In Anti & Politica

DI CARLO ZUCCHI

Sto leggendo Sociologia del comunismo di Monnerot, classico del Novecento pubblicato dopo la fine della seconda guerra mondiale in Francia e nei primi anni sessanta in Italia.

Ho altri libri sul comunismo risalenti agli anni venti e trenta e libri di fine anni 40 che spiegano con dovizia di particolari come Katyn sia stata opera dei sovietici. Ebbene, tutti questi libri, quanto a dovizia di particolari, non sono da meno di quelli pubblicati dopo la caduta del muro. Morale della favola: già dopo pochi anni dalla sua nascita del Bolscevismo si sapeva già tutto. Sì, per chi voleva sapere. Purtroppo, chi sposa certe idee NON VUOLE SAPERE, SI RIFIUTA DI VEDERE E DI ASCOLTARE E MAI IMPARERA’.

Il conflitto arabo-israeliano è già una buona cartina di tornasole, ma in Italia, lo spirito di fazione è talmente grande da rendere eterne, se non le ideologie, per lo meno i pregiudizi di cui esse sono impregnate.

L’odio verso il denaro accomuna fasci e sinistri (da qui l’odio per Israele, per esempio) e basta che qualche idiota abbai alla finanza senza spiegare il perché che acquista consenso. E anche quando la realtà fa irruzione nella nostra vita, gli occhi della faziosità e della partigianeria non ci consentono di interpretarla per quello che è.

Tanto, c’è sempre qualcuno dietro, magari chi non ci è simpatico…

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  • vetrioloblog

    Che il comunismo fosse criminale, lo sapeva anche Lenin.

  • Alessandro Colla

    1) Ognuno può giudicare gradevole o sgradevole la prosa di chiunque, non ho mai sostenuto di essere gradevole. Posso ambire a diventarlo ma non mi ci autodefinisco.
    2) Gli schemi infantili sono quelli che non sanno cosa gli schemi siano. Non avere buone capacità di comunicazione non significa essere cretini, non averle recettive sì.
    3) Affermare “mi dispiace, non è così” è comodo, potremmo utilizzare tutti la stessa frase senza spiegare il perché. Io con i tre giornalisti citati lo farò. Se i miei paragoni confondono le idee pazienza, l’intenzione non è quella. Evidentemente una delle mie mancanze comunicative è legata all’uso frequente di detti paragoni. Minniti non ha varato un decreto che obblighi a leggermi.
    4) Il non avere profondità di pensiero non significa essere scemi, né lo significa avere capacità critiche limitate. La cosa potrebbe derivare da tanti fattori, magari legati all’istruzione o ad altro. Infantile è sentirsi insultati quando l’insulto non c’è.
    5) Non è obbligatorio ridere o apprezzare le battute altrui. Forse sarebbe più corretto non avventurarsi in considerazioni statistiche quando non si hanno dati sufficienti. A meno dI non averli “nel taschino” come veritieri. I film con Alvaro Vitali non mi provocano ilarità ma non dico che non generino la risata di nessuno. Nessuno anche per me? Forse, chi può dirlo? In teatro non è così. E non è tutta claque altrimenti il botteghino sarebbe inutile, così come lo sponsor di turno. Credo che anche qui occorrerebbe prima autovalutare le proprie capacità critico – letterarie nonché critico – teatrali. Un aiuto lo può dare il celebre “Saggio sull’Umorismo” scritto da un signore siciliano dal cognome di quattro sillabe che però non era Mattarella. Non ricordo come si chiamasse e se non fa ridere neanche questo, meglio così. A proposito: le sillabe sono una cosa diversa dalle singole lettere.
    6) Non ho mai chiesto titoli di studio a nessuno. Anche perché rilasciati o riconosciuti da un ente, la Repubblica Italiana, che non mi fornisce alcuna credibilità in proposito. Conosco diverse persone frequentanti questo sito che non sbandierano le proprie certificazion (magari ce le hanno anche) ma che dimostrano un sapere che va al di là dei percorsi scolastici ufficiali. Feltri è a favore della gogna mediatica, Belpietro contro la libera circolazione delle persone e a favore del frontierismo, Fede è un centrista e quindi incompatibile con chi ha una visione estremistica della libertà. Citarli come possibile fonte, con o senza il condizionale, dimostra la completa incapacità di trattare argomenti politici. Ognuno può considerare baggianata ciò che non approva. Ma vera baggianata è l’asserzione priva di logica. Se il collettivismo è di sinistra, l’individualismo non può stare che dalla parte opposta. Baggianata semantica è il continuare a collocare a destra il nazionalsocialismo solo perché differisce dall’internazionalismo dei comunisti. Se si guarda bene la carta geografica, si può notare che gli insediamenti in Palestina, già presenti da millenni, non sono la metà della “stanza” araba. I veri occupanti abusivi sono i giordani. E la stanza, prima, non era “mia” ma del sultano turco. Mi è stata assegnata a patto che il confinante possa averne una anche lui. Rifiuto? Evidentemente preferivo il sultano.
    7) Sull’onestà intellettuale: mi si chiedeva la definizione della dignità senza latinismi. Poi invece si afferma che si voleva la linea di demarcazione tra degno e indegno. Ma se la si offre viene giudicata infantile. Il vero infantilismo è costituito da chi non vuole ammettere che determinate situazioni non consentono posizioni intemedie come il centrismo alla Emlio Fede o alla Giulio Andreotti. Non c’è via di mezzo tra libertà e sua assenza. Posso preferire una situazione autoritaria a una totalitaria ma in nessuno dei due casi si può parlare di situazione libera. Vivere sotto i ponti è meno dignitoso di vivere in una cantina, vivere in una cantina è meno dignitoso di vivere in una baracca. Saranno anche diversi gradi di carenza involontaria di dignità ma nessuna delle realtà citate è un’abitazione civile. In ogni caso, prima di parlare di stadi infantili, sarebbe meglio leggere ciò che in proposito affermano Piaget, Pestalozzi, Maria Montessori e tanti altri.
    8) E’ piacevole accorgersi che chi ritiene di poter considerare quando un paragone possa essere definito improprio e quando no, cada facilmente nell’improprietà evidente. Infatti cozze e vongole sono tutte e due piatti succulenti mentre mancanza di dignità o di libertà sono il cianuro rispetto allo spumante della loro presenza. Se le vongole sono la libertà non le si possono contrapporre alle cozze che magari sono la libertà dei religiosi rispetto a quella dei laici o viceversa. Si tratta di scegliere tra vongole (o cozze) e digiunare, altro che fattori intermedi. Si può preferire il digiuno ma per favore non lo si chiami cibo. Sui ringraziamenti, ognuno è libero di autoringraziarsi. Quanto alle mappe occupazionali, si continua a fingere che i territori occupati nel 1967 non siano frutto di un’aggressione subita. E se invece di due passi io fosse capace di compierne tre qualcun altro, ci si accorgerebbe facilmente che la contrapposizione tra la vita e la morte o tra la libertà e la tirannia è una contrapposizione naturale e non frutto di un presunto dualismo culturale. Tra vita e morte non posso scegliere una via di mezzo, la malattia non lo è. Nei tre passi indietro si possono trovare in miei precedenti commenti le differenze, i trasversalismi, i massimalismi, i minimalismi, le proprietà immanenti, quelle trascendenti e le mille sfumature filosofiche che ogni individuo può possedere e che lo distinguono da un altro individuo. L’esatto contrario, dunque, del dualismo culturale. Destra e Sinistra sono duali semplicemente perché aree contrapposte. Il centro non esiste in quanto non area ma punto. E il punto è una figura adimensionale, credo che allo scientifico lo insegnino anche se è statale. Non ho mai detto che il libertario debba essere per forza ateo o fideista. Può preferire lo stato minimo o l’assenza di stato, può utilizzare l’arma elettorale o l’astensione fiscale, può usare tutte e due le armi o utilizzarne altre a me sconosciute. Certo che un socialdemocratico è meno distante da me di quanto lo sia un collettivista totalitario. Sarà una situazione intermedia ma non è per questo libera. Quindi la libertà in sua natura si contrappone alle altre forme di pensiero. Il dualismo in questo caso non è una scelta ma una condizione naturale. Non volerlo capire è un diritto ma si lasci in pace chi vuole esercitare il diritto contrario di capirlo. Anche temere la libertà è un diritto ma non è onesto chiamare libero ciò che non lo è.
    9) Gli intervalli di autopromozione sono leciti. Io almeno non dico di essere bravo, di avere il master o di aver paretecipato allo zecchino d’oro. Non abbiamo in comune la difficoltà di leggere e capire. Il problema è nell’esposizione che sarà anche “scientifica” ma non sempre è corretta. Scrivere “la prima parte del tuo commento che attribuisci a me…” significa che io attribuirei a un altro quella parte. Tradotto in mezzo alle righe si voleva forse dire che io attribuisco una certa abitudine a un altro. In quel caso si scrive, forse non allo scientifico o nelle facoltà di economia, “la parte del tuo commento dove attribuisci a me…” Poco male. Non ho attribuito ad altri nessun pensiero. Ho scritto solo che mettere le mani nelle tasche di un’altra persona è un’azione da condannare senza bisogno di impianti elettromedicali. Di questi impianti non ha bisogno l’onestà COME non ne hanno bisogno la dignità, la libertà e altro. E’ sul quel “come”, sull’odio verso le similitudini che verte l’intero problema. Il paragone con le malattie mi sembra sia analisi, sì. E ne vado fiero. Lo è, non “mi sembra”. Ogni studioso serio mostra degli esempi. Le patologie sono un male come lo sono la fame e la tirannia. Non è obbligatorio capirlo né volerlo capire, ognuno assume le posizioni che ritiene più opportune. Il paragone del dialogo tra l’anglofono e il latinista lo abbiamo già smontato e nemmeno ce n’ era bisogno in quanto palesemente autosmontabile. Un titolo di un quotidiano non è esemplare rispetto al fuoco di fila di quasi tutti i mezzi di comunicazione di massa contro Israele. Il quotidiano IL TEMPO, che dovrebbe essere in teoria filoisraeliano, ospita quotidianamente in prima pagina una rubrica denominata “Dragonera” che …butta fuoco continuo contro Israele.In occasione dell’articolo dello scorso sedici maggio, ho chiesto al direttore se l’Autorità Nazionale Palestinese non sia per caso diventata azionista di maggioranza della testata editoriale.Terroristi palestinesi ed esercito israeliano lo possiamo anche sentire da voci minoritarie come il Partito Radicale. Ma nella maggior parte dei casi troviamo titoli come “azione terroristica militare nei confronti dei poveri civili palestinesi”. Questa chiusura oculare spiega almeno in parte la chiusura mentale su altro. Stare lontano dalla moda non è autopromozionale, può anche essere controproducente. Non ho detto che tutti debbano stare lontano dalla moda. Fa schifo a me, non ad altri. Sto lontano anche dagli stadi e dagli autodromi ma non affermo che non debbano essere costruiti. Purché non su falde idriche e non con il mio denaro.
    10) Non me ne faccio nulla del cognome di chi non desidero conoscere personalmente. Era solo la curiosità di capire perché quando si prende una posizione ci si debba nascondere e perché questo nascondere sia comune alla stessa tipologia di persone. Non ho mai denunciato nessuno, neanche quando sarebbe stato giusto, né ho mai aggredito qualcuno. In questo caso cosa dovrei denunciare? Dov’è il reato? Non mi sento oltraggiato se mi si dice che il mio pensiero è infantile e non è reato affermarlo. Non ho trovato accuse di commettere azioni spregevoli, leggo di interpretare male le cose o di non capirle ma non di rubare. Non mi si dice esplicitamente “sei scemo” e se anche fosse non querelerei perché ritengo che non dovrebbe essere considerato reato dare dello scemo a qualcuno. Se anche mi si dice genericamente “ladro”, non mi offendo. Diverso sarebbe se mi si dicesse “attendi gli anziani presso l’ufficio postale di piazza San Silvestro a Roma per derubarli delle loro pensioni. E hai derubato il signor Icsipsilon Vuddoppia di ottocento euro il 31 maggio del 2018 alle ore nove. Ti ho visto.”
    In questo caso sarebbe calunnia ma non denuncerei lo stesso. Ci sarebbe, certo, la minaccia finale di prendermi a calci ma non mi interessa neanche quella. Offendersi per così poco significa essere meschini. La stessa meschinità dimostrata dagli intolleranti di ogni luogo ed epoca. L’unica cosa che mi lascia perplesso, ma in fondo non troppo, è la rabbiosa e incomposta reazione a una semplice domanda. Questa sì, simile alle affermazioni del tipico pubblico di Belpietro. C’è qualcosa da nascondere? La domanda, poi, più che mia è stata in passato di altri. Io me ne intendo troppo poco di informatica per capire se due o più persone che partecipano a una discussione per via telematica siano o non siano in realtà un’altra persona. Il campanello d’allarme era di altri amici. Non ho usato la parola “troll” che l’ho imparata da non molto ma con una reazione così scomposta e gratuitamente volgare diventa naturale pensare che gli insinuanti possano avere ragione. Solo che in questo caso, anche perché come è stato giustamente ricordato la firma è più vecchia della mia, voglio pensare il contrario. E che cioè sia solo una semplice reazione dettata da carenza di argomentazioni valide. Non so se sarò in grado di “mostrare i documenti” come mi si invita perentoriamente a fare con linguaggio sbirresco. Mi farò insegnare come si fa a esporre una mia fotografia perché se nella semplice videoscrittura me la cavo, non altrettanto si può dire di molti altri usi dei macchinari informatici. Forse va prima scansionata in penna, non so. Più di una volta ho scritto che abito a Roma in un quartiere del sesto municipio (ex ottavo) chiamato Lunghezza, contrada “Le Botti di Villaggio Prenestino”. Un quartiere – paese, agropastorale, dove ci si conosce tutti e dove tutti siamo facilmente identificabili e rintracciabili. Da piccoli, noi fratelli (in realtà io unico maschio e primogenito), eravamo conosciuti come i figli del maestro Mario e della maestra Carmela. Ci abito dal 26 agosto del 1964 e sono nato il diciannove settembre del 1958. Oggi mi si conosce sul uogo come Presidente dell’Associazione Culturale Zonadieci, come collaboratore della Compagnia Teatrale Ottavo Atto e come operatore in varie attività culturali e associative. Non fornisco il mio indirizzo completo, né anagrafico né telematico, così come non fornisco i miei numeri telefonici perché credo di avere il diritto a un minimo di riservatezza. Ma non mi nascondo. Ci sono amici personali che intervengono qui, con i quali mi frequento e che sanno che non uso pseudonimi. Il fondatore del Movimento mi conosce anche se mi ha visto una sola volta e sa bene che dietro al nome Alessandro Colla non c’è nessun altro. Nel mio quartiere è facile chiedere e ottenere risposta su dove abito, chi vuol venire a verificare non sarà preso a calci né minacciato. Anche tra buona creanza e maleducazione non c’è via di mezzo così come tra buon gusto e cattivo gusto. (“Non è vero, c’è Fred Bongusto”. Ma questa, ovviamente non fa ridere, vero? Comunque noto che non sono solo io ad essere “non sintetico”).

