In Economia, Esteri

AMAZONDI VALENTINA CAVINATO

VIVE LA LIBERTÈ, VIVE LA RÈPUBLIQUE, VIVE LA FRANCE! Il Parlamento francese ha definitivamente approvato la legge “ANTI-AMAZON”.

Questa legge, votata all’unanimità al Senato, per quanto possa apparire bizzarro, non è stata partorita dai socialisti di sinistra, quelli di Hollande, bensì dai socialisti di destra, i libbberali dell’UMP di Sarkozy. Le legge vuole impedire agli operatori on line, il gigante americano AMAZON è soltanto uno dei tanti, di “soffocare i classici librai, che faticano a sopportare la concorrenza”. Il testo vieta l’accumulo della gratuità delle spese di spedizione e lo sconto del 5%.

Leggendo i commenti dei lettori (les brebis qu’ils chantent la Marseillaise avec fierté), ci si può facilmente rendere conto che l’indottrinamento funziona benissimo anche oltralpe (il paraocchi viene dato in dotazione dalla scuola pubblica, fin dalle elementari). Un lettore scrive: “Perchè Amazon non può fare ciò che vuole?” Caro il mio suddito, perchè non apri gli occhi? Parli proprio tu, che addirittura accetti che sia lo stato ad importi PER LEGGE, quale musica ascoltare alla radio? N’importe quoi! Altri, probabilmente peccando di superficialità e dimostrando di non aver nemmeno letto l’articolo, insultano i socialisti.

Il dramma è che c’è ancora chi si ostina a votare. Non hanno ancora capito che tra un Hollande, una Le Pen e un Sarkozy, piuttosto che tra un Renzi, un Berlusconi e un Grillo, c’è la stessa differenza che troviamo tra tre diverse marche di acqua minerale (acqua naturale, ça va sans dire). Ieri sono inciampata in un link demenziale che diceva: “Se vuoi che i politici non prendano il vitalizio, clicca e condividi.” Se non volete che questi parassiti campino con i vostri soldi, non serve a una cippa condividere un link, la sola arma in vostro possesso E’ IL NON VOTO! Siete voi che ogni volta, votando il meno peggio di turno, li rimettete con il deretano su quelle poltrone Frau di velluto. Tutte le chiacchiere sulla politica, che fa il bene sociale, sono solo ed unicamente balle! La politica fa il bene di chi comanda e di chi campa sulle spalle degli altri.

I politici devono avere il guinzaglio cortissimo, quasi a strozzo. Quando lo capirete sarà troppo tardi… Waiting for default!

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Showing 9 comments
  • Mirko

    Che sfigati sti francesi….fanno a gara con i nostri a chi è più ignorante!
    Come si fa a pensare nel 2014 che con un dazio si blocca un’attività per incentivarne altre. Perchè non fanno una bella legge che costringe ogni cittadino a leggere un libro a settimana, comprato dove vogliono loro e scelto naturalmente dal loro catalogo? Così risolvono tutti i problemi in un colpo solo. E ci sarebbe anche da istituire commissioni per scegliere i libri, per verificare che la gente legga veramente, ecc..ecc.. Tante poltroncine e tanti stipendi per parenti e amici….

  • Dino

    Il post di spago spacca. Ottimo.

  • spago

    Noi abbiamo avuto la legge Levi. Ogni giorno i politici dimostrano di essere completamente deficienti e di prendere provvedimenti disinteressandosi delle loro conseguenze al puro scopo di accontentare qualcuno nel presente. In Italia, per dire, Balduzzi disse che aveva concesso la sperimentazione di Stamina x tot mesi stanziando soldi pubblici appositi perchè c’era la gente in piazza ed era sotto pressione.. anche se sapeva che il metodo non esisteva e quindi Vannoni era un truffatore. Questo dice molto: “ma sì chissenefrega.. quanto volete? tre milioni? eccoli e non mi rompete i coglioni”, ecco il modo di ragionare del politico. Tanto non sono soldi suoi.

