In Anti & Politica, Economia, Libertarismo

DI LEONARDO FACCO

Non passa giorno in cui non venga sollevato il problema delle pensioni. Ogni volta che un qualche ciarlatano politico sostiene “non le toccheremo” arriva puntuale la manovra, la manovrina, la leggina, che mettono mano alle giubilazioni.

Dal 1992, il sistema ha iniziato a mostrare i sintomi del default e da allora non esiste lavoratore che abbia certezza del suo futuro. Quando pensi di essere ad un passo dalla giubilazione, spostano la meta un poco più in là, con la scusa che l’aspettativa di vita è aumentata (cosa che si conosceva da tempo). Tutto ciò è la conseguenza di un modello che ha queste caratteristiche:

1- E’ immorale. Lo Stato fa promesse che puntualmente non mantiene.

2- E’ ingiusto. Illude i giovani che in futuro avranno una pensione.

3- E’ demenziale. Essendo fondato su economie a debito non può che finire col fare default.

4- E’ illusorio. Ha fatto credere – con la complicità vergognosa dei parassiti sindacali – che tutti potessero, anzi dovessero, vivere al di sopra delle proprie possibilità.

Nel 2000, quando pubblicai il libro “Pensioni, un affare privato” di Josè Piñera, il libro apriva con queste parole.

«Un fantasma si aggira per il pianeta. E’ il fantasma del fallimento dei sistemi pensionistici pubblici. Il sistema redistributivo delle pensioni che ha prevalso durante tutto questo secolo ha un difetto fondamentale, originato dall’erronea concezione del comportamento umano: distrugge il rapporto tra contribuzione e benefici, in altre parole, tra responsabilità e diritti. Quando questo accade in un sistema di massa e per un lungo periodo il risultato finale è un disastro.

Due fattori esogeni aggravano I risultati di questo errore strutturale. Innanzitutto, la tendenza demografica mondiale verso una riduzione delle nascite e, secondariamente, il progresso della medicina che allungano la vita delle persone. Quindi, più passa il tempo, e meno saranno i lavoratori attivi rispetto al numero dei pensionati. Dato che tanto l’innalzamento dell’età pensionabile quanto quella del numero delle pensioni ha un limite, prima o dopo il sistema è costretto a ridurre I benefici finali promessi, segnale indiscusso di un sistema che si avvia alla bancarotta.

Anche se si riducono i benefici pensionistici mediante l’inflazione, come accade nella maggior parte dei paesi in via di sviluppo, o mediante apposite leggi, il risultato finale per il lavoratore pensionato è lo stesso: incertezza per le persone anziane creata, paradossalmente, proprio causa l’insicurezza di quel sistema che è chiamato di “stato sociale”. Nel 1980, il governo cileno decise di “prendere il toro per le corna”. Una riforma radicale sostituì un sistema pensionistico pubblico con un sistema di capitalizzazione individuale amministrato da imprese private.

A distanza di una ventina d’anni da quella scelta, I risultati parlano da soli. Le pensioni nel nuovo sistema privato sono tra il 50 % e il 100% più alte di allora. Le risorse amministrate tramite I fondi pensione sono pari a 25 miliardi di dollari, ovvero circa il 40% del Pil (Prodotto interno lordo). Di più: con il miglioramento del funzionamento del mercato del lavoro e del capitale, il nuovo sistema pensionistico s’è dimostrato una riforma chiave che ha contribuito alla crescita dell’economia da un 3% annuale fino ad 7% corrispondente agli ultimi dodici anni. Inoltre, il tasso di risparmio cileno è aumentato fino al 27% del Pil, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 5% da quando questa riforma e’ stata realizzata.

Le pensioni hanno smesso di essere un problema del governo, spoliticizzando, in questo modo, un importante settore dell’economia e permettendo agli individui di avere maggiore controllo sulle loro vite. Il difetto strutturale di cui parlavamo all’inizio è stato eliminato e il futuro delle pensioni cilene dipende solo dal comportamento individuale della gente e dallo sviluppo dei mercati».