    • Fabrizio Fv

      Torno sintetico.

      La chiudo qui: “taedium semper vicit”

      Devo dire che l’ultima battuta su Fred Bongusto è la prima che mi fa un po’ sorridere,

      Spero di farcela a non leggere mai più i tuoi commenti che secondo me hanno fatto calare il tedio su un sito a cui sono affezionato da molto tempo.

      Spero che tu faccia la stessa cosa con i miei, molto più rari e brevi commenti.

  • Pedante

    Le leggi-bavaglio vaghe e di applicazione arbitaria fanno sì che prendere delle posizioni filoarabe sia più sicuro rispetto alle posizioni antisioniste (le quali potrebbero essere interpretate come antisemite con tutte le conseguenze legali che ciò comporta).

  • Alessandro Colla

    1) Questa del nulla, termine utilizzato quando non si capisce o non si vuole capire, l’ho già sentita da un’altra firma. A questo punto i sospetti degli altri amici del sito potrebbero avere qualche fondamento. In ogni caso ho sempre parlato di argomenti specifici, cioè il contrario del nulla. Se non si è d’accordo con le opinioni tratte dalle argomentazioni lo si dica senza cadere nell’infantile reazione del citare il nulla dove non c’è.
    2) La verbosità è uno dei miei difetti, la mancanza di capacità di sintesi anche. Non ho mai sostenuto di avere buone capacità comunicative ma quando noto che quelle recettive di altri sono ancora più basse, in parte mi consolo. Comunque, meglio scarsa capacità di sintesi che assenza di capacità di analisi.
    3) L’abbondanza di argomentazioni non la scelgo io. Se le argomentazioni sono tante, lo sono e basta. Spesso le mie risposte sono vaste perché chi sostiene certe cose mischia un’argomentazione con un’altra senza necessità e senza una motivazione legata a similitudini. L’aggettivo “inutili” alle argomentazioni altrui dimostra l’ampio grado di tolleranza di chi è abituato ai discorsi precostituiti e non ragionati.
    4) Non ho mai preteso di avere un pensiero profondo. E’ il mio pensiero e basta. Forse, però, per stabilire se un pensiero è profondo o non lo è occorrerebbe un autoesame sulle proprie capacità critiche. Che potrebbero essere notevolmente inferiori a quelle sintetiche.
    5) Se alcuni argomenti rimangono sabbia negli occhi, il motivo potrebbe essere di origine oftalmica. Non tutti hanno bisogno degli occhiali.
    6) Lo sfoggio di latinismi non mi sembra di averlo mai praticato. Se ho usato occasionalmente la locuzione “tertium non datur” è solo perché è abituale e ormai la conoscono tutti. L’ultima volta che ho tradotto dalle lingue antiche è stata la prova scritta dell’esame di liceo, quindi all’epoca di Cavour. Non sono allenato e pertanto evito di cadere in possibili errori ma se qualcuno ha difficoltà di comprensione dovute a studi mancati non se la può prendere con gli altri. Mi sembra che sia qualcun altro ad aver sfoggiato inutili anglismi, forse per mostrare la sua padronanza con le lingue moderne e quindi con il progresso.
    7) Ogni vocabolario associa la dignità al rispetto dovuto a ogni individuo e allo stesso rispetto che un individuo assegna a sé stesso. Se mi si vuoloe contestare il “sé” con l’accento, ci si accomodi; anche se i grammatici moderni lo esortano. Se invece mi si vuole ricordare che nessuno è obbligato ad avere rispetto proprio, ci si può risparmiare la fatica. Concordo, nessuno è obbligato rispettarsi ma per favore non si chiami dignità ciò che non è. Si vuole disprezzare la libertà? La si disprezzi ma non si chiami libertà la tirannia. Dignità è anche riuscire a non morire di fame e a non vivere senza tetto.
    8) Se non si capiscono i paragoni, in relazione al sette dicembre del 1941, non è colpa mia. O forse sì, perché non ho capacità comunicativa ma i paragoni rimangono paragoni. Voleva significare che fu il Giappone ad aggredire gli Stati Uniti e non il contrario. Era una risposta all’accusa di considerare “l’aggressione sistematica come difesa”. Io non riesco a comunicare agli altri ma vedo che c’è chi non riesce a comunicare con la propria persona o a ricordare ciò che scrive. La vita e la morte costituivano a loro volta un paragone atto a replicare all’accusa di dualismo culturale che mi sembra aver dimostrato ormai da anni, ma anche in questi interventi, di essere completamente assente dal mio pensiero.
    9) Forse è propio sul “noiosissimo” che occorrerebbe riconoscere la soggettività del giudizio, dal momento che non tutti considerano i miei interventi noiosi. Io sono tra coloro che li considerano più che noiosi e iperprolissi ma anche la mia è una considerazione personale. Solo che il finale mi mette in difficoltà. Rileggere la prima parte del mio commento. Quale, dal momento che sono intervenuto più di una volta? Il “commento che attribuisci a me”. Attribuisco cosa? A chi? Forse si voleva scrivere (ahi: l’eccesso di sintesi!) che attribuisco ad altri alcune caratteristiche. Bene. Per rispondere in modo esaustivo occorre essere abituati alla lettura critica, non essere superficiali ma analitici. E non scambiare, come qualcuno, l’analisi con l’analogia. Mi sembra di aver preso posizioni esaminando ogni aspetto di una situazione e non limitarmi ad andare dietro alle mode filopalestinesi che falsano od omettono la realtà dei fatti. Le conclusioni possono essere diverse ma il mio modo di esprimermi rifugge dalle mode. La moda, piaccia o non piaccia, non si adatta a me. Qualcuno se ne faccia una ragione. Altri sapranno giudicare se il mio modo di esprimermi sia analitico e sceverante, oppure fatuo e vacuo. Gli stessi sapranno valutare anche i modi di esprimersi appartenenti ad altri soggetti. Che chissà perché, dopo aver lanciato il sasso (intifada?) non si firmano mai per esteso. Al contrario del sottoscritto.

    • Fabrizio Fv

      Molto molto bene, ora mi trovo su una sedia comoda con una tastiera vera e potrò finalmente risponderti estensivamente, ANALIZZANDO il tuo testo in piccoli blocchi.

      Lemie risposte sono quelle comprese tra i simboli ******* xyxyxy********

      1) Questa del nulla, termine utilizzato quando non si capisce o non si vuole capire, l’ho già sentita da un’altra firma.

      ******* Evidentemente non sono l’unico a ricevere questa impressione, comunque lo so , l’ha detto giorgio, che pur avendo idee che mi sembrano collettivistiche, ha un modo di discutere molto più gradevole del tuo*************

      A questo punto i sospetti degli altri amici del sito potrebbero avere qualche fondamento.

