In Economia

jdi RONALD-PETER STÖFERLE*

In un’economia dinamica, un’azione non innesca un solo effetto ma sempre tutta una serie di conseguenze diverse. Mentre la causa del primo effetto è facilmente riconoscibile, gli altri effetti spesso si verificano solo in seguito senza riconoscimento.

Frédéric Bastiat ha descritto questo fenomeno nel 1850 nel suo pionieristico saggio Ciò che si vede e ciò che non si vede:

«Nella sfera economica, un atto, un’abitudine, un’istituzione, una legge non generano solo un effetto, ma una serie d’effetti. Di questi effetti, solo il primo è immediato; esso si manifesta simultaneamente con la sua causa: si vede. Gli altri non si sviluppano che successivamente: non si vedono; va bene se li si può prevedere. C’è solo una differenza tra un cattivo economista e uno buono: il cattivo economista si limita all’effetto visibile, mentre il buon economista tiene conto dell’effetto che si vede e di quelli che occorre prevedere. Ma questa differenza è enorme, perché quasi sempre accade che, se la conseguenza immediata è favorevole, le conseguenze ulteriori sono funeste, o viceversa. Ne consegue che il cattivo economista persegue un piccolo bene che sarà seguito da un grande male, mentre il buon economista persegue un gran bene a venire, con il rischio di un piccolo male presente».

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