In Anti & Politica, Economia

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Nota di Rischio Calcolato: la parte più bella nel mestiere di blogger quella  di creare comunità di persone intelligenti e in buona fede che commentano e magari poi si conoscono attraverso il sito. A volte i commenti stessi sono dei post di prima categoria e questo è senza dubbio il caso dell’utente alexzanda. Le domande che facevo nel post La Rivoluzione Silenziosa (L’altra Faccia di #9dicembre ) erano queste:

Cari Commercialisti, che diavolo sta succedendo?

Siamo davvero alla rivolta fiscale, o meglio no. Neppure una rivolta, ma al momento di una scelta, cioè se indebitarsi con le banche o pagare le tasse, oppure se mangiare o pagare le tasse. Perchè questa sarebbe la vera rivoluzione. La fine dei giochi.

Rispetto all’anno scorso, quale è la percentuale di imposte e tasse dovute ma NON versate dai vostri clienti al Dicembre?

Consiglio a tutti di leggere con estrema attenzione.

Ecco la risposta di alexzanda, che vale la pena di riportare:

Confermo da commercialista che qualcuno inizia a non pagare, più perchè non ce la fa che per ribellione.

In genere iniziano cercando di salvare i dipendenti, pagando i loro stipendi piuttosto che le tasse, pensando di recuperare e ravvedere i versamenti omessi, poi quando le omissioni diventano troppe non ce la fanno più e si ritrovano fregati: chi ha qualcosa intestato lo perde irrimediabilmente (ed automaticamente come detto daSvicolone61).

I più cercano almeno di evitare il penale ma dopo un pò, quando l’arretrato di iva e contributi è diventato troppo grande e irrecuperabile, si rassegnano, e allora si entra in un nuovo stadio, l’imprenditore ha perso tutto (o sta per perderlo tramite ipoteca della casa o fermo del veicolo da parte di equitalia), sa che non riuscirà a pagare, sa che arriverà anche la denuncia penale, sa che perderà la proprietà della casa magari, ma sa anche che ormai è nullatenente, che probabilmente non lo sfratteranno da casa sua pignorata, che difficilmente qualcuno la vorrà comprare all’asta finchè c’è dentro lui ad abitarci, e quindi incomincia anche a fregarsene…….. vende l’auto ad un parente e paradossalmente si toglie delle soddisfazioni anche, perchè smette del tutto di pagare tasse, contributi e tutto quello che non gli ritorna in forma di servizi diretti, multe ad esempio, inail, assicurazioni, etc.

Dando tempo al tempo queste situazioni aumenteranno sempre più e porteranno ad una economia stile africano, terzo mondo puro: ad esempio in africa pochissimi assicurano l’auto per i danni che guidando accidentalmente potrebbero causare agli altri, ma va invece valutato se assicurare l’auto con una kasko per rimettere a posto i danni che i terzi non assicurati e nullatenenti possono fare a te, perchè se te li fanno e non ti pagano tu perdi l’auto che magari è l’unico bene che hai e con cui ci vivi…….
e chi è di napoli lo conosce bene questo modo di ragionare, solo che purtroppo adesso sta prendendo piede anche in tutto il resto del paese.

Stiamo assistendo allo spettacolo dell’impoverimento progressivo, con una parte della popolazione che nemmeno se ne accorge persa com’è nelle nebbie del socialmente corretto.

Le prostitute italiane non esistevano da 40 anni, mentre ora basta andare in qualsiasi discoteca e si trovano delle 20enni ITALIANE che lo fanno, in forma discreta, senza dire chiaro che sono prostitute ma di fatto facendo quello.

Il caso dei Parioli in Roma con la madre della prostituta minorenne che sapeva e taceva per convenienza e connivenza ha scandalizzato le anime candide italiane un mese fa (quelle che non capiscono il perchè stia succedendo, attribuendone la colpa alla mancanza di moralità), ma è ordinaria amministrazione in qualsiasi paese del terzo mondo, dove c’è povertà c’è sta roba qui, pensate a cuba, all’africa, al brasile…..