      ******* Cercherò di essere il più possibile educato, ma a questa lurida insinuazione mi riservo di rispondere nella parte finale (quella su nome vero/nome inventato) e ti anticipo che sarà molto poco educata, comunque i sospetti non riguardano la mia persona , dal momento che seguo e commento questo sito, sempre con la stessa firma , anche se raramente , praticamente dal momento della sua fondazione*************

      In ogni caso ho sempre parlato di argomenti specifici, cioè il contrario del nulla. Se non si è d’accordo con le opinioni tratte dalle argomentazioni lo si dica senza cadere nell’infantile reazione del citare il nulla dove non c’è.

      ******Infantile reazione, risponderò al blocco più in basso********

      2) La verbosità è uno dei miei difetti, la mancanza di capacità di sintesi anche. Non ho mai sostenuto di avere buone capacità comunicative ma quando noto che quelle recettive di altri sono ancora più basse, in parte mi consolo. Comunque, meglio scarsa capacità di sintesi che assenza di capacità di analisi.

      ******Tipico schema infantile, “Se io sono cretino, tu sei scemo, meglio cretino che scemo” *****

      3) L’abbondanza di argomentazioni non la scelgo io. Se le argomentazioni sono tante, lo sono e basta. Spesso le mie risposte sono vaste perché chi sostiene certe cose mischia un’argomentazione con un’altra senza necessità e senza una motivazione legata a similitudini. L’aggettivo “inutili” alle argomentazioni altrui dimostra l’ampio grado di tolleranza di chi è abituato ai discorsi precostituiti e non ragionati.

      ******* Mi spiace, ma non è così, se si parla di demarcazione fra degno e indegno , mettersi a parlare di mieloma, salute, fattucchiere, Galileo, F.D. Roosvelt è una scelta tua personale , la cui unica utilità è quella di confondere chi legge*******

      4) Non ho mai preteso di avere un pensiero profondo. E’ il mio pensiero e basta. Forse, però, per stabilire se un pensiero è profondo o non lo è occorrerebbe un autoesame sulle proprie capacità critiche. Che potrebbero essere notevolmente inferiori a quelle sintetiche.

      ****** Seconda reazione infantile ……. “Tu sei più scemo di me” *******

      5) Se alcuni argomenti rimangono sabbia negli occhi, il motivo potrebbe essere di origine oftalmica. Non tutti hanno bisogno degli occhiali.

      ******* Ma guarda , guarda, mi tocca citare giorgio per ben due volte, questo è il classico gioco di parole che non fa ridere nessuno, per fare battute di spirito bisogna anche essere persone spiritose , se no sono soltanto battute stanche che non fanno ridere nessuno, a questo proposito mi torna in mente quel capolavoro di umorismo di qualche post precedente ….. “Chi vuol esser tetro sia …..” ************

      6) Lo sfoggio di latinismi non mi sembra di averlo mai praticato. Se ho usato occasionalmente la locuzione “tertium non datur” è solo perché è abituale e ormai la conoscono tutti. L’ultima volta che ho tradotto dalle lingue antiche è stata la prova scritta dell’esame di liceo, quindi all’epoca di Cavour. Non sono allenato e pertanto evito di cadere in possibili errori ma se qualcuno ha difficoltà di comprensione dovute a studi mancati non se la può prendere con gli altri.

      ********* Maturità scientifica e laurea in economia e commercio ***********

      Mi sembra che sia qualcun altro ad aver sfoggiato inutili anglismi, forse per mostrare la sua padronanza con le lingue moderne e quindi con il progresso.

      ******* Forse per aver fatto un copia e incolla di una citazione originale di Rothbard? (In risposta a quella baggianata sulla destra).
      Sì , certo , visto che , anche se non sembra, abbiamo un interesse comune nel pensiero libertario , preferisco fare riferimento alle fonti originali Rothbard, Konkin, Hayek, Browne ……. mentre dal linguaggio e dalla terminologia che usi sembrerebbe che le tue fonti siano piuttosto Feltri, Belpietro, Fede …. Ho scritto sembrerebbe, perchè sto facendo una supposizione e , al contrario di te , che hai la verità oggettiva nel taschino della camicia, ammetto a volte la possibilità di sbagliare.
      Per finire questo punto, visto che ho padronanza del progresso , immagino che sarò autorizzato ad invadere metà della tua stanza.****************

      7) Ogni vocabolario associa la dignità al rispetto dovuto a ogni individuo e allo stesso rispetto che un individuo assegna a sé stesso. Se mi si vuoloe contestare il “sé” con l’accento, ci si accomodi; anche se i grammatici moderni lo esortano. Se invece mi si vuole ricordare che nessuno è obbligato ad avere rispetto proprio, ci si può risparmiare la fatica. Concordo, nessuno è obbligato rispettarsi ma per favore non si chiami dignità ciò che non è.

      ********* Conosco il significato della parola dignità, parlavo invece dell’impossibilità di trovare una linea di demarcazione precisa tra degno e indegno.
      Il sè con l’accento non mi interessa particolarmente, si sa con le tastiere piccole succede, comunque sempre utile per aggiungere aria fritta**********

      Si vuole disprezzare la libertà? La si disprezzi ma non si chiami libertà la tirannia. Dignità è anche riuscire a non morire di fame e a non vivere senza tetto.

      ****** Usare gli estremi è molto infantile, certo lo so che vivere sotto un ponte non è un’esistenza degna, ma che si può dire di situazioni intermedie? …. niente, quindi il giudizio è soggettivo **********

      8) Se non si capiscono i paragoni, in relazione al sette dicembre del 1941, non è colpa mia. O forse sì, perché non ho capacità comunicativa ma i paragoni rimangono paragoni. Voleva significare che fu il Giappone ad aggredire gli Stati Uniti e non il contrario.

      ****** Per spiegarti cosa intendevo per uso improprio di paragone userò l’ESPEDIENTE RETORICO del dialogo fra due personaggi immaginari.
      Fabrizio Anglofono:” Secondo me le cozze sono molto più buone delle vongole”.
      Alessandro Latinista:” Se qualcuno afferma che il cianuro è più buono dello champagne è liberissimo di farlo, ma il cianuro è cianuro e lo chamoagne è champagne”
      Fabrizio Anglofono:” Grazie al cazzo”.
      Uh uh mi è scappato, avevo promesso di essere educato, scusate ;) ******

      Era una risposta all’accusa di considerare “l’aggressione sistematica come difesa”.

      ******** https://ixquick-proxy.com/do/spg/show_picture.pl?l=italiano&rais=1&oiu=http%3A%2F%2Ffncrsi.altervista.org%2FIsraele_prima_dopo.jpg&sp=827c13f82b09cad7aec1b307a06d6b72 ****

      Io non riesco a comunicare agli altri ma vedo che c’è chi non riesce a comunicare con la propria persona o a ricordare ciò che scrive. La vita e la morte costituivano a loro volta un paragone atto a replicare all’accusa di dualismo culturale che mi sembra aver dimostrato ormai da anni, ma anche in questi interventi, di essere completamente assente dal mio pensiero.

      ****** Vita/ morte , destra / sinistra , torna indietro di due passi *******

      9) Forse è propio sul “noiosissimo” che occorrerebbe riconoscere la soggettività del giudizio, dal momento che non tutti considerano i miei interventi noiosi.

      ***** Intervallo di autopromozione********

      Io sono tra coloro che li considerano più che noiosi e iperprolissi ma anche la mia è una considerazione personale. Solo che il finale mi mette in difficoltà.

      **********Vedo che abbiamo un’altra cosa in comune, la difficoltà di leggere e capire********

      Rileggere la prima parte del mio commento. Quale, dal momento che sono intervenuto più di una volta? Il “commento che attribuisci a me”. Attribuisco cosa? A chi? Forse si voleva scrivere (ahi: l’eccesso di sintesi!) che attribuisco ad altri alcune caratteristiche. Bene. Per rispondere in modo esaustivo occorre essere abituati alla lettura critica, non essere superficiali ma analitici.

      ********* Risponderti usando una tua risposta che attribuisce un pensiero a me che non ho espresso, ma diventa il seguito di un tuo pensiero è molto ricorsivo e circonvoluto, ma su questo dovresti essere abbastanza allenato …. ecco qui: “Eppure si dovrebbe sapere che se metto le mani nelle tasche di un altro sto compiendo un azione disonesta. Se è un’opinione anche questa, salta ogni possibilità di convivenza umana”. Ho detto questo? Non mi sembra , questo si chiama lettura del pensiero (acc… stavo per scrivere mind reading ;)).*******

      E non scambiare, come qualcuno, l’analisi con l’analogia.

      ***** Chi è? forse tu . Analogia (arbitraria aggiungo) si riferiva al paragone col mieloma, ti sembra che sia analisi?
      Se così fosse, vatti a rileggere il dialogo fra Anglofono e Latinista su cozze e cianuro.*******

      Mi sembra di aver preso posizioni esaminando ogni aspetto di una situazione e non limitarmi ad andare dietro alle mode filopalestinesi che falsano od omettono la realtà dei fatti.

      ******* Ma dove? …. è da quando sono nato che sento dire terroristi palestinesi e esercito israeliano, qualche giorno fa il Corriere della Sera titolava “50motivi per amare lo stato di Israele” , così per fare un piccolo esempio.*********

      Le conclusioni possono essere diverse ma il mio modo di esprimermi rifugge dalle mode. La moda, piaccia o non piaccia, non si adatta a me.

      *****Secondo spazio di autopromozione, lascio il commento in bianco******

      Qualcuno se ne faccia una ragione. Altri sapranno giudicare se il mio modo di esprimermi sia analitico e sceverante, oppure fatuo e vacuo. Gli stessi sapranno valutare anche i modi di esprimersi appartenenti ad altri soggetti. Che chissà perché, dopo aver lanciato il sasso (intifada?) non si firmano mai per esteso. Al contrario del sottoscritto.

      ******Come promesso fine dell’educazione.
      Ahhahaha la penosa storia del nome e cognome viene fuori periodicamente.
      Ma che cazzo te ne fai del mio cognome? Vuoi denunciarmi? Vuoi venirmi ad aspettare sotto casa? se così fosse potrò finalmente divertirmi a ricacciarti in bocca a calci quella insinuazione che io sia un troll con più nomi.
      Visto che ti piace tanto insinuare, chi mi assicura che Colla sia il tuo vero cognome, postami un documento di identità in corso di validità, incurvato sulla diagonale, con luce a 45 gradi per rendere impossibile la correzione con Photoshop, se ci tieni tanto al tuo nome anagrafico, diversamente “Alessandro Colla” scritto su uno schermo non vale una cicca.********

      ——————– FINIS, PRO BONO MALUM———————————–

      P.S. La frase in latino (!) è una citazione dall’Orlando Furioso, quindi si potrebbe supporre che io e Ludovico Ariosto siamo lo stesso troll che disturba i blog fin dai tempi in cui si sviluppavano sulla pergamena ….. tanto per aggiungere un’ultima coda sull’uso a cazzo delle analogie.

