In Economia, Libertarismo

DI ARTURO DOILO

Non c’è alternativa, per capire che questo sistema fondato sul debito eterno non funziona è necessario che salti per aria, il resto son solo speranze vaghe, pie illusioni. Il debito italiano non smette di crescere, la casta fa di tutto per farvi odiare il risparmio e nel mentre fregarvelo da sotto il naso, le tasse crescono e la ripresa è una farloccata.

La piramide rovesciata del “truffone” continua ad aumentare di peso e dimensioni e – stando a quanto sostengono gli “Austriaci” – il “Crack up boom” si avvicina. Ma cos’è il “Crack up boom”, che qualche lettore di questo sito ha citato in più di un commento?

Rinverdiamo un articolo apparso su “I fogli di Enclave”.

Inutile cercare la definzione di cui sopra nei testi di macroeconomia ufficiale. E’ una parola che non esiste. Mises invece ne ha parlato sempre nei suoi libri. Tanti economisti di Scuola Austriaca ne parlano in lungo e largo su internet. Solo in Italia se ne sente parlare pochissimo. I libertari da anni. Undici Maggio 2006, acriveva Francesco Carbone: “Alla nomina di Copter Ben, Bernake l’elicottero, una cosa era divenuta immediatamente chiara: il destino delle economie sarebbe stato il crack up boom”.

Sono passati cinque anni da quella nomina e abbiamo assistito alla crisi di fine 2008 (da cui cercano di uscire) e il mercato dei metalli ha confermato la nostra ennesima intuizione come fattuale, concreta, reale: siamo sul sentiero di un clamoroso “Crack Up Boom”. Chi non ha ancora capito cosa sia, abbia il buon gusto sendo di leggersi Mises, sfogli il sito usemlab.com, si informi e anche in fretta, perché le leggi economiche non perdonano gli ignoranti.

Ignoranza del pubblico che come scrive Mises: “…è un fattore necessario per il buon funzionamento di una politica inflazionistica”.

Sono anni che i banchieri centrali approfittano dei benefici deflazionistici della globalizzazione per attuare massicce politiche inflazionistiche. La compensazione tra i due fattori (inflazione monetaria delle banche centrali e deflazione dell’economia globale) ha dato come risultato un aumento dei prezzi tutto sommato contenuto, benché negli ultimi anni esso abbia cominciato ad accelerare, e ha permesso loro di premere sul pedale dell’inflazione monetaria in maniera indisturbata.

E’ stato un facile gioco di prestigio che ha causato danni enormi alla popolazione, danni che potrete leggere e scoprire nel libro “La tragedia dell’euro” di Philipp Bagus. Non solo, ha causato tutte le bolle in serie finora sperimentate, che hanno portato la gente a rovinarsi di volta in volta nel mercato azionario o in quello immobiliare. Non solo, ha causato quelle distorsioni alla struttura del capitale che richiederanno anni per essere corrette, ma ha anche impedito che la masse beneficiassero di un aumento graduale del potere di acquisto dovuto ai vantaggi apportati del libero scambio e della globalizzazione.

Aumento del potere di acquisto che non solo non si è affatto realizzato. Ciò che abbiamo sperimentato è stato proprio l’opposto. Una graduale erosione del potere di acquisto ben superiore alle cifre taroccate degli istituti di statistica. Euro o non euro, la colpa è semplicemente dell’inflazione monetaria di questi ultimi 15-20 anni.

Davanti al gioco di prestigio, l’ignoranza del pubblico ha continuato a scambiare gli effetti per le cause, accusando di volta in volta gli attori sbagliati (i soliti speculatori). I movimenti no global, ad esempio, guidati da una ignoranza economica che ha pochi rivali, hanno scaricato le colpe della povertà serpeggiante alla globalizzazione, sollevando i burattinai dalle loro responsabilità. Il sospetto che tali movimenti siano stati finanziati dietro diversi passaggi proprio dalle élité che proteggono i banchieri centrali è inevitabile. Troppo comodo trovare qualcuno che scarichi i danni causati dalle loro politiche inflazionistiche sul commercio, sul movimento globale di persone e capitali, fattori invece altamente positivi per il sistema economico nel suo complesso.

L’astuzia di chi fa il burattinaio di questo tragico teatro non è da sottostimare. Mai. E il burattinaio nel corso di tutti questi anni ha nascosto bene le sue mani. Tutti i giorni muove con arte quei tanti pupazzetti che invertono di continuo la causa con l’effetto, in un gioco di prestigio che continua a confondere tutti quanti. Meno gli economisti di scuola austriaca.