La moralità è maggiore la dove c’è il benessere economico, e scarseggia dove si torna poveri, ma le anime belle stataliste questo non lo capiscono, salvo poi essere quelle che strillano di più contro il degrado morale.

Infine una notazione di dietrologia:

I commercialisti italiani sono meno di 100 mila, volendo e agendo compatti con una protesta di pochi mesi in cui si rifiutassero di compilare i modelli per il pagamento delle imposte (sono così complicati che pochissimi potrebbero pagare da soli senza avvalersi di un professionista per la sola COMPILAZIONE del modello F24) metterebbero in ginocchio il paese e otterrebbero qualsiasi cosa, ma in generale sono troppo brava gente perbene e culturalmente portati all’obbedienza civile per fare qualcosa del genere.

Tuttavia, quello che desta sospetto è che negli ultimi 2 anni le istituzioni (governo e giudici) sembra abbiano fatto di tutto per lasciarli (i commercialisti) privi di rappresentanza sindacale e “politica”: il consiglio nazionale, organo elettivo delegato dei commercialisti italiani, è sempre stato pieno di arrivisti (gente che usa la carica per farsi conoscere e avere più clienti) e non di veri sindacalisti intesi come difensori della categoria, tuttavia da qualche tempo ormai abbastanza lungo il governo e i giudici hanno contribuito (non mi dilungo a spiegare come ma fidatevi che lo hanno fatto in maniera inopinata ed incredibile) ad avallare lotte intestine e legali assurde che di fatto hanno privato la categoria di un “Presidente”, o comunque di un rappresentante elettivo chiaramente identificabile.

Che sia paura che poi magari questi possa ergersi a capo di quella protesta fiscale che metterebbe in ginocchio i politici ed il paese in poche settimane?
certo è che se a capo dei commercialisti ci fosse una figura unica, conosciuta, stimata e ascoltata, essa sarebbe potenzialmente pericolosissima per le classi dirigenti di oggi.
divide et impera……..

 

Link alla fonte: http://www.rischiocalcolato.it/2013/12/la-rivoluzione-silenziosa-la-risposta-di-un-commercialista-9dicembre.html

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Showing 9 comments
  • gino

    caro maxdemax la tua proposta non è nuova è stata avanzata più volte in passato contro i petrolieri con l’intento di boicottaere una compagnia per volta. Non ha mai funzionato perchè siamo tropo pecoroni

  • maxdemax

    Nessuno vuole mettersi a fare delle cose illegali. Ma ci sono cose che si possono fare che sono assolutamente legali. Prendiamo l’eloenco delle catene di supermercati e si parte dal gruppo con il maggior fatturato, poi decidiamo TUTTI e dico tutti, a non comperare nenache un chiodo da loro, e ci serviamo tutti dal suo concorente. Diciamo che iniziamo con la COOP. (ha una valenza anche politica) Crolla il fatturato, e non sanno come fare con tutti i prodotti deperibili, e si va ad oltranza fino che salta. .. se il governo non cambia alcune cose.. diciamo 10. Pagare tutti i fornitori, non pagare stipendi o pensioni superiori a diciamo 5.000€ etc. Poi ad oltranza fatto falire la Coop si passa al secondo della lista.. Una cosa assolutamente legale.. non mi possono obligare di acquistare dalla Coop. E cosi si va avanti a pulire la società italiana, non più di 150 parlamentari . . vuoi vedere che la vinciamo noi.. Legalmente… lo hanno fatto in sudafrica ed è finito l’apartheid.. solo dopo hanno rilasciato Mandela.

    • Albert Nextein

      Questo provvedimento nei confronti della Coop io l’ho preso da circa 30 anni.
      E quando acquisto prodotti in altri supermercati mi accerto che i produttori non siano cooperative affiliate o aggregate alla Coop.