  • Fabrizio Fv

    Che c’entra pearl harbor? Che c’entra Roosvelt? Che c’entra la vita e la morte?
    Comunque rileggiti la prima parte del tuo noiosissimo commento che attribuisci a me e vedrai che si adatta perfettamente al tuo modo di esprimerti.

  • Alessandro Colla

    Noia mortale è un complimento quando proviene da chi non è abituato alla lettura critica ma solo ai suoi aspetti superficiali. Sul saper rispondere occorrerebbe anche qui essere abituati ad analizzare ciò che si legge. E’ stato detto che vivere nel fango possa essere un legittimo diritto e nessuno lo ha negato. E’ stato proposto un paragone con un poeta notaio famoso, seguace di Francesco d’Assisi, che in una sua poesia chiedeva a Dio le malattie ma le chiamava tali e non le definiva indice di benessere e salute. Quindi l’argomento non è stato deviato, è stato utilizzato un paragone che può anche non piacere ma che comunque riguarda la questione. I mali sono molto brutti ma possono costituire paragoni efficaci. Nessuno sostiene che la dignità sia stata misurata con apparecchi elettromedicali. Ma neanche l’onestà, la libertà, la sapienza vengono misurate in clinica. Eppure si dovrebbe sapere che se metto le mani nelle tasche di un altro sto compiendo un azione disonesta. Se è un’opinione anche questa, salta ogni possibilità di convivenza umana. Sugli specchi, abitualmente ci si arrampicano coloro che negano la realtà delle cose; magari anche la forza di gravità. I cardinali che contestavano Galileo utilizzavano più o meno la stessa tecnica. Solo che non la condivano con esibizioni anglofone tanto per mostrarsi moderni nell’aspetto, anche se arretrati nella scienza. Mischiare gli argomenti, poi, è tipico di chi non sa rispondere e sostiene che a non rispondere siano gli altri. Ecco la vera sabbia, tirare fuori la questione riguardante la Destra e l’individualismo quando sono argomenti trattati non in questa discussione ma in commenti riguardanti altre questioni. In ogni momdo lo ribadisco: se il collettivismo è di sinistra, per pura logica l’individualismo si trova dalla parte opposta. Questo le vere menti primitive si rifiutano di accettarlo come rifiutano di accettare di essere loro gli abitanti della caverna. Dove avrei ricondotto TUTTO al pensiero dualista? Ho sempre sostenuto che all’interno delle varie forme di pensiero possono esistere e convivere idee diverse sull’estetica, sulla metodologia, sull’immanenza e la trascendenza, sulle pratiche religiose. Così come possono crearsi dei trasversalismi tra correnti diverse, dei massimalismi, dei minimalismi degli estremismi, dei relativismi, dei “moderatismi”… Il problema è che sull’onestà, la salute, la libertà e altri aspetti della vita umana il tertium non datur è nella natura. Non c’è via di mezzo tra la vita e la morte, non è culturalmente dualistico o manicheo chi lo riconosce. E’ se mai astruso e cavernicolo chi superstiziosamente si rifiuta di riconoscerlo. Maestri della neolingua sono coloro che chiamano vita la morte e morte la vita. Sull’onestà intellettuale è sufficiente rileggere frasi dove si asserisce che avrei definito difensiva l’aggressione sistematica. I veri disonesti intelletualmente sono quelli che definiscono aggressione la costituzione di una comunità territoriale e negano che ci sia stata un’azione militare iniziata da altri nei confronti di questa comunità. Al netto degli abusi e degli errori compiuti dopo, le navi colpite a Pearl Harbor non erano giapponesi. Naturalmente anche questo paragone risulterà fastidioso ai veri incapaci di rispondere perché “Roosvelt sapeva” e perché “non c’entra con la dignità”. Ma forse c’entra per comprendere la differenza tra aggressore e aggredito. Quanto alla retorica, mi sembra che quasi tutta la tendenza modaiola sia filoaraba. Per giudicare se uno scritto sia o non sia retorico e se questa presunta retorica sia vuota o piena, occorrerebbe informarsi di cosa la retorica realmente sia. Altrimenti, se definiamo retorico e vuoto tutto ciò che non condividiamo, siamo tutti retorici e vuoti. Questo è il vero, primitivo e pericoloso dualismo culturale: tutto ciò che non ci piace è vuoto e retorico. E utilizziamo questo frasario, tipico della disonestà intellettuale, quando non sappiamo controargomentare. Questa sì, tendenza di bassa lega. Retorica o no.

    • Fabrizio Fv

      Verbosità per ammanare il nulla, le buone capacità comunicative dovrebbero anche contemplare le capacità di sintesi. L’abbondanza di argomentazioni inutili non definiscono necessariamente profondità di pensiero, quasi sempre rimangono sabbia negli occhi.
      Per essere sintetici e saper argomentare senza sfoggio di latinismi, mi daresti , per cortesia una definizione oggettiva di dignità?

  • Alessandro Colla

    Non so in quali commenti si possa ravvisare l’influenza dell’idea che sia giusto massacrare i selvaggi. Su Francesco d’Assisi è stato scritto che era padronissimo di scegliere una vita non dignitosa. La soggettività del giudizio in merito è simile a quella di chi sostiene che essere affetto dal mieloma sia indizio di ottima salute perché il concetto di salute è soggettivo. Si può essere contenti di essere affetti da patologie e non bisogna essere sterminati per questo; ma non si può pretendere che il mieloma non sia riconosciuto come patologia. Un francescano a denominazione di origine controllata, Jacopone da Todi, scrisse un carme in cui chiedeva alle alte autorità divine di essere afflitto da tutte le malattie. Liberissimo ma le chiamava, appunto, malattie. Chi vuole, viva pure nel fango. Ma non pretenda che vivere nel fango possa essere definito dignitoso. Né che la dittatura venga chiamata libertà. In questo rischiamo un vortice più pericoloso dell’auspicato sterminio dei selvaggi, il vortice della neolingua già denunciato da Orwell e in questo sito più volte richiamato. Il tutto perché non si vuole ammettere che se prima sto sotto al sultanato turco, non ha senso dire che ci rimetto se per avere autonomia territoriale una parte di terra va a un’altra comunità. Prima, in quella terra, non potevo entrare perché di proprietà abusiva del sultano o della corona inglese. Dopo potrei avere una mia parte di terra ma il “cugino” giordano se la prende e che faccio? Do la colpa a una comunità perché composta da persone che se di sesso femminile vanno in giro col volto scoperto! Ecco dov’è il problema. La libertà di scegleirsi il proprio stile di vita è negata proprio da coloro che chiamano salute la malattia e malattia la salute. Tra malattia e salute la linea di demarcazione c’è. Chi vuol esser tetro sia, la salute è una certezza. Ognuno si rallegri se vuole essere malato ma la scienza, quella seria e lontana dalle fattucchiere, continuerà a definire patologia quella di cui è affetto.

    • Fabrizio Fv

      No. Il tuo paragone con il mieloma non regge neanche un po’ , anzi è uno strumento retorico di bassa lega per almeno tre motivi.
      1) quando non sai rispondere getta sabbia negli occhi all’avversario, infatti stai deviando l’argomento.
      2) uso del pensiero analogico,, hai arbitrariamente costruito un paragone con qualcosa di molto molto brutto che non ha nessun legame con l’argomento di partenxa (misura oggettiva della dignità).
      3) gli esami clinici rilevano i tumori, ma non mi risulta esistano macchine elettromedicali che rilevano la dignità.
      Quanto poi al vortice della neolingua il marstro sei proprio tu, quando definisci l’aggressione sistematica come difesa, quando cerchi di convincerci che tutti gli individuslisti sono di destra con tanto di esibizione di free climbing sugli specchi, quando cerchi di ricondurre tutto al pensiero dualista (tipico delle menti promitive).
      Retorica vuota con sconfinamenti nel pericoloso terreno della disonestà intellettuale, condita di noia mortale.

  • Alessandro Colla

    Si è liberi di scegliere la poverta? La si scelga. Senza costringere gli altri ad abbracciarla. E soprattutto non la si chiami ricchezza o benessere. Francesco d’Assisi amava vivere nel fango? Se la risposta è sì vuol dire che non amava la vita dignitosa. Padronissimo di sceglierne una non dignitosa ma anche qui le cose vanno chiamate con il loro nome.

    • Fabrizio Fv

      A questo punto però bisognerebbe sapere CON PRECISIONE dove si trova la netta linea di demarcazione tra la vita dignitosa e quella indegna , diversamente si entra nel regno del giudizio soggettivo.

      Ad esempio ad Hong Kong c’è molta ricchezza, ma vivere all’interno di una tale densità di popolazione è IMHO (come si diceva ai bei tempi delle discussioni su yahoo) molto lontano dalla dignità.
      La vita dei nomadi delle steppe mongole non è molto ricca , ma è molto dignitosa, sempre secondo il mio soggettivo giudizio..

      In ogni caso, aldilà degli esempi, il punto di partenza di ogni filosofia che osi definirsi libertaria, deovrebbe essere la libertà totale di scegliersi IL PROPRIO STILE DI VITA.

      Purtroppo in molti commenti e in particolare in questo thread, vedo una fortissima influenza della filosofia di Teddy Roosvelt (“massacrare i selvaggi contribuisce al progresso della civiltà”)

  • Alessandro Colla

    Il commento firmato “quando si parla degli Stati Uniti” è mio. Devo aver iniziato a scriverlo nel campo sbagliato. Me ne scuso con chi legge e con i gestori del sito.

  • uando si parla degli Stati Uniti

    Quindi, ammesso che anche la CIA non dia bufale e che lasci entrare chiunque nel proprio sito, la mortalita infantile cubana è superiore a quella italiana. Malgrado la nostra disastrata sanità. In ogni caso la mortalità infantile cubana è sicuramente superiore a quella dell’Ohio, del Montana e del Maine mentre può essere più bassa rispetto a quella Louisiana, del Nuovo Messico e dell’Alabama. Quando si parla degli Stati Uniti occorre sempre tenere presente la loro “questione meridionale”. Non so se i musulmani siano buoni o cattivi e non mi interessa. E’ un dato di fatto che i territori a disposizione dei palestinesi siano prerogativa dei loro “fratelli arabi”. Non so se perché li considerino arretrati e cattivi. Non lo escluderei. L’impressione è quella del giordano che ha per il palestinese la stessa considerazione che ha un certo tipo di italiano nei confronti del rom.

  • giorgio

    in verità l’informazione l’ho trovata sul sito della CIA. queste sono le statistiche di parte americana:
    cuba:
    Infant mortality rate:
    total: 4.4 deaths/1,000 live births
    male: 4.9 deaths/1,000 live births
    female: 3.9 deaths/1,000 live births (2017 est.)

    US
    Infant mortality rate:
    total: 5.8 deaths/1,000 live births
    male: 6.3 deaths/1,000 live births
    female: 5.3 deaths/1,000 live births (2017 est.)

    sì va beh, gli ebrei sono arrivati, hanno portato benessere e stabilità, i palestinesi arretrati e cattivi sono stati relegati dai loro stessi sodali in poche zone, perché tra simili ci si capisce e ci si aiuta così…
    che cattivi ‘sti musulmani!!!

