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DI ARTURO DOILO

Pontida è la mecca dell’idiozia del pensiero leghista. Il circo barnum dell’immaginifico “popolo leghista”, dove tutti i dirigenti del più italiano dei partiti peninsulari hanno – come insegnava Andy Warrol – i loro cinque minuti di palcoscenico e applausi di circostanza. Corna comprese.

Il personaggio dell’ultima riunione in Bergamasca è stato lo “Scelba della Padania”, Roberto Maroni. L’ex dipendente della Avon, da quando copre il ruolo di ministro degli Interni, è cresciuto di almeno 20 centimetri in altezza. A seconda dell’occasione in cui si trova, cerca di infiammare la folla con parole di circostanza. A Venezia, lo scorso anno, ha urlato alla folla plaudente: “I giovani dei centri sociali non sono affatto giovani, sono professionisti della violenza. Dobbiamo fermare questa deriva, sono preoccupato, voglio evitare che finisca come negli anni ‘70 quando la deriva si trasformò in terrorismo. Già la prossima settimana farò delle riunioni per affrontare la situazione”.

Probabilmente, aveva ben chiaro in testa come trattare i valsusini, poco inclini a vedersi imporre l’inutile TAV a casa loro. Peccato che per Maroni, forte dei galloni che ha sul petto, la frase “padroni a casa nostra” è solo una frase di circostanza – una pagliacciata diciamo – che pronuncia di quando in quando alle feste del partito. Sul campo, invece, delle ragioni dei padroni di casa della Val Susa, che non vogliono tra le balle l’alta velocità, se ne frega altamente e manda squadre di manganellatori per aprire i cantieri. Fascistissimo Maroni!

Ma Bobo, il Bruto della Lega Nord, non la pensa sempre allo stesso modo sui “giovani dei centri sociali”. Lo scorso anno, quando i giovinastri di cui ciancia Maroni – per l’esattezza quelli di un tal centro “Ya Basta” – hanno devastato il campo di proprietà del signor Giorgio Fidenato, seminato a mais biotech autorizzato (tra l’altro posto sotto sequestro dalla magistratura per via dell’inchiesta in corso a Pordenone), il leghista Luca Zaia – che di Maroni è stato anche collega – ha sostenuto: “I giovani dei centri sociali hanno ripristinato la legalità distruggendo quel paio di ettari siti a Vivaro (Pn)”.

Ha capito Maroni? Non s’era accorto? Dormiva, come ai tempi dei finanziamenti agli AMX, le bare volanti della Aermacchi?

Quando conviene a voi fascio-leghisti i “giovani dei centri sociali” sono bravi ragazzi, quando invece questi ultimi (peraltro una minoranza rispetto ai valsusini) intralciano “le grandi opere di Stato” diventano para-terroristi? Alla faccia del “padroni a casa nostra”!

Signor “prefetto di ferro” Maroni, capisco che voi padani abbiate buttato nel cesso da anni il buon senso, ma si dia una regolata ogni tanto.

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Showing 7 comments
  • dario catti

    Invito i lettori di questo blog che vogliano sapere che cosa rappresenta l’affare TAV, dal punto di vista economico ed ambientale, visionare progetti, tracciati, filmati ed aggiornamenti in tempo reale, a visitare i seguenti siti internet: http://www.notav.info; http://www.notav.eu; http://www.ambientevalsusa.it.
    Se volete contattarmi per ulteriori invii di materiale mi potete contattare al seguente indirizzo: [email protected]

    Un grazie ed un abbraccio all’amico Leo Facco
    Dario

  • paolo cintolesi

    Sono pienamente d’accordo che sarebbe necessario uno stato meno invasivo, come sono d’accordo che la lega è un cancro, come gli altri partiti, che alligna nella nostra società. Il punto è: non basta la denuncia, Giorgio stà facendo una battaglia per l’affermazione di un suo (nostro) diritto, sancito dall’UE. Credo che sia possibile, oltre le parole i fatti, un movimento che riesca a incidere in profondità, nelle coscienze sane di una parte degli italiani onesti e laboriosi. A proposito della TAV, mi risulta che in Cina stanno procedendo, a tutta birra!, alla costruzione di una rete ferroviaria con tali caratteristiche, in Giappone è sviluppatissima, che tutti hanno sbagliato e continuino a sbagliare?, con cordialità

