che erano in tutto e per tutto degli schemi Ponzi. Nel caso di Amato, poi, va detto che il grosso di quei 31mila euro deriva con ogni probabilità da trattamenti ricevuti come parlamentare, ministro e presidente dell’antitrust. Di fatto, come era a carico dei contribuenti ciò che percepiva mentre svolgeva quelle attività, lo è anche ciò che percepisce adesso.

Ci vuole un bel coraggio a lamentarsi sostenendo che chi ne parla lo fa solo per fargli del male.

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Showing 2 comments
  • fabio

    all’Agenzia delle Entrate che mi contestava evasione fiscale ho provato a rispondere che in realtà devolvevo tutti quei soldi in beneficenza…. non glien’è fregato un bel niente!

  • Davide

    Il signore è quello che fece prelevare durante la notte dai conti correnti degli italiani parte dei loro risparmi??????

    Lui si lamenta??????

    Uno potrebbe percepire anche 100000 euro al mese, dipende cosa ha versato.
    La differenza è questa:
    Depardieu ad esempio vende la propria professionalità, il mercato deciderà attraverso scelte individuali se andare a vedere il film.
    Così l’imprenditore che produce qualsiasi oggetto o servizio.

    Ma lui cosa ha prodotto??????
    Niente!

    Lo stato si inventa delle cariche istituzionali che spesso non servono a nulla.
    Obbliga i cittadini che lavorano e producono “su domanda e offerta” a pagare attraverso i loro contributi lo stipendio del politico, l suoi contributi.

    Quindi loro decidono quanto vale il loro servizio, quanto lo devi pagare per quanto tempo……….
    Loro non il mercato in base al rapporto domanda-offerta.
    Anche perché non offrono nulla, non creano economia servizi, beni, posti di lavoro.
    Sono li a coprire ruoli inutili ed obbligare la gente a pagargli i contributi.
    Del resto chi lavora sul mercato potrebbe fare a meno del politico, mentre Lui non potrebbe fare a meno di chi lavora produce e paga le tasse.

    Poi cosa dice:
    Che lui merita la pensione che prende…………
    Ed il problema è che molti vengono schiacciati.

    Bene se molti vengono schiacciati è per mantenere gente come lui o aziende fallite statali dove gente come lui percepisce stipendi e contributi decise da quelli come lui.
    Insomma se la fanno e se la dicono, “come questo governo tra Presidente e Governo” io voto te e tu voti me e poi io voto lui e lui vota altro e poi……………..
    Alla fine è la democrazia no????????

    io vorrei sapere questo politico cosa ha prodotto, quali servizi, posti di lavoro,
    mezzi premiati dalla volontà del libero mercato?

    Niente di tutto ciò, ha obbligato gli italiani a pagare la sua pensione.
    Poi vanno in televisione a fare quelli che sanno di economia…….

    Si quella “SOVIET”.

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