  • Alessandro Colla

    Sulla mortalità infantile a Cuba si può immaginare l’attendibilità delle autorità locali, pari a quella che voleva la Russia che prduceva tanto grano e che stava per superare l’occidente in fase di industrializzazione e benessere. Le testimonianze che ho avuto personalmente da parte di donne profughe cubane, sono diametralmente opposte. Sui tassi di natalità non mi si venga a raccontare che il “resto del mondo” li abbi alti perché c’è più benessere. La ripartizione ONU, così come la risoluzione Balfour, non prevedeva riserve; gli arabi non erano affatto confinati, non erano tutti stanziali e la loro parte non era un fazzoletto esiguo di terra. Gli ampi spazi per i palestinesi sono occupati da giordani e irakeni, si addebiti a loro la responsabilità delle riserve confinarie. Ossia agli stessi paesi che hanno attaccato Israele per primi. E Israele non ha mai preteso che qualcuno si metta volontariamente da parte.

  • giorgio

    sì certo, il tasso di mortalità infantile è molto importante, ma lo è pure il tasso di natalità, e qui non ci sono paragoni tra occidente e il resto del mondo. senza contare che se andiamo a vedere i tassi di mortalità infantile in giro per il mondo, notiamo senza troppo stupore che il paese capitalista e individualista per antonomasia ha tassi di mortalità infantile superiori a quelli di cuba tanto per intenderci.
    per quanto riguarda la questione aggressore/aggredito, credo che ci siano pochi dubbi su chi sia chi in riferimento alla aliyah: di fatto, gli aggrediti sono stati confinati in vere e proprie riserve. o veramente vogliamo credere che un popolo stanziale in un territorio si faccia volontariamente da parte e accetti di vivere in un fazzoletto esiguo di terra per lasciare tutto lo spazio principale a della gente venuta da fuori?

  • Alessandro Colla

    Nessuno ha parlato di homo oeconomicus e parlare di arretratezza o di progresso non ha nulla a che vedere con l’utilitarismo. Per lo meno non obbligatoriamente. Se il significato di dignità è opinabile, allora è tale anche quello di libertà, di tirannia, di vita e di morte. Se veloce significa lento e lento significa veloce, allora anche che il suono viaggi a 343 metri al secondo nell’aria è un’opinione. Un’aggressione è un’aggressione. Anche l’individuo più selvaggio lo riconosce. Magari dà delle squallide giustificazioni alla sua azione ma non dice di agire per difesa. Se sto sotto al sultanato turco per secoli e mi si prospetta la libertà e l’autodeterminazione in cambio di una parziale rinuncia a una striscia di terrra, sono uno sciocco ad oppormi. A meno che anche l’intelligenza e la stupidità non siano opinabili.

    • Pedante

      “Ognuno può essere convinto che vivere nel fango sia dignitoso ma la dignità è un fattore oggettivo, non un’opinione.”

      San Francesco e molti altri hanno scelto il fango piuttosto che la ricchezza. Il benessere materiale non è tutto. Si è anche liberi di scegliere la povertà.

  • Pedante

    “Fu errore fondamentale della scuola storica tedesca delle wirtschaftlichen Staatswissenschaften e dell’istituzionalismo americano interpretare l’economia come caratterizzazione di un tipo ideale, l’homo oeconomicus. Secondo questa dottrina l’economia tradizionale od ortodossa non tratta dell’uomo quale realmente è e agisce, ma di una immagine fittizia o ipotetica. Descrive un essere determinato esclusivamente da motivi “economici”, cioè soltanto dall’intenzione di fare il maggior profitto materiale o monetario possibile. Tale essere non ha né ha mai avuto un corrispondente nella realtà; è il fantasma di una spuria filosofia cattedratica. Nessun uomo è motivato esclusivamente dal desiderio di diventare il più ricco possibile; molti non sono affatto influenzati da questa sollecitazione. È vano riferirsi ad un omuncolo così illusorio nel trattare della vita e della storia. Anche se questo fosse realmente il significato dell’economia classica, l’homo oeconomicus non sarebbe certamente un tipo, ideale.”

    L’Azione Umana, p. 60

  • Alessandro Colla

    A parte che occorrerebbe saper riconoscere l’oggettività quando si parla di stadi avanzati o arretrati. Se in una situazione la mortalità infantile è inferiore all’uno per il miliardo e in un’altra è dell’ottanta per cento, non esiste la categoria occidentale e quella orientale. Infatti i giapponesi sono più occidentali, culturalmente parlando, di altre popolazioni asiatiche. Che per qualcuno la felicità consista nell’infelicità? Magari perché l’infelicità è una tradizione? Ognuno può essere convinto che vivere nel fango sia dignitoso ma la dignità è un fattore oggettivo, non un’opinione. Così come lo è la velocità del suono, la salute o la malattia, la vita e la morte. Se seguire il Talmùd è sufficiente per vivere una vita dignitosa, vuol dire che il Talmùd è dignitoso. E infatti lo è. L’aggressore pre principio non è mai dignitoso e ogni testo che giustifichi l’aggressione è contro la dignità. Salvo arrampicamenti linguistico – semantici già descritti efficacemente da George Orwell, dove la vita può essere tranquillamente chiamata morte e la morte vita. Che i confini del 1948 fossero sbilanciait a favore degli israeliani è una legittima opinione; non è comunque la mia. Che la disponibilità israeliana sia solo sui confini attuali è ancora tutta da dimostrare. Provi l’Autorità Nazionale Palestinese a riconoscere Israele sulla carta geografica e come soggetto di diritto internazionale, si vedrà quali margini di trattativa si apriranno nel caso. E con sorprese da scenari inimmaginabili.

    • Pedante

      Continuo a non capire questo ragionamento utilitarista (“stadi avanzati o arretrati”). L’homo è solo in parte oeconomicus.

      “la dignità è un fattore oggettivo, non un’opinione” Su cosa significhi “dignità” ci possono essere opinioni molto diverse.

  • giorgio

    il colla continua a ragionare con le categorie tipiche di un occidentale non rendendosi conto che quello che per lui è più avanzato per altri potrebbe essere semplicemente corrotto o negativo. il colla misura il progresso con indici che molti popoli ignorano volutamente per privilegiare altri aspetti che nulla hanno a che fare con il benessere in cui l’occidente è cullato. la felicità per molte persone è adeguarsi alle proprie tradizioni, sebbene questo al colla risulti inconcepibile. essere musulmano e seguire la sunna è tutto ciò che molti musulmani credono basti per condurre una vita dignitosa. cosa che del resto molti ebrei in israele fanno nei confronti del talmud.
    che israele sia a favore dei due stati è vero, ma è altrettanto vero che israele è disposto ad accettare questa soluzione solo ed esclusivamente nel caso in cui i confini siano quelli attuali e di certo non quelli del ’48, che già al tempo erano pesantemente sbilanciati nei confronti degli israeliani.

  • Alessandro Colla

    “Secondo il settimanale Koteret…” e via dicendo. Illazioni, quindi, non prove. Gli Stati Uniti avranno pure finanziato Stalin contro Hitler ma non hanno inventato il comunismo. Non regge il paragone dell’Italia che dopo un’ipotetica occupazione NATO avrebbe dovuto spartire metà del territorio con altri. Nel caso di Israele non era la metà. Israele è una striscia nella partizione territoriale che se applicata darebbe spazio a tutti i palestinesi. Non è Israele che non vuole applicarla ma le altre nazioni arabe. Inoltre i palestinesi stavano sotto il sultanato turco. Se per essere liberato da una tirannia dovessi “pagare il prezzo” di condividere la libertà con altri, non vedo quale sia il problema. Soprattutto se questi “altri” sono più avanzati di me. Ed è questo il nocciolo del problema. Le donne ebree andavano in giro liberamente, quelle arabe (islamiche, cristiane o altro) erano e sono nascoste e velate. Tranne quando servono come scudo umano. Era ed è questo il fastidio che i capi arabi provavano e provano nei confronti degli ebrei. Il rischio della convivenza è che i sottomessi smettano di considerare giusto l’essere tali.

  • spago

    A proposito di Hamas non accetta i due stati, riporto da un articolo su Foreign Policy Journal:

    The elected representatives of the Palestinian people in Yasser Arafat’s Palestine Liberation Organization (PLO) had since the 70s recognized the state of Israel and accepted the two-state solution to the conflict. Despite this, Western media continued through the 90s to report that the PLO rejected this solution and instead wanted to wipe Israel off the map.

    The pattern has been repeated since Hamas was voted into power in the 2006 Palestinian elections. Although Hamas has for years accepted the reality of the state of Israel and demonstrated a willingness to accept a Palestinian state in the West Bank and Gaza Strip alongside Israel, it is virtually obligatory for Western mainstream media, even today, to report that Hamas rejects the two-state solution, that it instead seeks “to destroy Israel”.

    In fact, in early 2004, shortly before he was assassinated by Israel, Hamas founder Sheik Ahmed Yassin said that Hamas could accept a Palestinian state alongside Israel. Hamas has since repeatedly reiterated its willingness to accept a two-state solution.

    In early 2005, Hamas issued a document stating its goal of seeking a Palestinian state alongside Israel and recognizing the 1967 borders.

    The exiled head of the political bureau of Hamas, Khalid Mish’al, wrote in the London Guardian in January 2006 that Hamas was “ready to make a just peace”. He wrote that “We shall never recognize the right of any power to rob us of our land and deny us our national rights…. But if you are willing to accept the principle of a long-term truce, we are prepared to negotiate the terms.”

    During the campaigning for the 2006 elections, the top Hamas official in Gaza, Mahmoud al-Zahar said that Hamas was ready to “accept to establish our independent state on the area occupied [in] ’67”, a tacit recognition of the state of Israel.

    The elected prime minister from Hamas, Ismail Haniyeh, said in February 2006 that Hamas accepted “the establishment of a Palestinian state” within the “1967 borders”.

    In April 2008, former U.S. President Jimmy Carter met with Hamas officials and afterward stated that Hamas “would accept a Palestinian state on the 1967 borders” and would “accept the right of Israel to live as a neighbor next door in peace”. It was Hamas’ “ultimate goal to see Israel living in their allocated borders, the 1967 borders, and a contiguous, vital Palestinian state alongside.”

    That same month Hamas leader Meshal said, “We have offered a truce if Israel withdraws to the 1967 borders, a truce of 10 years as a proof of recognition.”

    In 2009, Meshal said that Hamas “has accepted a Palestinian state on the 1967 borders”.

    Hamas’ shift in policy away from total rejection of the existence of the state of Israel towards acceptance of the international consensus on a two-state solution to the conflict is in no small part a reflection of the will of the Palestinian public. A public opinion survey from April of last year, for instance, found that three out of four Palestinians were willing to accept a two-state solution.