Alla resa dei conti, quella che è giunta finalmente sotto gli occhi di tutti (le parole di Obama su un default degli Usa entro il 2 agosto prossimo sono emblematiche, insomma l’America non ha più soldi per pagare i debiti), ma i burattinai sono ancora ai loro posti, mai messi in discussione, anzi ben sostenuti dalle chiacchiere dei loro pupazzetti. Effetto per causa, causa per effetto. Il gioco è fatto. E adesso legittimati dall’ignoranza del pubblico hanno intrapreso un inevitabile percorso inflazionistico ancora più spaventoso.

Nel suo libro “Teoria della Moneta e del Credito” (pubblicato la prima volta nel 1912) a pagina 459 del testo inglese, Mises rende chiarissime le tre tappe del “Crack up boom” con un esempio facilissimo da comprendere.

Ecco la prima tappa:

“L’ignoranza del pubblico è un fattore necessario per il buon funzionamento di una politica inflazionistica. Lo stimolo inflazionistico funziona fintanto che la casalinga pensa: “Ho un disperato bisogno di una padella, però i prezzi sono troppo alti, aspetterò che scendano”.

Forse questa tappa è appena stata superata, in cui i prezzi hanno cominciato già da qualche tempo a salire. La massaia vorrebbe comprarsi la padella ma comincia a sentire il peso della diminuzione del potere di acquisto, ed è costretta a rimandare l’acquisto. Le bufale diffuse dai media sull’arrivo della recessione e sulla presunta deflazione che ne deriverà, le fa pensare che i prezzi potranno ricominciare a diminuire.

L’esempio del prezzo del petrolio è stato illuminante. Si comincia a notare una lieve flessione nel prezzo, e molti sono convinti che continuerà a scendere. Gli economisti in tv raccontano che l’inevitabile recessione in arrivo, pur non essendo una bella cosa, spingerà perlomeno i prezzi verso il basso, restituendo potere di acquisto alla popolazione. Mentre si cerca di convincere il pubblico di questa ennesima idiozia, i banchieri centrali e lo Stato continuano ad agire indisturbati, anzi sono persino sostenuti dal pubblico che vuole essere protetto e salvato dalla crisi di cui essi stessi sono i primi responsabili.

Leggete quotidianamente i giornali e ve ne renderete conto immediatamente.

Continuano pertanto a inflazionare il sistema in maniera sempre più massiccia per sostenere la grande piramide rovesciata. L’effetto è che i prezzi anzi che continuare a scendere ricominceranno presto a risalire. E qua Mises descrive la seconda tappa del “Crack up boom”:

“[lo stimolo inflazionistico] cessa invece di funzionare quando la gente scopre che la politica inflazionistica continuerà, causando una forte accelerazione dei prezzi. La fase critica comincia quindi quando la casalinga pensa: “oggi non ho bisogno di una padella, però potrebbe servirmi tra un anno o due. Meglio comprarla subito perché dopo mi costerà molto di più.”

La seconda tappa potrebbe richiedere molto meno tempo di quello richiesto per la maturazione della prima fase durata praticamente dal 2004 a oggi. Se i prezzi ricominciassero ad accelerare dopo questa pausa, la popolazione potrebbe rendersi presto conto dell’inflazione monetaria generata in questo periodo di “salvataggio del sistema”.

Si procede quindi verso la terza e ultima tappa:

“La catastrofica fine della politica inflazionistica si avvicina. Nell’ultima fase la casalinga pensa: “Non ho bisogno di un altro tavolo, probabilmente non mi servirà mai. Ma è meglio comprarne uno adesso che tenere per qualche altro minuto questi pezzi di carta che il governo chiama moneta”.

E qua siamo al capolinea del sistema monetario. Al suo inevitabile collasso. Impossibile dire oggi con quale modalità e con quali tempi si arriverà alla ultima tappa. Ma siamo convinti che questo sia il percorso che le economie seguiranno nei prossimi anni.

Di fronte alle chiacchiere che sentite in merito alla crisi fatevi pertanto sentire. Chiedete di cosa diceva Mises. Chiedete di Rothbard o di Hayek (peraltro premio Nobel per l’economia). Chiedete della Scuola Austriaca di Economia e dei suoi insegnamenti contrari al sistema monetario cartaceo con banca centrale. Citate il Mises Institute che con i suoi economisti prevedeva da anni questa crisi come termine inevitabile della folle espansione creditizia stimolata dai banchieri centrali. Citate anche Antal Fekete, sarò come un carico da unidici!

Siamo sicuri che metterete in imbarazzo i professoroni di economia che vi stanno davanti.

Ron Paul – nuovamente in corsa per le elezioni americane del 2012 – ha sempre citato Mises e la Scuola Austriaca di Economia quando interrogava Greenspan nelle sue testimonianze al senato, e lo fa tuttora interrogando Bernanke.

L’imbarazzo dei due banchieri centrali davanti alle parole di Ron Paul che si rifanno agli insegnamenti di Mises è sempre stato sorprendente. Imbarazzateli quindi anche voi. Dovunque. In TV. Per radio. Sui giornali.