Oggi, siamo arrivati al dunque, causa l’arrivo della crisi dei debiti sovrani (peraltro anch’essa prevista da tutti gli economisti di scuola austriaca). A furia di rimandare, il tempo è scaduto. Ve lo avevamo detto che vi avrebbero fottuto!

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Showing 26 comments
  • Daouda

    “Lascia decidere a me se sarò schiavo o no nella mia Nazione”

    C.V.D.

  • daouda

    Ogni dipendente pubblico, ovunque esso sia, è un parassita.
    Chi non può evadere può non pagare quel che lo stato vuole/esige che si paghi direttamente od indirettamente…a buon inteditor poche parole.

    Il padano maximus si dimostra obnubilato.

    “se mantenessimo le nostre tasse…” saresti uno schiavo in una regione, la tua, leggermente migliore, cosicché lo sfruttamento continui.

    I meridionali sono parassiti e disonorati, ma la loro mentalità è opportuna.Lo stato và fottuto e non và interpellato.
    Impara invece di frignare…

    • Maximus

      La madre dei terroni è sempre gravida….

      Se c’è uno che in questo sito che invita a fare come i terroni sono io.

      Lascia decidere a me se sarò schiavo o no nella mia Nazione : per ora sono schiavo della fogna italica e terrona.

      Ciao , microcefalo.

  • Roberto Porcù

    a Maximus : condivido che bisogna essere uniti per liberarci. Fascisti ed antifascisti, atei e credenti, chi vive al nord e chi vive al sud, … Ricordo molti anni fa quando Epoca pubblicò un servizio su un importante paese della Sicilia dove più della metà degli abitanti erano beneficiati da una pensione di invalidità e dove sindaco e vicesindaco erano direttore e vicedirettore della Ulss locale. Tu hai ragione da vendere quando affermi che al sud ottengono pensioni e privilegi a go-go, ma vorrei tu mi credessi che qui al nord io di baby pensioni di impiegati pubblici, senza darmi da fare per cercarle, ne ho viste diverse (concesse per far posto ad altre assunzioni). Trovandoci una sera di dieci o quindici anni fa a cenare con due giovani, forse quarantenni, mia moglie chiese loro che lavoro facessero. Erano pensionati (in Veneto !) Erano due insegnanti che avevano accettato l’offerta di prepensionamento. Mia moglie stupita chiese loro come fosse possibile, con un Italia che già allora bene non se la passava, mantenere loro inattivi augurandogli lunga vita. “Se i soldi per noi non ci saranno, da qualche parte dovranno saltar fuori !” Fu la risposta che non posso dimenticare.
    Tanto strepito nord sud lo fanno marpioni che vorrebbero qui più quattrini per sguazzarci dentro loro. Ti invito alla lettura di Umberto Magno. Io i privilegi li vorrei abolire tutti indistintamente.

  • Maximus

    Quello che ai Padani come te non vuole entrare nella testa , è il semplice fatto che se potessimo tenerci anche solo la metà del surplus fiscale che versiamo ogni anno alla merda terrona , potremmo pagare le pensioni anche ai cani !!!!!!

    Leggiti il libro di Gabrio Casati ” Luigini contro Contadini , appena uscito che fa il pauio con Ilsacco del nord di Ricolfi.

    Il surplus fiscale della SOLA LOMBARDIA è di circa 70 MILIARDI DI EURO ALL’ ANNO !!!!!!!!

    E’ tu mi vieni a dire che anche al nord ci sono le baby pensioni ?????

    Per fortuna , dico io !

    • Maximus

      La vecchi favoletta che ….tutto il mondo è paese …..è una leggenda metropolitana per Padani coglioni !

      In Italia chi paga e chi riceve è fin troppo chiaro a chi vuole vederlo : al Sud non hanno certo bisogno di insegnamenti …….sono le teste di cazzo del nord che si dividono in leghisti , antileghisti , comunisti , fascisti ecc. mentre dovremmo essere uniti per liberarci.

      Solo dopo potremo continuare a dividerci in correnti differenti a seconda della ideologia di ognuno : farlo prima è da deficienti.