  • Alessandro Colla

    Inutilizzato significa anche non abitato perché inabitabile senza i pozzi. Il colonialismo non c’entra perché la dichiarazione Balfour prevedeva la nascita di due sovranità. Israele era ed è disponibile all’idea delle due nazionalità, i palestinesi no. E il territorio a loro assegnato fu occupato da giordani, irakeni, egiziani e compagnia mezzalunando; non da Israele. Il paragone con l’Italia è fuorviante perché il territorio da spartire non era a metà. E poi, NATO o non NATO era già successo con l’invasione sabauda. Solo che i Savoia non erano perseguitati e senza terra. Se si guarda bene la carta geografica, Israele è un’entità minuscola sotto l’aspetto spaziale. Molto più ampio il terrritorio che i “fratelli arabi” hanno sottratto ai palestinesi con il pretesto della loro protezione (questo sì che è colonialismo paternalista) sferrando per primi l’attacco militare. Theodor Herzle forniva dati diversi sulle percentuali relative agli insediamenti ebraici di fine ottocento. In ogni caso, l’idea venne per poter permettere agli ebrei perseguitati di avere un luogo nel quale vivere. Non so da dove vengano le percentuali relative ai grandi finanziatori dei partiti statunitensi, so che la stampa conformista e politicamente corretta è tutta schierata contro Israele. Accusare questa nazione di voler provocare i conflitti è ridicolo, visto che gode di cattiva fama solo perché si limita a difendersi. Mi sembra strano che si pensi che gli ebrei vadano contro i loro interessi o che provino piacere a essere criticati e isolati dalla comunità internazionale. L’ONU non è mai stata tenera con Israele nelle risoluzioni degli ultimi decenni. Ritego assurdo pensare che gli ebrei siano cretini.

    • Dino

      Hamas non è favorevole ai due stati, è per la distruzione dello stato d’Israele. Inoltre quel senso palesemente giustificatorio, fornito da alcuni ambienti intellettuali Europei, in occasione di quando avviarono nel decennio scorso quella pazzesca campagna d’attentati suicidi in Israele, sembra adesso ritorcersi contro di noi.

    • Pedante

      La dichiarazione Balfour prevedeva che non fosse fatto niente “per pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina.”
      http://nena-news.it/opinione-la-dichiarazione-balfour-uno-studio-sulla-doppiezza-britannica/

  • Pedante

    “Il 55% di un territorio a una minoranza ma era un territorio praticamente inutillizzato dagli arabi mentre gli ebrei hanno creato l’acqua, gli orti e i giardini in pieno deserto.”

    Con questa logica utilitarista si può anche giustificare la colonizzazione dell’Africa da parte delle nazioni europee (ora dalla Cina). (Gli indigeni non sapevano e tuttora non sanno gestire le loro risorse).

  • Alessandro Colla

    Il 55% di un territorio a una minoranza ma era un territorio praticamente inutillizzato dagli arabi mentre gli ebrei hanno creato l’acqua, gli orti e i giardini in pieno deserto. Di questo se ne sono avvantaggiati anche gli arabi. Di tutto il territorio circostante c’era e ci sarebbe spazio per tutti se solo la Giordania non si mangiasse tutta la disponibilità reale. Il paragone con l’Italia e la NATO non regge dal momento che da noi non ci sono terre vergini. Non è il problema delle proprietà di 2000 anni or sono ma della continuità di popolazione ebraiche sul territorio sotto il profilo millenario. Il grafico sulle violazioni del cessate il fuoco non lo conosco ma mi sembra strano che non venga utilizzato da ogni sinistra e dai cattolici moroteo – andreottiani sempre in linea con la politica internazionale filoaraba. Le amnistie per chi in guerra è andato oltre, non le hanno inventate gli israeliani. Vengono praticate da tutti e da sempre. Togliatti, addirittura, propose l’amnistia non solo per i suoi come nel caso Moranino; ma anche per i fascisti. La percentuale sui donatori americani con l’ottanta per cento degli ebrei non mi sembra attendibile. La trovo, anzi, numericamente impossibile. Ciò in quanto sia tra i ricchi che tra i poveri o i medii americani, il numero dei sostenitori è in stragrande maggioranza protestante. Altrimenti dovremmo dire che siccome si sono avvistati dei mafiosi tra i finanziatori, la maggioranza dei finanziamenti sia mafiosa. Mario Cuomo aveva sostenitori italiani cattolici più che ebrei. Rudolf Giuliani anche. Non solo elettori ma anche finanziatori e ho citato sia un democratico che un repubblicano.

  • giorgio

    senza contare il fatto che le azioni terroristiche a vocazione anche internazionale sono state compiute in primis dagli ebrei, in particolare dalla famigerata banda stern colpevole di omicidi illustri e stragi su larga scala. i palestinesi, oltre all’invasione, hanno dovuto subire pure atti intimidatori il cui unico scopo era la loro soppressione fisica, se non avessero accettato di andarsene. e come premio, lo stato israeliano ha amnistiato i responsabili, o meglio i carnefici di questa organizzazione terroristica.

  • alpha

    prima della prima aliyah gli ebrei erano il 2%, cioè circa verso il 1870-1900. Poi sono saliti all’8% fino al 1918 durante gli ultimi anni dell’impero ottomano. La risoluzione 181 sarebbe stata rifiutata da chiunque, dava il 55% del territorio a una minoranza (30% della popolazione nel 1946) che aveva proprietà privata sul 6,6% del suolo. Lo stato ebraico secondo il piano sarebbe stato abitato da arabi al 45%. Ma immaginatevi l’Italia occupata militarmente dalla NATO per esempio e obbligata ad accogliere milioni di africani per una ventina di anni per poi vedere le potenze mondiali votare a favore della spartizione dell’Italia a metà. Cosa fareste? Che 2000 anni fa la Palestina era degli ebrei cosa gliene dovrebbe fregare ai palestinesi di lingua araba? Poi che Israele sia più funzionale, con una migliore economia e cultura, ci sta tutto.
    Non ci sarebbe stata la guerra se nel 1918 gli inglesi avessero lasciato la palestina ai suoi abitanti.
    Per quanto riguarda le aggressioni avevo visto un grafico che mostrava come la maggior parte delle violazioni del cessate il fuoco tra gaza e israele le ha violate israele.
    Se nei top 10 donatori ai partiti americani 7 e 8 sono ebrei non ti sembra che hanno molta influenza? Quando il giornalista Tucker Carlson di simpatie libertarie nel suo show su Foz News ha messo in dubbio la guerra alla Siria ha ricevuto insulti da altri giornalisti, tutti ebrei. Un caso?

  • Alessandro Colla

    Mentre scrivevo l’intervento precedente non mi ero accorto che era già stato pubblicato quello del mentecatto cerebroleso (o decrebrato, non so) che secondo Max avrebbe dovuto “sniffarmi”. Lo ha fatto ma la sua tossicodipendenza è rimasta, come si evince da cosa e come “scrive”. Tralasciamo il fatto di voler nascondere che gli eccessi ritorsivi di parte israeliana, come quello di impedire il ritorno di alcuni arabi nei propri territori, erano appunto ritorsioni e non aggressioni. Tralasciamo anche la questione relativa a una presunta capitolazione di Bush e Powell nei confronti di Israele quando questi ultimi sono sempre stati accusati dai nemici di Israele di aver esagerato il pericolo nucleare irakeno. Come oggi quello iraniano. Sui contenuti, l’infantilismo, le fasi freudiane e i paralogismi (che lui non sa neanche cosa siano ma li mette in mezzo perché li ha sentitit nominare da qualcuno) verrebbe la voglia di pronunciare il classico “senti chi parla”. ma in realtà non parla, sproloquia. In fondo mica spiega il perché utilizzi certi termini, non dice “Colla qui si dimostra infantile perché afferma che Gerusalemme sia Capitale israeliana quando invece dovrebbe dire Tel Aviv.” E qui si potrebbe aprire un dibattito anche aspro ma su un contenuto autentico. No, chi non la pensa come lui è da denigrare e basta. Del resto non ce l’ha con me ma con i libertari in genere. Solo che con chi gli risponde è anche villano e grossolano, qui sì dimostrando tutto l’infantilismo politico e non solo poltico tipico degli intolleranti. Il nulla assoluto che accusa di nullità gli altri, un bell’esempio conformistico da bar o da stadio. Comica l’espressione psudocritica alla scuola pubblica che il soggetto in questione in passato aveva sempre difeso “perché se no come fa il figlio del povero a istruirsi e a sapere le cose (le “a” ovviamente le scriverebbe con l'”acca”) che poi le sanno solo i ricchi e sfruttano il povero come hanno (questa voltga senz'”acca”) sfruttato il padre che se la vuole privata se la paga e mi sembra pure giusto che se poi quelle private le abbbboliscono è MELLIO”. Sono blasfemo se chiedo a Dio che male gli ha fatto questo povero e inutile attrezzo?

