In Anti & Politica, Economia

servo e padroneDI MATTEO CORSINI

“Con il Fmi c’è stata un’ampia convergenza sul ruolo che le riforme
strutturali già avviate e che stiamo avviando hanno per riportare l’Italia
su un sentiero di crescita robusta e sostenuta.” (P. C. Padoan)

Come i suoi ultimi tre predecessori (Saccomanni, Grilli e Monti), tutti
tecnocrati, anche Padoan pare essere preso da una mania di competizione nei
confronti dei colleghi politici. Finché indossano i panni dei tecnici,
tutti a bacchettare i governi, invitandoli a essere realisti nel
pronunciarsi sulle prospettive dell’economia italiana; poi, passati
dall’altra parte, diventano tutti dispensatori di ottimismo sul futuro
dello Stivale.

Padoan, passato dall’OCSE a via XX Settembre, ha esordito ridimensionando
le previsioni di crescita del Pil elaborate dal predecessore Saccomanni; il
quale, dopo decenni trascorsi in Banca d’Italia, spesso a ridimensionare
gli entusiasmi dei ministri dell’Economia, prevedeva per quest’anno una
crescita del Pil dell’1.1 per cento (nel primo trimestre siamo già andati
in negativo, poi si vedrà).

Quell’1.1 per cento era quasi il doppio della media delle previsioni (per
quello che contano) elaborate da diversi enti nazionali e sovranazionali,
pubblici e privati. Padoan ha portato la stima a 0.8 per cento, sostenendo
però che con le riforme annunciate da Renzi si potrebbe andare verso l’1
per cento quest’anno e attorno al 2 per cento nel 2015.

Staremo a vedere quanto questa crescita sarà “robusta e
sostenuta” (qualunque cosa ciò voglia significare). In ogni caso, meno male
che c’è “un’ampia convergenza con il Fmi”, noto centro di veggenti che
hanno capacità ineguagliabili di prevedere il futuro.

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Comments
  • Sigismondo di Treviri

    Certo che c’è un’ampia convergenza di vedute con il Fmi. Bisogna vedere su che cosa. Lo scopo del Fmi non è certo quello di fare arricchire gli italiani, ma quello di stringerli in una morsa dalla quale non potranno liberarsi mai più.

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