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CLINTONDI MATTEO CORSINI

“L’imposta di successione è stata storicamente parte della nostra profonda convinzione che dovremmo avere della meritocrazia.” (H. Clinton)

Hillary Clinton, già avversaria di Obama per la corsa alla Casa Bianca poi segretario di Stato nella prima amministrazione dello stesso Obama, potrebbe ricandidarsi alle prossime presidenziali. Assieme al marito Bill, a sua volta presidente degli Stati Uniti per due mandati consecutivi, sostiene l’idea di tassare di più i “ricchi” per estendere il welfare ai poveri. Tra le tasse preferite dai coniugi Clinton c’è quella di successione, perché così si eviterebbe di creare dinastie basate solo sulla ricchezza ereditata.

Personalmente trovo sempre ingiustificabile l’aggressione alla proprietà, si tratti di farlo usando una pistola o mediante la leva fiscale. Ciò vale sia nel caso, peraltro più frequente, in cui venga invocata la tassazione a carico degli altri, sia quando si auspica una tassazione dalla quale si sarebbe (o si finge di essere) colpiti in prima persona. E’ abbastanza diffuso tra i ricchi democratici (americani) essere a favore di un aumento della tassazione per i più abbienti, soprattutto se si tratta di imposte di successione, dato che le ricchezze ereditate non sarebbero dovute al merito, ma alla fortuna di essere eredi di persone ricche.

Questa argomentazione, che solitamente trova ampi consensi, per me non rende minimamente più giustificabile l’aggressione alla proprietà mediante la tassazione. Se una persona che ha accumulato ricchezze (a prescindere da quanto grandi) intende devolverle in tutto o in parte in beneficenza è ovviamente libera di farlo. Ma non è assolutamente legittimo a nessuno imporre agli altri di fare la stessa cosa (per di più senza neppure poter scegliere il beneficiario), anche se mediante il democraticissimo fisco. La posizione dei coniugi Clinton appare poi intrisa di ipocrisia (e anche questo li accomuna ad altri ricchi democratici che amano raccogliere applausi invocando la redistribuzione fiscale), dato che parrebbe che gli stessi abbiano fatto ricorso a diversi trust per abbassare l’imponibile ai fini dell’imposta di successione.

Una mossa che è più che comprensibile se posta in essere da chi vuole proteggere la sua proprietà dall’aggressione del fisco, ma che stona decisamente se fatta da chi invoca la tassazione dell’eredità e parla a sproposito di meritocrazia.

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Showing 10 comments
  • Pedante

    http://www.newsmax.com/t/newsmax/article/638621
    Sì, persone come Buffett la sostengono per battere la concorrenza.

  • Evaristo

    Quando Silvio la abolì da noi definendola tassa “comunista”, il pd ci pucciò il pane e fece manifesti che reclamizzavano i vari “comunisti” che la volevano: uno di loro era Bill Gates.

    Hillary non dice niente di nuovo; in effetti sembrerà strano, ma tassa di successione è stata sostenuta da parte di vari supericchi in usa.

    http://www.repubblica.it/online/mondo/tassesuccessione/tassesuccestisione/tassesuccessione.html

  • Pedante

    I super ricchi degli Stati Uniti si avvalgono di strutture fiscali efficienti quali not-for-profit foundation e trust per conservare i loro patrimoni e il loro potere. Si troverebbero avvantaggiati da un’imposta di successione rispetto ai meno abbienti.
    http://www.bloomberg.com/news/2014-06-17/wealthy-clintons-use-trusts-to-limit-estate-tax-they-back.html

    Un cinismo quello della Clinton da fa venire conati di vomito.

  • Pedante

    https://www.youtube.com/watch?v=a0-HkVcMOSw

    Hillary Clinton, pluriomicida, moralista.

  • Enrico

    Secondo la Clinton, una persona “merita” del denaro solo se lo ha guadagnato col proprio lavoro.
    A parte l’arbitrarietà di tale concetto di “merito” (perché non si può “meritare” qualcosa guadagnandola, per esempio, col proprio affetto verso un’altra persona? mah), la Clinton si smentisce da sola. Come può auspicare di dare soldi pubblici ai poveri (welfare), dal momento che non hanno guadagnato quei soldi col loro lavoro? Secondo la sua concezione di “merito”, i poveri non “meritano” quei soldi.
    Evidentemente difende quel concetto (arbitrario) di “merito” solo quando si tratta di rapinare qualcuno, ma lo abbandona immediatamente quando si tratta di comprare il consenso elettorale di qualcun altro.

    La realtà è che uno merita tutti i soldi che le altre persone gli danno volontariamente. Ciò può avvenire in cambio del proprio lavoro, del proprio affetto, o di altro ancora. Tutto il resto è ipocrisia.

  • Gabriele Termy

    Dove sono ora a Tokyo, il governo ha detto chiaramente “Nessuna proprietà deve essere tassata, in questo modo si punisce la produttività ed il risparmio delle persone, che sono sacre per la crescita economica” quando le ho sentite pensavo di essere in un sogno, invece lo dicevano alla tv… e non su un altro pianeta, ma sul pianeta terra. L’occidente statalista, tassaiolo, dove sudditi mandano al governo i loro carnefici, fallirà molto presto… non aspetto altro.

  • Sigismondo di Treviri

    Ha fatto bene Putin. Con molta diplomazia ha praticamnte detto: “Quella è una donna e io non perdo tempo a discutere con le donne”. Sante parole!

  • CARLO BUTTI

    A chi, come in questo caso, tira in ballo il merito a sproposito, consiglio vivamente la lettura del pamphlet “I demeriti del merito-Una critica liberale alla meritocrazia” di Pierluigi Barrotta, Rubbettino editore. Tesi scandalosa? Necesse est ut eveniant scandala… specialmente per tappare la bocca alle Hillary Clinton e a tanti sedicenti liberali

  • Albert Nextein

    La Clinton prende soldi per vendere parole.
    Io tasserei i politici un tanto a frase pronunciata o scritta.
    50 centesimi a frase di 500 caratteri.

    Il marito sarà ricordato per la segretaria sotto la scrivania.

    Parlano della successione altrui.
    Io vorrei sapere come si sono essi stessi organizzati in famiglia.

    Infine ,costei non sarà eletta alla presidenza.
    E’ troppo vecchia.

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