  • Alessandro Colla

    E infatti nessuno si lascia influenzare. All’epoca di Sabra e Shatila le critiche a Israele da parte libertaria non sono mancate. Ma erano le stesse critiche rivolte a Francia e Inghilterra per aver consentito le marocchinate nei confronti delle italiane. Gli attentati di alcune fazioni estremiste sioniste del 1947 hanno colpito anche la Gran Bretagna. Exodus, il capolavoro letterario di Leon Uris in merito, ne dà ampia testimonianza. La guerra è iniziata nel 1947 proprio perché gli arabi se ne infischiavano delle risoluzioni internazionali che avrebbero messo fine al conflitto. Volevano e vogliono affermare il loro panarabismo e basta. Un nazionalismo molto più cruento di quello degli estremisti sionisti. Le violenze dei sionisti, anche nei loro eccessi con le rappresaglie e le ritorsioni nei confronti di persone che non avevano partecipato ad attentati, erano reazioni alle minacciose azioni militari iniziate da parte araba. Tra gli autoctoni non nomadi che vivevano in Palestina, c’era già un dieci per cento di popolazione ebraica che viveva lì non da secoli ma da millenni. Prima degli arabi, quindi. Si trattava solo di proteggere quella minoranza, con la creazione di una territorialità sovrana, dalle prepotenze millenarie subite dagli ebrei anche ad opera di occidentali. La dichiarazione Balfour non “impose” l’immigrazione “di massa” in Palestina ma la rese legale. Il pregiudizio nei confronti degli ebrei non lo ha inventato la Germania degli anni trenta ma era presente in tante situazioni precedenti, Spagna e Francia comprese. Il caso di Richard Dreyfuss è solo uno dei tanti esempi. La Russia zarista ha sempre perseguitato le popolazioni ebraiche e le sinagoghe in genere. La creazione della territorialità di Israele poteva essere un modo per arginare le violenze antiebraiche ma l’ipocrisia di chi ha territorio a disposizione (vedi Giordania) e non lo fornisce a chi di dovere ha soltanto confuso volontariamente le idee all’opinione pubblica con penose recitazioni nelle parti dei difensori del povero oppresso. Oppresso sì ma internamente dai vari Arafat, Mazen, Yasin e via dicendo. Le questioni relative alle mancate approvazioni dei consigli di sicurezza, riportano alla mente le parole di Romano Prodi che contestava le decisioni del parlamento europeo solo perché lui presiedeva la Commissione e non era d’accordo su quanto votato da chi era stato eletto con suffragio popolare: “Le decisioni le deve prendere la Commissione.” Poco importa che questa non sia stata eletta e il parlamento sì. Proprio lui che in patria non vuole che il popolo elegga direttamente l’esecutivo oltre che il legislativo. Le risoluzioni possono non essere obbligatorie ma se rispettate porterebbero alla pace in Medio Oriente. Chiediamo ai vertici di Hamàs se intendono rispettarle. Il mondo riconosce l’Autorità Nazionale Palestinese, quest’ultima non riconosce Israele. Ogni volta che Israele concede qualcosa, dall’altra parte iniziano le aggressioni e non solo con le fionde come la stampa di sinistra racconta. I ricchi statunitensi non sono solo di religione ebraica. Idem per i finanziatori dei partiti politici locali. Se mai è l’ala protestante ad aver condizionato il ritorno al cosiddetto teoconservatorismo, fenomeno sconosciuto al mondo ebraico. La maggior parte degli ebrei è per il mercato e la guerra condiziona negativamente il mercato. Quindi ritenere che le guerre in Medio Oriente siano causate dai gruppi sionisti significa ritenere i sionisti nemici degli ebrei e di Israele. Nessuno nega che le loro azioni siano a volte stupide e controproducenti. Ma è la stupidità del mondo, non di una religione, di un unico popolo o di un gruppo di pressione. Il politicamente corretto e l’attacco alle tradizioni sono un fenomeno che piace molto ai critici di Israele. Difendere Israele viene ritenuto polticamente scorretto dagli intellettualini insulsi filopalestinesi, quelli dei salotti che contano agli occhi dell’opinone pubblica. Come è possibile che sia stato inventato dagli ebrei? Hanno istinti suicidi? La società tradizionale è invece molto difesa da un’altra religione, non proprio amica di Israele. Un motivo in più per diffidare di alcune “tradizioni” che in realtà si mascherano come tali solo per nascondere una volontà precisa di praticare la sottomissione. Altrui, ovviamente.

  • giorgio

    Il colla è il nulla che nulleggia, è a tutti gli effetti il prodotto di una scuola pubblica italiana che ha prodotto solamente vuota retorica e totale assenza di contenuti. Una verbosità a tratti infantile, che si autocompiace di calembour e paralogismi spacciati per verità. Simile alle persone a cui piace sentire la propria voce, al colla piace leggere quello che scrive, bloccato com’è nella fase anale, la fase in cui si apprezzano i propri escrementi che vengono considerati come qualcosa di prezioso, di particolarmente importante.
    Sull’importanza del 48 per israele non ci sarebbe nemmeno da discutere, invito chi è interessato a leggere 1948 appunto di benny morris, uno storico che non si può certo accusare di essere filopalestinese, e capire che già all’indomani della dichiarazione onu 194 israele ha occupato terre e case dei palestinesi per proibirne il rientro, come invece la risoluzione onu raccomandava. Il famoso piano D messo in pratica dalla haganà.
    Sula lobbi ebraica statunitense invece, basti leggere the israel lobby di mearsheimer e walt. Anche lì di esempi ce ne sono a iosa. Basti citare il caso dello scudo difensivo di sharon del 2002, quando israele iniziò a occupare vasti territori della cisgiordania. Bush e powell dissero pubblicamente che israele doveva fermarsi, un mese dopo il congresso umiliò bush votando 2 decreti di sostegno alla politica israeliana. Cosa successe nel frattempo negli uo e cosa è stata la pressione della lobby ebraica lo potete trovare nel libro suddetto.

    • Pedante

      Non parliamo neanche dell’attacco israeliano contro la USS Liberty (un atto di guerra se si trattasse di qualsiasi altra nazione), Jonathon Pollard, ecc.. Da parecchio tempo sono i likudnik a stabilire la politica estera statunitense, sempre a favore degli interessi strategici di Israele. Chiunque abbia voglia di capire la situazione attuale nel Medio Oriente legga: “Clean Break: A New Strategy for Securing the Realm” (E “reame” non si riferisce agli Stati Uniti!).
      http://www.informationclearinghouse.info/article1438.htm

  • alpha

    No, quello del conflitto israelo-palestinese non c’entra nulla con l’ideologia politica.
    Anzi, gli anarcocapitalisti coerenti sono contrari al sionismo sopratutto per come è stato praticato: con l’occupazione militare della palestina al termine della prima guerra mondiale da parte dell’impero britannico il quale aveva promesso agli arabi l’indipendenza e ai sionisti la creazione in futuro di uno stato ebraico. Piccolo problema: la palestina nel 1918 era al 92% abitata da autoctoni di lingua e cultura araba (sì autoctoni: vivevano lì da secoli e non erano nomadi). L’impero britannico ha negato l’autodeterminazione ai residenti (e uno), ha imposto l’immigrazione di massa di ebrei senza che il popolo potesse votare contro (e due) e poi gli altri stati nel mondo hanno appoggiato Israele durante la guerra del 47-48 riconoscendolo diplomaticamente (e tre).
    La guerra è iniziata nel 47, non nel 48. I sionisti compivano attentati e violenze da tempo.
    Il piano del 47 era una risoluzione non obbligatoria, era cioè una raccomandazione. Non essendo stata votata dal consiglio di sicurezza non era forzabile da una forza militare ONU.
    Durante le votazioni per il piano nel novembre 47 minacce e promesse di favori hanno fatto passare la risoluzione 181 (una vittoria simbolica anche se come già detto il piano non era obbligatorio).
    La stessa divisione ONU responsabile della Palestina aveva ammesso che la spartizione del paese era in contrasto con la carta delle nazioni unite, ma che ormai il danno era stato fatto.
    Alessandro Colla chiede: “Dove sarebbe, quindi, il gruppo di pressione ebraico condizionante la politica estera statunitense? ”
    Chiunque conosce un minimo gli USA sa che gli ebrei sono molto influenti e che dominano la politica estera statunitense dagli anni 40. Sono pochi ma ricchi e concentrati nelle metropoli del nord-est. Avete mai sentito parlare dell’AIPAC? I principali donatori dei partiti democratico e repubblicano sono ebrei, roba del tipo che dei primi dieci donatori ogni elezione sono ebrei minimo 7 o 8.
    Le guerre nel medio oriente sono in larghissima parte volute dalla lobby sionista.
    Anche il politicamente corretto, l’immigrazione di massa e l’attacco dei media alla società tradizionale e al maschio bianco sono sproporzionatamente appoggiati dagli ebrei.
    Guardate su Twitter.

    Vedo una forte simpatia per israele nei libertari italiani. Credo sia dovuta a una reazione d’istinto per andare contro fascisti e comunisti, è stata una fase che ho passato anch’io, ma è bene approfondire meglio senza lasciarsi influenzare.

    • Dino

      E c’entra invece, guarda caso gli stessi schieramenti politici che difendevano Arafat e Al Fatah ieri oggi difendono a spada tratta Maduro in Venezuela.
      In Libano Pace in Galilea e Sabra e Chatila sono avvenute dopo il 1975, la guerra scoppiò a causa dei Palestinesi, cacciati dai Giordani. Il Libano a maggioranza cristiana non era un paese povero.

  • Giovanopoulos

    Ho letto questo intervento di Colla per il quale vinco la (quasi) sempre la mia riluttanza a leggere interventi sopra la quindicina di righe.
    Rivolgo quindi ai gestori del blog, un appello affinché introducano i “like” anche per gli interventi oltre che per l’articolo.
    Sarebbe bello poter dare e vedere il consenso ai contributi dei lettori.
    Grazie.

  • Alessandro Colla

    @Carlo Zucchi: Io ho problemi, nella lettura, con la comprensione del testo. Per questo, evidentemente, non sono riuscito a capire dove si trovi nell’articolo l’invocazione “al lupo, al lupo”. Né dove siano le scemenze scritte. Ma essendo scemo, oltre che incolto, mi è parso di capire che alcune cose erano risapute ma c’era chi sapeva e taceva. Naturalmente non può essere, visto che è mia, l’interpretazione giusta. Uno come me che pensa che ogni paese capitalista sia odiato dai comunisti non ha la capacità analitica degli esegeti autentici. Certo, non ricordo di aver conosciuto un paese capitalista amato dai comunisti. Ritenevo che odiare il capitalismo fosse un dovere per ogni comunista ma forse mi sbagliavo. E’ probabile che il comunista possa amare un paese capitalista se quest’ultimo intrattiene buoni affari con Cuba, Corea del Nord, Madagascar o Italia (ariops! dopo la scorsa “Arcore” è un continuo!). Oppure se il primo ministro di questo paese capitalista indossa la cravatta rossa nelle occasioni ufficiali. Che roba poi, noi che pensiamo che i nemici della libertà possano essere considerati fascisti o comunisti. Ho detto i nemici della libertà perché il generico pensarla diversamente è volutamente fuorviante. Tutti, infatti, la pensiamo diversamente da tutti. Chi non la pensa come me può essere lo stesso un libertario. Magari è per lo stato minimo e io non lo sono. O è religioso e io agnostico. E’ ateo e io sempre agnostico. E’ per la rivoluzione passiva escludendo l’arma elettorale mentre io sono più possibilista su quest’utlima strategia. E’ romantico mentre io sono razionalista o viceversa. Ritene che l’arte sia più importante della letteratura al contrario di me, che i musei privatizzati debbano essere di prorpietà delle maestranze mentre io preferisco che diventino proprietà dei residenti, che la secessione sia l’unico strumento praticabile, che….
    Quando invece si disprezza la libertà, non è che “per noi” il disprezzatore sia fascista o comunista: ci si atutodefinisce inconsciamente da solo. Sarebbe utile che anche Berlusconi ragionasse così ma solo se fosse vero. Perché tante uscite sulla banca europea “di ultima istanza”, sul “primato della politica” e sul proibizionismo lo portano ad appartenere a una delle due categorie citate. Essendo favorevole al mantenimento dell “mera proprietà”, immagino non possa essere arruolato tra i comunisti ma poco importa la collocazione ufficiale. Corporativismo e comunismo sono conseguenze naturali del mercantilismo; e a quest’ultima categoria il falso “rivoluzionario liberale” appartiene di diritto dopo le leggi Mammì e Gasparri. La colonizzazione “illegittima” in Israele è iniziata nel 1967 e non nel 1948, cioè dopo l’aggrerssione subita da Israele ad opera dell’Egitto. Viene mantenuta a scopo difensivo e non per motivazioni coloniali. Stessa motivazione per l’embargo su Gaza. Quando si confonde l’aggredito con l’aggressore si finisce per confondere il tutto con il suo contrario. Nel 1940 fu l’Italia ad aggredire la Francia. Se nel 1945 a Nizza si stava meglio rispetto a Ventimiglia, la colpa non è di chi è sbarcato in Normandia. Quando si definisce nazista lo stato di Israele ci si arruola involontariamente nelle truppe dell’imbecillità permanente. Alla Knesset, cinque arabi hanno altrettanti seggi di diritto. Non mi risulta che nella Germania nazionalsociali –
    sta fossero previsti cinque seggi riservati alla comunità ebraica. Né che l’Autorità Nazionale Palestinese abbia riservato un solo seggio, nel suo Consiglio, agli israeliani. Se ogni mese Gaza è bombardata, ciò è solo in risposta ai missili che provengono da Gaza stessa. I comunisti hanno il dovere di ignorarlo preché l’ignoranza è un loro obbligo specifico ma ciò non li pone in condizione di essere considerati intellettualmente onesti da chi affonda le radici della propria civiltà nell’umanesimo. E il cosiddetto “umanesimo marxista” era solo una pia illusione dell’editore Armando Armando. L’Autorità Nazionale Palestinese è stata riconosciuta ufficialmente, con le perplessità israeliane, dall’ONU, dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti. Dove sarebbe, quindi, il gruppo di pressione ebraico condizionante la politica estera statunitense? Gli ebrei in America sono una minoranza in mezzo a un mare di cristiani protestanti e qualche cattolico. Quest’ultimo lo si trova più facilmente al confine con il Messico. I politici eletti sono quasi tutti protestanti, cattolici e qualche ateo; in ogni caso hanno l’abitudine di giurare sulla bibbia cristiana, non sulle edizioni tascabili della Torah. L’unico politico ebreo di rilevo è stato Spiro Agnew, repubblicano vicario di Nixon. Diede le dimissioni per una banale assegno a vuoto, probabilmente per dimenticanza di copertura contabile. Il lupo, purtroppo, non è sepolto da anni ma solo in letargo. E mascherato da socialdemocratico. Perché non si può essere “non fascisti” o “non comunisti”. Sono campi in cui o si è a favore o si è contro. Tornando a Carlo Zucchi al quale mi sono rivolto all’inizio: credevo che quello su Israele fosse solo un esempio. Anzi, mi era sembrato di leggere proprio la frase “da qui l’odio per Israele, PER ESEMPIO”. Ma io leggo sempre male e quindi non sono riuscito a comprendere che il conflitto mediorientale non c’entrava nulla con tutto il resto. In fondo vado compreso: le scuole che ho frequentato io erano di stato, come si può pretendere che uscendo da lì fossi stato in grado di comprendere e volere? E anche di sapere? E poi i verbi “sapere, vedere, ascoltare, imparare” mi sembrava fossero presenti nell’articolo. Invece, oltre a seri problemi di comprensione, devo averceli anche di vista. In fondo tra pochi mesi compio sessant’anni, l’oculista sarà consapevole del problema. Sto per entrare nell’ultimo quarto. Dopo di me ci sarà sempre qualche sciocco del mio rango che si ostinerà a replicare ai grandi esperti. Tali grazie alla loro immensa cultura pari solo alla loro eccezionale prosa. Ho un acronimo per loro: Bravissimi Autori Barbaramente Bistrattati E Incompresi. Come viene la sigla?