  • Roberto Porcù

    a Maximus – in quel che affermi c’è sicuramente verità, ma non farti prendere la mano. Al Principe di Salina che rimproverava il nipote di parteggiare per quel Garibaldi, che la loro famiglia era sempre stata suddita fedele della corona borbonica, il nipote risponde: “Ma non capisci zio, che tutto deve cambiare perché nulla cambi ?”
    Ti invito a non prendere nulla a scatola chiusa seguendo le indicazioni dei camaleonti della politica che mirano a depistare la tua ira, a guardati attorno e ragionare con la tua testa. Io, qui al nord, di beby pensioni ne ho viste molte, non è un malaffare solo del sud, è un malaffare dei politici.

  • rik

    evadere e’ il termine appropriato poiche’ l’Italia e’ sempre piu’ una galera dove liberta’,democrazia,dititto, giustizia e serieta’ sono puri eufemisni lessicali.Certo che se potessi usare l’evasione per le gabelle,lo farei ben volentieri e con grande èiacere,ma la mia situazione di rreddito fisso,veramente purtroppo,non me lo impedisce:vorrei anche con tutte le mie forze,evadere all’estero,rinunciando ben volentieri all’essere cittadino di questo stato del quale provo profonda vergogna per cui farei pienamnte uso della richiesta di asilo politico,ma il destino mi e’ avverso perche’ non sono un trovatello e faccio mia quella novella di Pirandello: ”il treno ha fischiato”.perche’a volte le illusioni fantastiche,attenuano momnentaneamente i tumulti dell’anima.

  • rik

    come sempre,leggendo i comenti si evidenzinano quantita’ ingenti di problemi onerosi che schiacciano questo paese;ciascuno di noi ha la sua interpretazione piu’ o meno giustificata come pure l’ipotetica ricetta risolutiva,ma il problema fondamentale e estemamente necessario e’ quello di risopondere alla solita domanda:che cosa fare nel concreto per mutare finalmente questa situazione?

    • daouda

      Evadere a più non posso.

  • Daouda

    Sappiamo poi tutti poi che il sostituto d’imposta è un boccone usato per fomentare la folla verso derive marxiste e scongiurare l’alleanza degli sfruttati contro gli sfruttatori ( almeno nel campo lavorativo ).

    Se si realizzasse, dipendenti e proprietari si metterebbero d’accordo all’istante per fare contratti tra loro al ribasso dove buona parte sarebbe ovviamente e chiaramente versata in nero per la goia di entrambe le parti.

    L’immigrazione insensata , quantitativa, è e sempre rimarrà un qualcosa di anti-naturale oltre che squallida per chi la subisce e triste per chi è costretto a scegliere tale via.

  • Maximus

    Roma capitale ha premura di dare il voto amministrativo agli immigrati, che stanno quasi tutti al Nord, nel tentativo di mantenere lo STATUS QUO erigendo un immenso castello di menzogne quotidiane che, in materia previdenziale, si concentra sull’“invecchiamento della popolazione” e che a pagare dovrebbe essere il “ricco Nord”.
    E faranno entrare gli extracomunitari nel corpo docente, nelle forze dell’ordine , in magistratura come hanno fatto, per decenni, con i meridionali per poi essere spediti in Padania come satrapi, piccoli e grandi, del sistema colonialista.

    A proposito di “invecchiamento” della popolazione e di “migranti” si scova una vera e propria “chicca”.
    Badate bene.
    I mass media ci raccontano che gli immigrati sono indispensabili per l’economia in quanto contribuiscono alla creazione del prodotto interno lordo e versano quantità di imposte dirette e indirette anche se sono clandestini. La qual cosa è tecnicamente vera se non che andrebbe precisato che la fetta di PIL che gli stranieri producono è INFERIORE alla ricchezza che essi assorbono sotto forma di “diritti” (scuola, sanità, case popolari, pensioni e sussidi, costo sociale della criminalità ecc.)
    Ma il punto è un altro.
    Dei 5 milioni di stranieri residenti nella penisola tra regolari e irregolari/clandestini (ma ormai la distinzione è irrilevante) il 95% è costituito da minori, giovani e adulti in età lavorativa, quindi l’ITALIA E’ UN PAESE CHE STA RINGIOVANENDO non invecchiando!
    Per cui la storiella che bisognerebbe innalzare l’età pensionabile per l’invecchiamento della popolazione è un’altra pietosa fandonia a celare l’UNICA VERITA’.
    Che il sistema previdenziale italiota è un immenso “schema Ponzi” destinato a collassare da un giorno all’altro. Perché i soldi che voi avete versato, magari per decenni, sotto forma di “marchette”, non ci sono più. Svaniti nel gorgo dell’assistenzilaismo “a pioggia” e negli altri oneri impropri tra cui, dilagante, l’assistenza agli immigrati.

