In Anti & Politica

DI REDAZIONE

Questa volta l’urlo di rabbia è il nostro. Noi che produciamo ricchezza e siamo trattati come schiavi dallo Stato Ladro.

Leggete questa edificante storiella di ordinaria “Lotta sindacale, dura e senza paura, nel pubblico impiego”

Dall’Unione Sarda:

Giro di vite sulla pausa caffè per i 4109 dipendenti della Regione e del Corpo forestale.

Una nuova direttiva del direttore generale dell’assessorato al Personale, Giuseppe Manca, obbliga che non sia superiore ai 15 minuti, e che comunque il tempo perso debba essere recuperato. In pratica i dipendenti saranno obbligati a concordare l’arco temporale entro il quale si potrà uscire nell’arco della mattinata con i direttori generali ed a “strisciare” il tesserino magnetico ad ogni uscita e ogni rientro.

Ma c’è chi non ci sta e annuncia, addirittura, battaglie legali. La Uil-Fpl, il sindacato più rappresentativo tra i dipendenti regionali, è sul piede di guerra. “Ribadiamo le forti critiche al provvedimento già espresse nel 2006 e annunciamo fin d’ora che avvieremo un’azione di contestazione della scelta compiuta dall’amministrazione, avvalendoci del nostro studio legale», preannuncia Giampaolo Spanu, segretario regionale della Uil-Fpl, comparto Regione. Quanto al recupero del tempo impiegato in pausa, “la nostra posizione storica è, per sintetizzare: “Il controllo delle uscite e del tempo impiegato sì, obbligo di recupero no: la breve pausa di ristoro è fatta dal dipendente anche nell’interesse dell’amministrazione e peraltro le interruzioni obbligatorie sono previste dalle norme in materia di tutela della salute per il lavoro al computer. Inoltre mancano distributori automatici in molte sedi e strutture”.

Il direttore generale, nella circolare, ribadisce che questa volta la linea è dura davvero: “I dirigenti dei settori che accertino che queste regole non sono state rispettate devono aprire procedimenti disciplinari”.

I particolari nel pezzo firmato da Fabio Manca in cronaca di Cagliari, a pag 19, nell’Unione Sarda oggi in edicola.

Cari dipendenti regionali del corpo forestale Sardo, fate la vostra scelta. Se andrete dietro alla Uil-Fpl in questa favolosa battaglia di civiltà per la pausa caffè, poi, non stupitevi se per cose serie come la difesa del vostro posto di lavoro verrete presi a sputi in faccia. Avrete meritato ogni singola goccia di saliva.

Saluti gioiosi da Rischio Calcolato. (http://www.rischiocalcolato.it)

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Showing 7 comments
  • L’articolo è dell’Unione Sarda di Domenica 13 non Lunedi 14

  • E le pause per fumare dove le mettete? Quelle nessuno le mette in considerazione e vi assicuro che sono ben più costose della pausa caffè.

    Certamente ci sono situazioni che costano ben di più della pausa caffè ma anche quelle va eliminate.

    Mandiamo tutti i parassiti a casa!!!

  • Fabio

    Ma se sono i dipendenti della CORTE DEI CONTI a scioperare perché li hanno solamente obbligari a timbrare il cartellino ??

    e meno male che dovrebbero essere quelli chiamati a fare le pulci all’amministrazione !!

    Ormai sono passati vent’anni quando, per fermare il fenomeno dei dipendenti che andavano a fare spesa, parrucchiere, a casa, a scuola dal bimbo, a farsi i cazzi loro, la direzione mise i tornelli agli ingressi obbligando i dipendenti non dico a lavorare, ma almeno a timbrare ingresso ed uscita…. SCIOPERO !!

    Allora trovarono il compromesso: facciamoli funzionare una volta la settimana random ed a sorpresa.
    In questo modo tocca arrivare presto tutti i giorni perché non sai se trovi il tornello attivo.
    Se il giorno capita di venerdì sei dovuto arrivare tutta la settimana presto.
    Ma se capita di lunedì hai svoltato! TUTTI gli altri giorni fai quel che cazzo ti pare e piace.

    Queste sono le premesse che hanno portato alla situazione odierna e non c’è nessuna intenzione di smetterla.

    io sono romano e quando sento gli amici criticare roma ladrona (tipicamente bergamaschi e bresciani) rispondo che non hanno la più pallida idea di quanto molto peggiori sono in realtà le cose a roma

  • Sigismondo di Treviri

    Non vedo perchè si dovrebbe fare la guerra alla pausa caffè, quando i pubblici impieghi sono infestati da raccomandati, mafiosi, gente che fa carriera per meriti “politici” e chi più ne ha più ne metta. Ma davvero crediamo che a rovinare i conti dello stato sia gente che va a prendere il caffè? In un posto di lavoro pubblico dove servirebbero cento dipendenti, ce ne sono mille e tutti raccomandati. Questo è il male. Dirigenti della pubblica amministrazione nullafacenti, protetti dal partito di turno che prendono stipendi da favola e che con la scusa delle trasferte non si vedono mai sul posto di lavoro fanno meno danni di uno che va a prendere il caffè? Ma siamo seri per favore! Si bastona lo schiavo, sia pure nullafacente, per non toccare i privilegi di ben altri nullafacenti con stipendi e rimborsi ben più alti e molti più danni alle finanze pubbliche all’attivo. I vari Fiorito, Bossi e Trote varie, non avevano bisogno della pausa caffè per rubare.

    • iano

      Condivido pienamente il tuo commento,però sai com,è “tutto fa brodo”…..

  • iano

    A commentare la pausa caffè degli statali si rischia di deviare i problemi molto più seri,e di sfociare nel ridicolo.Ricordo che siamo entrati già da qualche anno in uno stato di polizia tributaria,che si evolverà sicuramente dittatura,sia fiscale che individuale.E per questo che il movimento l

    Con l,arrivo del “redditometro”siamo ufficialmente entrati in uno stato di polizia tributaria,che inevitabilmente si evolverà in dittatura individuale !!non possiamo quindi perdere tempo a commentare sulla pausa caffè.In questo paese stanno accadendo cose molto più gravi e serie.

  • Albert Nextein

    La pausa caffé è roba da ridere.
    La sostanza è ben altro.
    I dipendenti pubblici sono in soprannumero.
    Sono , in genere, poco efficienti per la natura intrinseca del lavoro che svolgono e , talora, anche per la loro maleducazione , ignoranza e pigrizia.
    Sono impuniti ed intoccabili come le mucche sacre in india.
    E quindi sono dei privilegiati.
    Il diritto acquisito è il loro mantra.

    A me non interessa che facciano una pausa di mezzora, un’ora, 20 minuti.
    Io voglio che siano meno, lavorino con impegno, aiutino la gente invece di intralciarla .
    Io non voglio burocrazia.
    Voglio gente che ,gentilmente, mi aiuti quando espongo richieste.
    Altrimenti, per quanto mi riguarda, si possono licenziare anche tutti.
    Altro che pausa caffè.
    E noi ci arrangiamo, che facciamo molto meglio da soli.

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