  • Albert Nextein

    La realtà ben descritta.
    I commercialisti potrebbero, intanto, aprire gli occhi ai clienti.
    Appunto quei clienti in difficoltà.
    La descrizione pare una parabola sull’inesorabilità degli eventi.
    Esistono, invece, dei provvedimenti che permettono di salvare i patrimoni personali.
    Almeno in buona parte.
    Per il resto è pura verità.
    Si arriva a rateizzare per anni ed anni.
    E il fisco cravattaro non molla, anzi allunga le scadenze che, in realtà, vanno a pesare come un mutuo immobiliare.
    Solo che di mutui te ne vai a trovare più di uno.
    In ultima analisi si diventa schiavi di un fisco strozzino.

  • leonardofaccoeditore

    Quando scrissi ELOGIO DELL’EVASORE FISCALE, nel 2009 (decidendo di chiudere la partita Iva per prepararmi a lasciare questo paese) lo dedicai “AL MIO COMMERCIALISTA, SEMPRE PIU’ BUROCRATE E SEMPRE MENO IDEALISTA. Ovviamente, tra i libberali e libberisti passavo per un estremista. Oggi, provo gran goduria a leggere quel che dice questo commercialista, ma ancor di più a vedere che questo paese marcirà poco a poco… INESORABILMENTE. Le pecore stanno bene tosate.

    • alexzanda

      grande Leonardo Facco, sempre avanti precorrendo i tempi!
      comunque anch’io ci godo un pò a vedere quel che sta succedendo, anche perchè per emigrare adesso è da 5 anni che mi sto preparando e sforzando, ed è da prima ancora che l’avevo capito che l’italia faceva questa fine………

  • eridanio

    I professionisti del campo economico-giuridico, altrimenti detti Commercialisti, non sono meglio dei muli che tirano la carretta della loro esistenza e che sono loro clienti.

    Di professionisti che esercitino con indipendenza ed onore una professione che solo marginalmente avrebbe a che fare col fisco, ne conosco pochini e non stanno facendo una gran vita.

    Il professionista indipendente era stato concepito come uno specialista in amministrazione, contratti, liquidazioni complesse di aziende – patrimoni – eredità – avarie marittime – perizie di valutazione anche attuariali- costruzione – vigilanza e controllo di operazioni complesse industriali – commerciali – finanziarie, la assistenza all’autorità giudiziaria in operazioni di amministrazione di beni o liquidazioni giudiziali anche concorsuali.
    Ovviamente anche contabilità, bilancio ed solo per conseguenza tassazione.

    Invece la maggior parte anche se magari confinandole in società di servizio si trovano ingessati dalle semplificazioni che lo stato ha pensato bene di offrire alla propria organizzazione scaricando gli oneri e le responsabilità su quei beoti di colleghi e dei loro clienti.
    Lo stato con i commercialisti consenzienti nella loro impietosa ignoranza non hanno compreso quale sapore poteva avere il biscottino telematico. Non ho pietà per la mia categoria, che tra l’altro non sa nemmeno più eleggere la propria dirigenza istituzionale.
    Tutto quello che patisco e patiscono non ha che origine dalla abdicazione delle competenze e della reale preparazione in cosucce che nessun politico generico può comprendere e gestire senza uno stuolo di professionisti che lisciano il pelo ai burocrati per avere norme più chiare per fottere con meno carico di responsabilità i propri clienti.
    Impiegate emancipate, ex impiegati dell’Amministrazione, bamba tirati dentro come travet per pagare la pensione ai vecchi incauti dimissionari, questo e il corpaccione della categoria.
    Cosa volete pretendere. Coraggio? Fermezza? Carattere?

    Di competenze finemente economiche e giuridiche nemmeno l’ombra.

    Tutti a leggersi l’ultima circolare della Mamma Amministrazione.
    Tutti a farsi prendere per il culo dal funzionario incaricato.
    Tutti a prendere le cose sul serio perché siamo gente seria, peccato che essere seri non significa essere competenti e saggi.

    Di cultura economico giuridica che serva il prossimo e che il prossimo sia disposto a pagare per la utilità propria nemmeno l’ombra.

