In Anti & Politica, Economia

YellenFEDDI MATTEO CORSINI

“C’è una bolla nei prezzi delle case che potrebbe sgonfiarsi e, nel caso, cosa ciò potrebbe significare per l’economia nazionale? Cosa dovrebbe fare la politica monetaria prima che ciò accada? Fortunatamente c’è un’ampia letteratura relativa alle bolle sui prezzi delle attività e sulla politica monetaria”. (J. Yellen)

Ancorché abbia ribadito concetti simili anche nella recente audizione davanti ai parlamentari statunitensi per “guadagnarsi” la nomina alla presidenza della Fed, queste parole di Janet Yellen, attuale vice presidente della Fed e futuro presidente, risalgono a un suo discorso del 21 ottobre 2005, quando era presidente della sede di San Francisco della stessa banca centrale americana. L’intervento di Yellen aveva l’eloquente titolo “Housing Bubbles and Monetary Policy”.

All’epoca la bolla era ancora in fase di gonfiamento ed erano una minoranza gli economisti che sostenevano che la Fed stesse passando da una bolla all’altra. In altre parole, l’espansione messa in atto per tamponare lo scoppio della bolla sulla cosiddetta “new economy” aveva (con)causato un boom di credito facile e aumenti dei prezzi delle case. Qualcuno aveva, per la verità, sostenuto che ciò fosse proprio quello che la Fed avrebbe dovuto fare (per esempio Paul Krugman, nel 2002). Janet Yellen era dell’avviso che la politica monetaria non dovesse essere utilizzata per sgonfiare le bolle e, dalle sue parole, appare evidente che riteneva che la banca centrale non avesse alcuna responsabilità nella formazione stessa delle bolle. Nello spiegare come, a suo parere, la politica monetaria dovrebbe essere condotta in relazione alle bolle, Yellen sosteneva che le domande da porsi sono tre: “A mio parere, ha senso organizzare il ragionamento attorno a tre domande consequenziali… Primo, qualora la bolla si sgonfiasse autonomamente, avrebbe effetto molto significativi sull’economia? Secondo, è improbabile che la Fed potrebbe mitigarne le conseguenze? Terzo, la politica monetaria è lo strumento migliore da utilizzare per sgonfiare una bolla?” Queste le risposte che lei stessa dava: “In risposta alla prima domanda sulle dimensioni dell’effetto, potrebbe essere grande abbastanza… ma l’economia sarebbe probabilmente in grado di assorbire lo shock.”

In sostanza, secondo Yellen l’effetto di uno sgonfiamento (credo non sia un caso che non lo definisca mai scoppio) sarebbe stato assorbibile per l’economia. Ovviamente lo scoppio di una bolla non comporta l’estinzione del genere umano, ma credo che sia abbastanza evidente che Yellen stesse sottovalutando la portata del fenomeno, come risulta anche dalla lettura delle risposte alle altre due domande. Ancora Yellen: “In risposta alla seconda domanda… il rallentamento della spesa che verrebbe provocato sarebbe probabilmente graduale, riguardando essenzialmente la ricchezza immobiliare… Pertanto l’impatto di una riduzione graduale della spesa potrebbe ben essere contrastato da una politica monetaria accomodante.” Qui mi mare che Yellen non abbia tenuto in dovuta considerazione che l’aumento dei prezzi delle case era accompagnato da una notevole espansione del debito. In buona sostanza, chi comprava case lo faceva indebitandosi pesantemente (e la Fed non era esente da responsabilità per questo aumento del debito). Spesso la contrazione di un mutuo serviva a finanziare non solo l’acquisto dell’immobile, bensì ad aumentare i consumi. Una riduzione dei prezzi degli immobili avrebbe mandato “sott’acqua” una moltitudine di debitori, generando insolvenze a catena. Però secondo Yellen la cosa sarebbe stata “graduale” e avrebbe potuto essere contrastata da una politica monetaria accomodante. Infine, ecco la risposta alla terza domanda: “In risposta alla terza domanda se la politica monetaria sia lo strumento migliore per sgonfiare una bolla… è possibile che altre strategie, come una supervisione più stringente o cambiamenti nella regolamentazione finanziaria sarebbero non solo più adatte, ma anche meno costose per l’economia.”

Indubbiamente la regolamentazione, soprattutto laddove rimuova la disciplina di mercato e incentivi l’azzardo morale, rappresenta una concausa della formazione delle bolle. Ma Yellen esclude che la politica monetaria sia lo strumento migliore per sgonfiare una bolla. Ovviamente questo fa il paio con l’assunzione, implicita nel suo modo di approcciare la questione, che la banca centrale non sia per nulla responsabile della formazione stessa delle bolle. Non resta, quindi, che aspettare lo scoppio della prossima, e vedere poi la Fed allagare ancora di più il mercato di soldi creati dal nulla. E credo che sarà sempre peggio.

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