    Sicché gli extracomunitari, fatti bene i conti, sono sostanzialmente dei “meridionali”. Ossia sono tutti “bravi”, “belli”, “buoni” e “onestissimi” ma , chissà perché, pochi con contribuzione sufficiente da meritarsi una pensione non assistenziale.
    Lo sbilancio dell’istituto nazionale per la previdenza sociale è destinato inevitabilmente a peggiorare fino al collasso definitivo che trascinerà con se nell’abisso anche la Repubblica delle Banane di Pizzaland.
    In fondo, davvero, è meglio così.

    1 ) http://www.finanzalive.com/notizie/cgia-di-mestre-solo-la-lombardia-presenta-un-saldo-previdenziale-positivo/
    2 ) http://www.democrazialegalita.it/elio/elio_mafia_pulita=7aprile2009.htm
    3 ) E per saperne qualcosa bisogna rivolgersi ai siti del fantacalcio! http://forum.fantacalcio.kataweb.it/viewtopic.php?t=306564&sid=491d0c1456638645ece2283453b60b50
    4 ) http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-565483/fiat-325-milioni-pubblici-termini/

  • Maximus

    “Apartheid previdenziale” : quello che ci meritiamo.

    Quanti meridionali conoscete che percepiscono una pensione per avere EFFETTIVAMENTE e INTEGRALMENTE versato contributi previdenziali per almeno 35 anni?
    E’ nella risposta a questa domanda la quinta essenza della catastrofe insanabile dell’INPS.
    Sì, perchè la prima cosa che NON vi dicono in materia previdenziale è proprio questa.
    Il fatto che i meridionali, non fornendo contribuzione sostanziale, sono la vera causa della astronomico buco del sistema previdenziale pubblico.
    I dati regionalizzati evidenziano come in Padania vi siano regioni che versano più contributi di quanto ricevano sotto forma di assegni previdenziali (1).
    Invece in Meridione le aziende o non ci sono, o sono in nero, oppure godono di “sgravi” contributivi o perfino “contributi figurativi” cioè “figurano” come tali ma mai veramente versati. Vi sono intere province levantine in cui l’INPS incassa briciole quanto a versamenti dalle aziende private.

    Perché il fattore è ETNICO.
    A sud di Firenze la gente è stata convinta che loro tutto è dovuto, la pensione un diritto, ad esempio, ma i contributi un “optional”. Per cui nel Meridione ma anche nel Lazio in Umbria e alcune zone “rosse” pochissimi godrebbero di un assegno previdenziale se il criterio di assegnazione fosse puramente contributivo.
    Come è possibile che Sicilia, Calabria, e Campania risultino tra le regioni più overe d’Europa e nel contempo le organizzazioni criminali a base ETNICA “fatturino” 170 MILARDI di euro l’anno? (2)
    Se mafia, camorra e ndrangheta pagassero un minino di tasse e contributi il mastodontico buco dell’INPS non esisterebbe. Manco probabilmente il galattico debito pubblico che sta portando alla catastrofe dello stato già zombie.
    Per la più grande bugia della miserevole storia italiana.

    LA MAFIA NON ESISTE.
    La “mafia” è la mentalità meridionale, il sostanziale FALLIMENTO dell’unità garibaldina. A causa delle ENORMI differenze etniche, al limite delle differenze razziali, esistenti tra i vari poli della penisola.
    In particolare le popolazioni meridionali non hanno mai pienamente accettato l’unificazione considerando le (sovra)strutture statuali solo come un tramite per ottenere vantaggi economici e legali.
    Ecco perché ci sono laggiù i falsi invalidi, perché l’evasione è endemica di quasi ogni tipo di imposta cominciando dal canone rai.
    Si spiega così perché dei magistrati facciano uscire di galera per cavilli i mafiosi senza che nei loro confronti vengano presi provvedimenti disciplinari (3).
    Il motivo per cui scarseggiano donazioni di sangue e organi.
    PERCHE’ SONO TUTTI D’ACCORDO.
    Nel sud lo stato è una macabra mascherata per FOTTERE i coglioni del Nord.
    E’ così anche per le pensioni.