    Amazon merita sicuramente i nostri soldi più del governo. Infatti Amazon è una realtà in evoluzione costante, che fa investimenti su investimenti, e che ha portato la possibilità di comprare libri più o meno a chiunque abbia una connessione. In America fa accordi con le poste per consegnare anche nei weekend. In Cina ha creato un suo servizio di consegne apposito perchè quelli esistenti non erano affidabili e sufficientemente capillari. Dovunque vada si dimostra capace di adattarsi alle esigenze del luogo e dei suoi clienti. Un simile dinamismo è semplicemente impossibile per un governo. Che può sovvenzionare librai ed editore finchè vuole, ma non otterrà nulla di paragonabile. In nessuna libreria è consultabile un catalogo pari a quello Amazon. Se anche in alcune città esistono librerie gigantesche di chilometri quadrati queste sono rari casi. Invece tutto il catalogo Amazon è consultabile anche se mi trovo nel più piccolo paesino di provincia lontano da qualsiasi libreria. Di più in una libreria fisica solo una parte die libri può essere esposta con buona visibilità, in vetrina o in primo piano: su Amazon l’intero catalogo è agilmente consultabile tramite le varie opzioni. La “vetrina” può essere aggregata al momento apposta per me a seconda delle indicazioni che io stesso do.

    Se in una libreria tradizionale – e sia chiaro amo le librerie tradizionali – a consigliarmi era il libraio, online a consigliarmi sono gli altri lettori sia lasciando osservazioni e recensioni sia tramite gli algoritmi che aggregano le scelte d’acquisto di tutti gli utenti e le usano per consigliare libri che “potrebbero piacere”. Inoltre essendo già in rete ci vuole un attimo a trovare pareri anche fuori dallo store (magari su un blog che conosco e di cui mi fido).

    In genere i prezzi sono più bassi, e questo è inevitabile per tanti motivi non ultimo il fatto che Amazon non deve possedere in magazzino ed esporre tutti i libri che propone, ma può semplicemente in molti casi ordinarli una volta acquistati! Non deve rendere gli invenduti e non usa gli stranie farraginosi meccanismi di resa dei librai tradizionali.

    Di fronte a tutto ciò – servizio migliore e più diffuso, catalogo più ampio e consultabile, prezzi più bassi – arrivano politici, editori e librai a cercare di combattere le preferenze dei lettori, che hanno scelto Amazon liberamente (se non lo volevano potevano non usarlo e continuare a finanziare i lbrai tradizionali). Vogliono obbligarli a pagare di più per un servizio che gli piace meno. In nome della difesa del libro e della lettura. Ma il libro e la lettura devono avere l’importanza che gli vogliono dare le persone tramite le loro scelte individuali non quella che gli vogliono dare i librai e gli editori che vendono libri e cercano protezioni politiche.

    La loro battaglia è senza senso perchè ciò che sta avvenendo è che la lettura si sta spostando altrove rispetto al libro. Quando da una ricerca Nielsen viene fuori che gli italiani leggono meno libri il CEPEL (Centro per il libro e la lettura) inizia a fare scene di disperazione dicendo che “la lettura” è in calo, e giù di analisi sociologiche, filosofiche, politiche (il belrusconismo, la tv commerciale, i grandi editori che non pubblicano opere di qualità, i libri nei supermercati, la scuola pubblica senza finanziamenti), e gli vanno dietro i soliti autori ed editori moralisti e spaccamaroni. Ma in calo non è “la lettura”, ma la lettura di libri. Con internet, il digitale, e le nuove tecnologie, la lettura aumenta ma si sposta. Leggiamo costantemente, ma sullo schermo di uno smartphone, di un tablet, di un pc. Leggiamo siti, blog, e-mail, discussioni, social network, etc.. e scriviamo pure (come sto facendo io, come fanno tutti i commentatori del sito)!

    Se definiamo la lettura intorno all’oggetto libro – come logicamente piace fare a librai ed editori che vendono libri – è in calo, ma se onestamente ragioniamo sui cambiamenti in atto e cerchiamo di allargare la nostra prospettiva di conseguenza, non è affatto detto che lo sia. Se le pratiche di creazione e condivisione di certi contenuti lasciano l’oggetto libro e vanno altrove, come una volta lasciarono l’oralità per la scrittura e poi la forma “a rotolo” per la forma “a codice”, che è quella cui noi pensiamo quando pensiamo a un libro, non è automaticamente una tragedia.

    In Italia o in Francia il nostro sistema del libro si è strutturato ed è cresciuto in altri tempi, ma in molti paesi in via di sviluppo sta strutturandosi e crescendo oggi e ha l’opportunità di farlo sfruttando le novità tecnologiche come la vendita online, gli e-book e il “mobile reading”. Con le difficoltà infrastrutturali che hanno questi paesi, queste tecnologie sono una benedizione. In molti di essi si sta sviluppando una grande fame di conoscenze, insieme all’aprirsi del mercato e alla crescita della classe media e probabilmente queste conoscenze saranno un ulteriore supporto alla crescita e allo sviluppo del paese. E se al posto di concentrarsi su ciò che si vede – il libraio che chiude da noi – ci concentrassimo su ciò che si fa più fatica a vedere, ci accorgeremmo che i grandi store online come Amazon hanno – virtualmente – aperto una miriade di punti vendita (quasi per ogni connessine) creando opportunità per una miriade di persone. Anche per questo dico meglio dare i soldi ad Amazon che allo stato.