  • Giorgio fFidenato

    Tutto giusto quanto avete scritto. Ma vi vorrei far riflettere che sia le proteste contro “qualsiasi opera pubblica” che le necessità di farle assolutamente derivano da una situazione falsata. Ovvero questa nostra esistenza falsata dallo statalismo e dal welfare, alimentata dal debito pubblico internazionale falsa i comportamenti di tutti noi. E allora vedi che nessuno vuole opere pubbliche sul loro territorio proprio perchè questi non vedono più in la del loro naso. Hanna la pancia piena non per i loro lavoro o per il loro merito, ma molto spesso perchè sono assunti nel pubblico impiego e nella loro valle hanno servizi, pagati con il debito pubblico, inefficienti e sproporzionati alle loro reali esigenze (ma la costituzione obbliga a garantire pari opportunità a tutti, anche a costo di indebitare un paese). Capirete che in questa situazione è chiaro che tutti cercano di difendere i loro privilegi, anche i più spregievoli (infatti bisognerebbe a questo punto vietare agli abitanti della Val di Susa che protestano che d’ora in avanti non utilizzino più ne treni ne auto perchè probabilmente queste sicuramente passano per una galleria che ha interagito con le terre di quegli abitanti che li vi abitano) e non c’è una dialettica vera dei bisogni degli altri, della volontà di crescere, di guardare oltre il proprio naso. Con questo non voglio difendere le ragioni di chi vuole fare la TAV. Io concordo con Doilo: l’opera dovrebbe essere finanziata dai porivati i quali dovranno fare bene i conti se questa conviene, ma mi rendo conto che in questa situazione gli opposti estremismi sono falsati. Bisognerebbe tornara ad una sana esistenza basata sul lavoro, sul vero risparmio e sulla vera previdenza in cui non è possubile fare debito pubblico, non è possibile creare moneta dal nulla e allora vedremmo emergere i reali interessi degli individui e delle comunità. Finchè vivremo in questa situazione sarà tutto falsato!”!!!!!

  • Roberto Porcù

    Accantoniamo le nostre opinioni su Maroni, Zaia e compagnia cantando, che sono convinto siano le stesse.
    C’è il fatto indiscusso che quando si vuole fare un’opera pubblica, qualunque essa sia, ci sono sempre alzate di scudi per la difesa di interessi particolari nella zona.
    Questo è umano. La gente è miope nei ragionamenti e non vede lontano. Oggi un ponte, per dire qualunque opera pubblica, può non essere avvertito necessario. Tra progetti appalti e realizzazione finisce che passano dieci anni ed al nono già tutti di quel ponte ne avvertono la necessità e ne attendono con ansia l’apertura al traffico.
    Io penso che le opere pubbliche siano da meditare molto bene, ma poi, quando la decisione è presa, non ammetto che ci sia alcuno che si metta di mezzo danneggiando ed intralciando. Mi urta vedere costosi camion incendiati in quel di Napoli ed ovunque sentire di feriti tra la Polizia e non tra i manifestanti. Forse perché io scrivo dal Veneto e qui abbiamo la forma mentis ereditata dai mille anni della Serenissima.
    Per spiegarlo a chi veneto non è, se al tempo veniva avvertito un interramento della laguna o una qualunque altra necessità che dovesse mettere in moto la deviazione di fiumi o qualunque altra opera pubblica, i migliori tecnici del tempo discutevano sul da farsi ed infine una decisione veniva presa.
    Da quel momento, non già il danneggiamento delle strutture, ma anche solo la contestazione verbale dell’opera, era un reato da capestro.
    Poi, ancor più bello, quando questa era finita, se il promesso vantaggio per la Repubblica era raggiunto, a chi quell’opera aveva voluto e poi diretto spettavano grandi onori e compensi, ma se essa non dava i risultati promessi, il capestro non faceva sconti. La Serenissima era meritocratica, l’Italia ed Eurolandia … invece …

  • Arturo Doilo

    Spettabile Cintolesi, il mio appunto è dovuto a due considerazioni essenziali:
    1- Sono convinto che, economicamente parlando, la TAV sia un’opera del tutto inutile. Fossero dei privati a realizzarla, coi loro soldi e acquistando dalla gente del posto (proprietari) il diritto di farlo avrebbe un senso. Così com’è per nulla. Il trasporto aereo esistente risolve con maggiore facilità e costi nulli per i contribuenti, il problema di unire Lione a Kiev, passando per Torino.
    2-Maroni è l’epitome del leghismo di oggi. Padroni a casa nostra, se non secondo un’ottica totalmente libertaria, significa quantomeno chiedere alla comunità locale l’assenso a realizzare qualcosa. Invece, Maroni – esecutore di Stato – se ne strafotte del volere di quella gente. Dall’altra parte, questi leghisti pregiudicati e ladri (Maroni e Bossi son due pregiudicati, non dimentichi) parlano di difesa della comunità e prodotti locali quando vitano – come lei ha ben scritto – la semina di mais ogm utilizzato in tutto il mondo.
    Sono dei cialtroni, per dirla con Facco.
    Lei, comuqneu, ha il diritto di continuare a pensarla diversamente.
    Cordialmente.

  • paolo cintolesi

    Sono molto dubbioso sulle ragioni dei residenti della val di susa e tanto meno delle ragioni del signor Doilo. E’ bene subito sgombrare il campo da malintesi, non sono per niente leghista, anzi ho sostenuto Giorgio nella sua battaglia e continuerò a sostenerlo, anche se non conto niente!, però non credo che si abbia il diritto di intralciare una opera, mentre negli altri Paesi, si procede. Chiedo al signor Doilo, ma che paese lei vorrebbe?

    • domenico

      No! Piuttosto quello di cui non si ha il diritto è di intralciare la vita degli altri con un’opera, con la scusa che altre persone (di altri paesi) glielo hanno concesso.

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