  • rik

    da decenni i dati dell’INPS sono semprestati forniti in modo contradditorio tanto che ultimamente Sacconi ha dichiarato che i conti sono a posto.Non sono per nulla un tecnico in questo campo,ma certamente lo stato ha sempre attinto apiene mani dalle casse dell’Imps,utilizzando quei soldi versati da ciascuno di noi per lapropria pensione,perc ose completamente estranee a quellafinalita’.Pinera in Cile ,per quanto mi risulta,ha fatto una riforma pensionistica epocale,aumentando le pensioni,riducendo le percentuali di trattenute dei lavoratorie quelle datoriali,molto inferiori alle nostre,permettendo ad ogni persona di andare in pensione a sua discrezione,certamente in base al suo versato.Da noi un condannato all’ergastolo e’ garziato dopo 25 anni di buona condotta,mente chi lavora,e’ obbligato a versare per tutta la vita,senza nessuna opzione.Constatando che piu’ del 70% delle pensioni e’ di 500 Euro al mese,secondo me,essendo la pensione un istituto sociale,ci dovrebbe essere un livellamento che permetta a tutti di vivere decorosamente.Oltre a cio’ ci dovrebbe essere la liberta’ di scegliere il proprio ente pensionistico privato o pubblico che sia, con regole certe ed immodificabili:tanto per dire se avessi versato i miei contributi mutalistici non alla mutua di stato ma ad una azienda privata,avrei avuto un risparmio ed un trattamento molto piu’ profiquo e poi perche’ in altri paesi con pensioni piu’ alte ,il sistema regge?Qualcosa non quadra,come tuto in questo dannato paese.

    • Roberto Porcù

      Ci dovrebbe … ci dovrebbe essere … ma dove vivi ? Pinera ha “potuto” fare la riforma alla quale tutti auspicano e che vorrebbero imitare, perché Pinera faceva parte del governo di Pinoché il quale ai sindacalisti fece fare la fine che meritavano. Tu vuoi farla in Italia ? Non è possibile con una infinità di “promossi di sindacato” a vivere bene all’interno dell’Inps, di enti di previdenza ed ogni dove. Di quel che afferma Sacconi, prendine la decima parte, e butta poi anch’essa. Si fa bello per la pace sociale, ma è un infiltrato all’interno del “governo delle riforme” (e mi vien da ridere). Sacconi è il peggio del peggio ed ha concesso ai sindacati tutto ciò che essi hanno accennato a desiderare. Controlla se in Cile hanno ora gli enti di patronato finanziati dal governo o gli enti bilaterali finanziati dai lavoratori e dagli artigiani. In Italia serve un Pinoché con gli attributi. Nella Roma repubblicana, in caso di grande pericolo, i Consoli nominavano un dittatore con pieni poteri e si facevano da parte. La casta che vive sulle nostre spalle, o non fa nulla per non disturbare (Sacconi fa di più per ingraziare) o strepita affinché Berlusconi si faccia da parte.