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Showing 13 comments
  • winston diaz

    Leonardo, ma ti pare posssibile che questi video su youtube, che dicono cose importantissime che sanno tutti quelli che hanno un minimo di consapevolezza e di polso della situazione reale, ma che tutti fanno finta di non vedere, riescano ad avere 20 visualizzazioni all’anno? E’ scandaloso.

    Un Giubileo per salvare l’economia! Luciano Dissegna
    https://www.youtube.com/watch?v=DEqoWxITgXw

    Nominati e raccomandati – Dissegna
    https://www.youtube.com/watch?v=zR22DA-ZMnk

    PMI e artigiani massacrati inutilmente – Luciano Dissegna
    https://www.youtube.com/watch?v=-TzlubiG14U

    • leonardofaccoeditore

      Ahinoi…

  • vetrioloblog

    “La via della schiavitù” del terzo millennio passa inesorabilmente attraverso la progressiva erosione della proprietà e del risparmio: fino a quando ci renderemo conto di essere liberi perché siamo rimasti nudi, ma non ci hanno vietato di gridare alla truffa. Quando sarà tardi per rimediare.
    La speranza che gli scenari più apocalittici non si realizzino non è fondata su una qualche cieca fede, ma su una razionale considerazione: l’aguzzino non può sopprimere la vittima che lo mantiene in vita. A quel punto bisognerà essere pronti a raccogliere il frutto dei semi gettati: i cittadini esasperati non dovranno gridare “A morte!” bensì “Non ti pago!” Del resto, che farsene delle loro teste?

  • Pedante

    In un regime universale di moneta fiat la globalizzazione è tutt’altro che naturale e sostenibile. Falsare i prezzi domestici attraverso la politica monetaria nazionale incide pure sul commercio con l’estero. Per non parlare dell’immigrazione di massa sponsorizzata dallo Stato e da interessi privati.

    • winston diaz

      NO!, se moneta fiat deve esserci e’ meglio che agisca in modo eguale e sovranazionale.

      • Pedante

        Socializzare i socialismi? No, grazie. La moneta non agisce mai in modo uguale.

  • Alessandro Colla

    “I movimenti guidati da un’ignoranza economica che ha pochi rivali, hanno scaricato le colpe della povertà serpeggiante alla globalizzazione. Il sospetto che tali movimenti siano finanziati da coloro che proteggono i banchieri centrali, è inevitabile. Leggete quotidianamente i giornali e ve ne renderete conto immediatamente”. Ho seguito il consiglio. Quotidiano IL TEMPO di Roma, mercoledì ventotto giugno 2017 a pagina sei nelle prime due colonne in basso. Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, sostiene che “quello che succede nel mondo e che ha portato a un impoverimento dell’occidente, risponde a logiche liberiste”. Attenzione, Fratelli d’Italia; non Bersani e Fassina. Il che mi conferma che a sinistra la stupidità sia alla base, a “destra” al vertice. “Siamo sicuri che [citando gli autori della Scuola Austriaca] metterete in imbarazzo i professoroni di economia che vi stanno davanti”. Stento a comprendere quest’ottimismo. Càpitano solo a me quelli che non provano imbarazzo? Davanti agli esempi summenzionati, ho trovato sempre gente (anche cattedratici) negante che la Scuola Austriaca abbia valore scientifico. E non si limitano a questo. Negano anche i fatti relativi alla variabilità dei prezzi, così come fingono di non aver sentito le obiezioni a loro rivolte. E i “signori” negazionisti trovano sempre babbei plaudenti. Beato Ron Paul, forse negli Stati Uniti c’è ancora chi di fronte alla verità prova imbarazzo a doverla negare per ragioni di carriera. Qui le ragioni sono di Corriere. Della sera.

    • GIG

      Il che mi conferma che a sinistra la stupidità sia alla base, a “destra” al vertice.

      questa è proprio bella.
      me la ricordero’.
      grazie Alessandro,sempre intelligentissimi e illuminanti commenti.

    • winston diaz

      “quello che succede nel mondo e che ha portato a un impoverimento dell’occidente, risponde a logiche liberiste”

      E cosa ti aspetti, che i fascio-nazionalisti inneggino alla liberta’?
      Inneggiano si’ alla liberta’ ma quella dei popoli di scegliersi un dittatore che faccia rigare dritte le minoranze, e raddrizzi chi la pensa in modo diverso da loro (a colpi di manganello, sono tutti cosi’, anche quando si travestono per lucrare voti elettorali dagli ignoranti della storia, basta un colloquio di 5 minuti per capirli)

      • Pedante

        Ogni uomo appartiene a una nazione ma ogni nazione non dispone necessariamente di un paese.

        • winston diaz

          Parla per te.

        • Pedante

          Ogni uomo possiede un lignaggio genetico.

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