    • Pedante

      “Gli ebrei in America sono una minoranza in mezzo a un mare di cristiani protestanti e qualche cattolico. ”

      Assolutamente vero. Ma grazie alla legge McCain-Feingold i finanziamenti politici provenienti da New York o da Los Angeles per esempio hanno ora molto più peso negli Stati in cui gli ebrei sono pochi (l’Iowa). A titolo d’informazione la metà dei fondi destinati al Partito democratico proviene dagli ebrei. Per i Repubblicani, il 25 per cento.
      http://www.informationclearinghouse.info/article23098.htm

    • Pedante

      A mo’ di esempio Ron Paul è stato escluso dalla RJC per il suo non-interventismo, inaccettabile agli occhi degli ebrei americani di destra e i loro interessi israeliani.
      https://forward.com/opinion/137786/gop-jewish-coalition-rips-ron-paul-as-anti-israel/

  • Max

    Belin, il troll in crisi di astinenza è entrato nel solito ciclo iterativo con se stesso; ha urgente bisogno di “Colla” da sniffare o per lui si mette male. Se vedemu.

  • spago

    Giorgio per essere socialisti o comunisti non è necessario definirsi socialisti o comunisti, è sufficiente proporre di fatto misure socialiste e comuniste. Ma che te lo dico a fare?

    Quanto a Israele, un conto è perché lo odiano i sinistri (probabilmente appunto perché ricco e capitalista), un conto sono le ragioni e i torti nel conflitto Israele palestinese e i diritti di proprietà riconosciuti o violati dei palestinesi. Israele di cose assai discutibili ne fa e ne ha fatte tante. Non bisogna avere il riflesso Pavlovian di adorarlo a prescindere solo perché i sinistri lo odiano.

    Molti libertari sono stati e sono estremamente critici su Israele, a partire da Rothbard, secondo me pure troppo, ma delle ragioni ce le hanno.

    Che poi ci sia molto da ammirare di Israele, e molto da rimproverare agli arabi, questo è ancora un altro discorso.

    • Dino

      E’ quello che intendevo dire. Ma è sotto gli occhi di tutti che l’organizzazione sociale degli Arabi e le derivanti condizioni di vita in generale non possano essere minimamente paragonabili a quelle degli Israeliani, anche se vanno riconosciute pure le colpe di questi ultimi e più precisamente del movimento sionista.

  • giorgio

    non mi è chiaro cosa il conflitto israelo-palestinese abbia a che fare con tutte le scemenze scritte

  • Pedante

    Israele è odiato dalle sinistre perché etnostato “bianco”.

    • Dino

      Israele è odiato perché è un paese capitalista, dove i cittadini Arabi che vi risiedono godono del miglior tenore e condizioni di vita possibili di tutto il medio oriente, come amava ripetere Pannella. Quando in Libano i cristiani erano in maggioranza prima del 1975, c’era una certa prosperità economica, poi arrivarono Arafat (grande amico di Ceausescu, Honecker, Tito,ecc) ed i suoi sgherri in fuga dalla Cisgiordania e sappiamo tutti com’è andata a finire: 15 anni di guerra civile ed un paese ormai irrimediabilmente instabile, oggi a maggioranza mussulmana, essendosi imposti con la violenza sunniti prima e sciiti dopo attraverso Amal ed Hezbollah, con questi ultimi che fungono da ago della bilancia nella costituzione dei governi, un po’ come se in Italia le brigate rosse avessero una loro milizia armata ed un loro partito al governo. Questo è il livello degli arabi mussulmani; agli ebrei Israeliani, in ogni caso colonizzatori illegittimi del territorio Palestinese ed al loro modello di organizzazione comunitaria, i primi hanno contrapposto in un caso una loro versione rivisitata di un nazionalsocialismo cleptocratico, ammirato dagli occidentali perché “secolare” ed anticapitalista e nell’altro integralismo religioso violento a tutto spiano.

      • giorgio

        quindi ogni paese capitalista è odiato dai comunisti? che poi, sti comunisti, dove sono? non hanno più nemmeno un partito, a me sembra che a voi piaccia gridare al lupo al lupo, anche quando il lupo è morto e sepolto da eoni. oppure tutti quelli che non la pensano come voi sono automaticamente comunisti o fascisti? ragiona così pure berlusconi, tanto per dire.
        per capire perché molte persone ce l’hanno con israele basta guardare l’evoluzione dei suoi confini dal 48 a oggi. non è difficile, fai pure una ricerca su internet.
        che i cittadini arabi di israele vivano meglio in israele che a gaza non è mica tanto stupefacente, considerando che su gaza c’è un embargo e che ogni mese piovono missili da israele.
        non so se arafat fosse socialista o comunista, dubito fortemente, in ogni caso a chi si doveva rivolgere per protestare contro lo stato nazista di israele? all’america, stato in cui la lobby israeliana decide la politica estera del paese? ovvio che il nemico del tuo nemico diventa tuo amico, è questione di sopravvivenza.

        • Pedante

          Sono d’accordo. Israele senza i lauti sussidi e aiuto militare statunitensi non sarebbe affatto un paese ricco. Il contribuente americano non ha voce in capitolo perché entrambi i partiti hanno lo stesso orientamento.

          • Dino

            Israele senza quegli aiuti, forse non sarebbe stato capace di difendersi dalle aggressioni, ma ripeto, l’organizzazione socio economica degli Israeliani non è assolutamente comparabile con quella dei loro vicini. Cosa hanno prodotto gli Arabi in questi ultimi 50 anni?? In Iraq rovesciarono la monarchia per instaurare una dittatura di stampo socialista, in Siria gli Assad che hanno spalleggiato sempre i terroristi in Libano, in Egitto?? in Arabia Saudita non ne parliamo nemmeno, in Iran i Persiani rovesciarono lo Shah ed hanno instaurato una teocrazia….. e quindi c’è solo da ridere quando si sente dai vari esperti parlare di “Islam moderato”…. e dove sarebbero tali interlocutori? forse già sottoterra.
            E poi va bene, lo diceva anche Rothbard se non erro piuttosto critico verso il sionismo, ma adesso che facciamo aboliamo Israele perché creazione illegittima??

          • Pedante

            Non mi interessano i paesi arabi, sono contrario agli aiuti statali ai paesi esteri.

          • Pedante

            Bloccare gli aiuti non significa abolire una nazione. Il non-interventismo è la linea libertaria per eccellenza.

  • GIORGIO VIGNI

    Ricito Malraux, a braccio, uno che se ne intendeva, quando gli si accese il cervello disse : se uno è comunista ed è intelligente allora è in malafede; se uno è comunista ed è in buona fede allora è un idiota.
    Amen, amen.

    G. Vigni

  • Mauro Gargaglione

    Bravissimo Carlo!

    • eridanio

      Sottoscrivo

  • umberto fontana

    L’odio, causante altri odi, e’ quello verso chi ha il denaro.
    Questo sentimento non e’ solo determinato dalle invidie diffuse, ma da verificare che chi si arricchisce sia considerato un soggetto dannoso ed immorale.

    Questo pensiero – che e’ anche diffuso sentimento – e’ assolutamente fuorviante, ma resiste, persiste, si consolida.
    Anche perche’ chi si arricchisce di solito e’ imparentato col potere, altrimenti… difficilmente potrebbe arricchirsi…
    fenomeno che esiste ovunque ed in Italia… molto piu’ che altrove.
    Reputo che una delle funzioni essenziali dei libertari anarco-capitalisti, sia quella di divulgare l’idea di diminuire l’importanza del potere, lottare per vederlo sempre piu’ assottigliarsi, ma anche renderlo NON collegabile al mondo imprenditoriale.
    Tagliare DEFINITIVAMENTE i ponti tra economia e politica, tra economia e amministrazione pubblica A TUTTI I LIVELLI.

    Credo che solo in questo modo sara’ possibile far considerare l’arricchimento privato una benedizione.

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