  • Fabrizio Dalla Villa

    Da quando ne ho avuto la possibilità, ho iniziato a versare una pensione integrativa al fondo del mio settore, spostando poi anche i soldi che normalmente versavo all’INPS. In pratica, ora verso la pensione completamente al fondo. So che alla fine, quando sarà il momento, dovrà confluire tutto sull’INPS, in quanto unico ente deputato al pagamento delle pensioni. Purtroppo, però, a quanto leggo, le mie tasse comunque servono a ripianare i buchi di quell’ente. Intanto, oltre alle baby pensioni, ci metterei quelle dei parlamentari che, a differenza dei comuni mortali, dopo due anni e mezzo o poco più, percepiscono pensioni di non poco conto. Inoltre ci aggiungerei tutte le false pensioni di invalidità, frutto di accordi mafiosi, di cui beneficiano diverse persone in Italia. Da una parte ci sono medici corrotti che firmano falsi certificati di invalidità, dall’altra c’è il personale dell’INPS, che, invece di effettuare i dovuti controlli, per anni, ha accettato tutto, perfino la carta igienica! E’ mai possibile che non si facciano controlli con gli uffici anagrafe dei comuni, per verificare quanti familiari di deceduti, percepiscano per chi non c’è più, delle pensioni a qualsiasi titolo? E’ mai possibile che non si riesca a fare dei confronti con le ASL e con i comandi di Polizia Locale, per la verifica delle persone in possesso rispettivamente, di un certificato di invalidità o di un contrassegno invalidi? Iniziamo a sistemare queste questioni, sempre che ai nostri politici interessi farlo.

    • Maximus

      I medici corrotti sono all’ 80 % al Sud come risulta dai dati ministeriali ma non possono essere toccati : altrimenti l’ Unità nazionale verrebbe distrutta.

      E poi , ci sono gli Ordini che vigilano !!!!!!

  • Daouda

    Ricordiamoci tutti che i dipendenti pubblici non pagano le tasse.

    saluti

    • macioz

      E’ vero, e aggiungo una spiegazione, altrimenti i dipendenti pubblici non capiscono.
      Non pagano imposte dirette, in quanto, essendo stipendiati dallo stato, si realizza semplicemente una partita di giro. Invece che fare finta di trattenere in busta paga, lo stato potrebbe pagare il netto, a parità di stipendio, ma l’operazione serve a dare l’impressione che anche i dipendenti pubblici paghino le imposte dirette, come i privati. Lo stato non fa altro che aggiustare il lordo in modo che, date le aliquote previste, ne consegua il netto che aveva comunque deciso di pagare.
      In questo modo si può realizzare il capolavoro del surreale, in cui i dipendenti pubblici, che non pagano nulla di imposte, inveiscono scandalizzati contro gli evasori fiscali.
      Restano le imposte indirette, pagate da tutti.

  • Alessio

    “Un pensionato dipendente paga ogni anno, per contributi pensionistici, per quarant’anni circa il 30% della propria paga.

    Quanto fa il 30% di quarant’anni?

    Fa 12 anni.

    Questa è l’autonomia che avrebbe un pensionato che si pagasse DA SOLO la sua pensione. Aggiungi ,(anzi togli) l’inflazione e gli anni diventano dieci.”

    Spero che chi ha fatto questo calcolo non abbia studiato 20 e più anni, altrimenti l’espressione “tempo sprecato” sarebbe un eufemismo.

  • Maximus

    GLI STRANIERI PAGHERANNO LE NOSTRE PENSIONI !

    Questa palla è stata raccontata per anni dai sindacati ed ora ci accorgiamo che , stranieri o non , il sistema è in fallimento.

    ” La vendemmia 2011 è salva grazie ai raccoglitori stranieri ! ”

    Questo è il proclama trionfalistico ripetuto due giorni fa da numerose emittenti televisive italiane.

    Secondo i dati della Coldiretti ben trentamila ( 30.000 )lavoratori stranieri hanno partecipato alla vendemmia.

    Mi resta invece difficile capire perchè affermino che la vendemmia sia stata ” salvata ” dagli stranieri :infatti Domenica 11 Settembre ho aperto il Corriere Della Sera a pagina 27 ed ho trovato la stessa notizia descritta in maniera più precisa.

    Su duecentodiecimila ( 210.000 ) lavoratori stagionali impiegati nella vendemmia solo trentamila ( 30.000 ) erano stranieri , pari al 15 % del totale.

    Alla luce di questi dati sarebbe stato più corretto dire che la vendemmia iatliana ha salvato le finanze di 30.000 stranieri anzichè il contrario.

    La vendemmia 2011 è stata ” salvata ” soprattutto da 180.000 lavoratori italiani che , a quanto pare ,non hanno disdegnato di compiere un lavoro rispettabilissimo che ci vogliono far credere risulti ambito solo dagli stranieri.