    Quel che i più sgamati, quelli che hanno una professione arricchita di relazioni pesanti, quelli che (si dice) siano il non plus ultra poi gratta gratta si rivelano gli specialisti della gabola, i geni del privilegio occulto, i sacerdoti che fan da paravento a grandi falliti per grandi ricompense.

    D’altra parte non si può dire a queste persone che le tasse sono un furto e non pagarle è legittima difesa altrimenti gli si squaglierebbe il business da sotto il deretano. Poi chi più avrebbe qualcuno da difendere in commissione tributaria? Come faccio a combinare un concordato col fisco risparmioso e quindi altamente remunerativo?

    Dal commercialista si va per adempimenti principalmente fiscali, non si va per fargli studiare un progetto imprenditoriale, magari internazionale. Si va dall’azzaccagarbulgi per le rogne e non per informarsi di che assetto finanziario dotarsi per una ricerca e sviluppo.

    Le richieste professionali nel campo economico e giuridico, magari comparato ed internazionale sono lasciate ad altri soggetti più illustri e con altisonanti nomi anglosassoni però spesso meno preparati e cari rabbiosi anche se il lavoro lo fanno sgroppare a dei junior magari in stages sottopagati post laurea. Va bene, se vi piace così.

    Certo è che la ex del registro che si è abilitata alla professione diciamo così e così non saprebbe dare alcun consiglio che non sia dello stretto ambito fiscale.

    Provate ad interrogarne qualcuno su temi di teoria economica e vedrete che vi rispondono che lo stato deve semplificare, deve,… deve….
    Non hanno capito nulla e magari sono prossimi alla pensione. Che volete pretendere. I giovani poi vivono ancora un sogno come anch’io ebbi a vivere. Peccato che immeritatamente io sono stato molto più fortunato di loro. Ma come spiegare ad un giovane che pensa di aver finito di studiare che deve ricominciare daccapo cercando di non mischiare il nuovo col vecchio inopinatamente.

    Il commercialista dovrebbe spogliarsi dei rapporti pseudo privilegiati con la pubblica amministrazione.

    Il commercialista non dovrebbe occuparsi della contabilità del bottegaio o del piccolo imprenditore perché se il bottegaio o il piccolo imprenditore, con i mezzi odierni, non fosse in grado di tenersela da solo la contabilità non gli servirebbe a nulla o meglio solo al fisco per fare il gioco dei tre imponibili.
    Se il bottegaio, o il piccolo imprenditore che sia, non conosce la dinamica delle proprie risorse, come può pretendere di essere in grado di aggiustare la propria azione e gestione, anche perchè, per le cose di cui si conosce la dinamica, grosso modo, si apre anche la conoscenza delle conseguenze future delle proprie azioni presenti.
    Preferisco insegnare a far di conto che farmi pagare per fare i conti (e conti stupidi) Ma va a spiegarlo ai commercialisti che si sono ridotti a compilare F24 e a pagarli quando prima ogni cliente si arrangiava per conto proprio in banca. Minchia! che avanzamento tecnologico!
    HHHA! ….. CHI SIETE! …… COSA PORTATE! ……..SI, MA QUANTI SIETE!……UN http://www.FIORINO!
    Spes ultima dea anche del travet telematico privato.
    Manica di persi….c’è poco da sperare, non fateci molto conto.
    (Non si sono nemmeno accorti della truffa dell’art. 1834 C.C.)
    (Figuriamoci comprendere le implicazioni economico giuridiche di un discorso del grande Birindelli)

    • alexzanda

      concordo!
      purtroppo siamo in pochi, non vedo speranza………..

  • massimoconleballepiene

    conosco persone che non fanno più neanche la denuncia dei redditi, alla mia obiezione rispondono: “a che pro dovrei pagare le tasse se comunque non ricevo per contro alcun vantaggio” ed io proprio non riesco darle torto.
    Se si mette qualcuno nella condizione di non avere più niente da perdere, le conseguenze sono facilmente prevedibili.

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