    Ad ogni modo pur lasciando stare tutto il resto: solo un ritardato mentale può concepire una legge Antiamazon e pensare che possa avere un effetto su fenomeni come quelli che stanno coinvolgendo la lettura, i libri e i librai! Siamo alle leggi per proteggere gli amanuensi dalla stampa a caratteri mobili!

    Perché non sembri però che io sia eccessivamente pessimista sul futuro delle librerie fisiche, concludo invitando, chi voglia, a leggere questo curioso e interessante articolo, che declina in modo originale il paragone tra digitale Vs cartaceo e Automobile Vs Cavalli… facendo notare che oggi il mercato dei cavalli in America vale più di quanto valeva quando erano un normale mezzo di locomozione!

    http://publishingperspectives.com/2014/05/bridging-the-gap-why-publishings-future-is-at-risk/

    P.S. scusate la lunghezza da amante dei libri e delle librerie l’argomento mi ha solleticato

    • Albert Nextein

      Non ho ancora acquistato tramite Amazon.
      Ma ho acquistato on line a sufficienza.
      Le librerie non scompariranno, e diventeranno una nicchia.
      Come per i dischi in vinile, qualcuno mantiene viva la fiamma.
      Il fascino del libro vero e del vinile rimarranno, anche se per pochi, insuperabili.
      Saranno mercati attivi , anche se piuttosto di nicchia.

  • Nlibertario

    Sono parzialmente d’accordo con l’autrice. L’astensione è giusta ma non basta, bisogna perpararsi anche per il nuovo. Tu puoi anche ingorare la zanzara che ti ronza intorno ma lei imperterrita il sangue lo succhierà comunque. Bisogna creare l’antizanzare, creare una nuova realtà. I libertari dovrebbero voltare le spalle a questo mondo e crearsene uno loro e chi vuole stare nel vecchio, prego si accomodi, non lo costringeremo mica a seguirci.

    • la Cavi

      È vero, non basta.
      Va aggiunto un vero sciopero fiscale.
      Tutto il resto sono chiacchere inutili….

  • hilda

    Arrivare a esortare l’astensionismo…..mah….

    E poi: “Una crisi un po’ più seria di quella attuale” che vuol dire???

    Guardi che non è la crisi che apre gli occhi alla verità…ma è l’informazione. Altrimenti Renzi mica avrebbe preso il 40%…

    Imparate da Salvini.

    • Albert Nextein

      La miseria, la fame, non aver soldi in tasca, avere debiti, questo ti apre gli occhi sui fatti della vita.
      L’informazione serve, ma vale sempre più la pratica che la grammatica.

      Sulla sbandierata informazione le caste di potere speculano, la manipolano, la limitano ogni qual volta sia loro utile.
      Io non mi fido di quello che tutti costoro, specie i giornalisti sul carro, ci raccontano.
      Io guardo la gente in giro, la mia famiglia.
      E mi accorgo che non c’è il minimo accenno di ripresa.
      Le tasse sono aumentate.
      La gente non spende, 80 € o no.
      Le banche sono ultra tirate e attente solo a coprire , con l’aiuto di stato e banche centrali, a nascondere le loro innumerevoli porcherie.

      E non può essere diversamente, anche per il futuro.
      Quanto alla francia e a queste leggi demenziali, posso dire che Amazon se ne fotte alla grande.
      Il mercato troverà tanti sistemi per superare questi lacci miserabili statalisti di un governo già morto.

  • Luca Bertagnolio

    “Se non volete che questi parassiti campino con i vostri soldi, non serve a una cippa condividere un link, la sola arma in vostro possesso E’ IL NON VOTO!”

    totalmente, completamente, assolutamente d’accordo con Valentina Rothbard Cavinato!

    Ma la propaganda e’ molto difficile da sconfiggere. Anche se dobbiamo sempre ricordarci che la goccia scava la pietra. E anche che una crisi un po’ piu’ seria di quella attuale potrebbe finalmente fare aprire gli occhi a parecchie persone.

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