In Scienza e Tecnologia

DI REDAZIONE

E’ stata depositata la querela per diffamazione all’Osservatore romano. La Scuola Sant’Anna ha incaricato lo studio Padovani di citare in giudizio il giornale della Santa Sede per le critiche, ritenute diffamatorie, del quotidiano vaticano nei confronti di una ricerca sugli effetti dell’uso di ogm nella coltivazione del mais.

Secondo questo studio “la coltivazione di mais transgenico presenta produzioni superiori, contribuisce a ridurre la presentazione di insetti dannosi e contiene percentuali inferiori di sostanze tossiche che contaminano gli alimenti e i mangimi animali”. Tesi contrastate vivacemente dall’Osservatore Romano con un articolo di Carlo Triarico, vicepresidente di Federbio, pubblicato a febbraio e secondo il quale le «restrizioni economiche» con le quali devono fare i conti le università italaine, «non deve mettere la nostra ricerca nelle condizioni di ingraziarsi gruppi di interesse per sopravvivere». Per poi concludere: «Madre Terra non è in vendita».

«Il diritto di critica – afferma il rettore Pierdomenico Perata – è sacriosanto, tanto più nella scienza ma se è esercitato confutando in modo altrettanto scientifico il lavoro di altri. Alludere invece che l’esito di quella ricerca scientifica è tale perché è stata fatta al soldo di qualche multinazionale è una diffamazione e deve essere perseguita».

La querela è stata sottoscritta, oltre che dalla Scuola, anche dagli autori della ricerca, Laura Ercoli e Marco Nuti: «L’accusa di una selezione tendenziosa e interessata dei dati scientifici elaborati per soddisfare particolari interessi è particolarmente grave e offensiva e per un ricercatore rappresenta l’accusa più infamante possibile. Ci sarebbero stati ben altri modi e sedi per un serio confronto su questo tema fra persone che la pensano in modo diverso».

TRATTO DA “LA NAZIONE”

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Showing 4 comments
  • Giovanopoulos

    Bene così, ribattere colpo su colpo, anche legalmente, anche se magari a Berlino son rimasti pochi giudici.

  • Alessandro Colla

    Tra l’altro non è un crimine né giuridico né morale essere al servizio di una società multinazionale. Anche l’istituto di credito denominato Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica potrebbe essere annoverato tra le multinazionali e magari quest’istituto aiuta il quotidiano vaticano per le spese di stampa. I redattori di detto foglio, poi, non indicano i nomi delle multinazionali “al soldo” delle quali lavorerebbero gli agricoltori transgenici (si dice così? o transgenetici?).

    • Fabio

      ben detto Alessandro :-)

  • Liberalista

    Ennesima lapalissiana dimostrazione del fatto che il Vaticano è uno Stato e come tale nemico della libertà. Uno stato mascherato da organizzazione religiosa, ma che persegue gli stessi interessi di potere e di controllo di tutti gli stati del mondo. Il problema vero non è che l’organo di stampa ufficiale di questo stato scriva articoli di propaganda, ma che la stragrande maggioranza dei cristiani pensi che il ruolo del Papa sia quello di guida delle anime e rappresentante di Gesù (o di Dio, non so) sulla terra, e non come un capo di stato, e quindi prende tutto ciò che esce dalla sua bocca come un qualcosa di pseudo-divino e non come le sparate propagandistiche di una persona che deve gestire un grande potere ed ha come scopo unico quello di mantenerlo e se possibile incrementarlo.

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