  • Maximus

    Che lo stato sia finalmente con l’ acqua alla gola mi sembra evidente.

    Eppure ci sono migliaia e migliaia di LAUREATI che vivono tra le nuvole.

    Mi riferisco a coloro che hanno RISCATTATO gli anni di università pagando all’ INPS decine di migliaia di euro.

    A questi signori io chiedo : compreste le azioni di una ditta che ogni anno , da decenni , chiude i propri bilanci con buchi che variano dai 50 ai 70 miliardi di euro , puntualmente ripianati con la fiscalità generale da uno Stato governato in maggioranza da ladri e mafiosi ?

    Comprereste queste azioni in cambio di un DIVIDENDO che incomincerete ad incassaretra venti o trent’ anni ?

    Certo che no , mi rispondereste.

    Ebbene , riscattando i vostri anni di università è proprio quello che avete fatto.

    La vostra totale imbecillità è inoltre priva di attenuanti : un LAUREATO qualunque , è una persona che ha studiato come minimo 20 anni e , se è un medico , anche di più.

    Ora , che lo Stato italiano riesca a fottere un povero cristo semianalfabeta , io lo posso anche capire ma un laureato no , non posso giustificarlo.

    Non avete visto , in tutti questi anni , quante volte lo Stato si è rimangiato le promesse fatte ?

    Posso anche capire un cittadino che viene OBBLIGATO a versare tasse e contributi.

    Posso capire un cittadino a cui viene effettuato un prelievo forzoso sul proprio conto corrente.

    Ma non posso capire VOI , miei cari laureati del cazzo e sapete perchè ?

    Perchè voi , i vostri soldi li avete letteralmente gettati in bocca a questo stato malefico.

    In un Paese poi , nel quale parlare male dello Stato è SPORT NAZIONALE , secondo solo , forse , al GIOCO DEL CALCIO ?

    Certo , voi avete studiato tanto : avete studiato come un seminarista , AVETE STUDIATO DA DIO SENZA CAPIRE UNA MADONNA !

    Avete letto solo le righe ma non avete mai letto TRA LE RIGHE.

    E poi , mi domando , non vi suona un poco da STATO MAFIOSO il verbo adoperato in tale circostanza ?

    Il verbo RISCATTARE puzza di TERRONE LONTANO UN MIGLIO.

    Nei sequestri di persona , purtroppo , capita talvolta che il sequestrato non venga restituito ai suoi cari.

    Questo mi pare ciò che sta avvenendo.

    Un pensionato dipendente paga ogni anno, per contributi pensionistici, per quarant’anni circa il 30% della propria paga.

    Quanto fa il 30% di quarant’anni?

    Fa 12 anni.

    Questa è l’autonomia che avrebbe un pensionato che si pagasse DA SOLO la sua pensione. Aggiungi ,(anzi togli) l’inflazione e gli anni diventano dieci.

    Ecco perché l’INPS è in rosso SEMPRE.

    Ecco perché continuano a cambiare le regole del gioco a metà partita , spostando sempre l’età pensionabile e alzando le aliquote di questa o quella gestione.

    Anche se tale proposta verrà ritirata io voglio solamente dirvi che VI MERITERESTE DI PRENDERVELO IN CULO anche se, spero che ciò non accada.

    Lo stato fa bene a provare a fottere degli idioti come voi , tanto , se non lo fa lui, lo farà il primo mariuolo che passa per strada .

    Buona giornata , se vi riesce.

    • macioz

      “Ora , che lo Stato italiano riesca a fottere un povero cristo semianalfabeta , io lo posso anche capire ma un laureato no , non posso giustificarlo.”

      Tranne quei 40 o 50 che hanno letto e capito gli austriaci, in Italia sono tutti analfabeti in economia, soprattutto i laureati, tutti proto-keynesiani, bene che vada.

  • Borderline Keroro

    “Le pensioni hanno smesso di essere un problema del governo” : mai state un problema nemmeno da noi. Nel senso che al governo, evidentemente, nun gliene po’ fregà dde meno!

    “spoliticizzando, in questo modo, un importante settore dell’economia” : eh no! Spoliticizzare le pansioni no! Sai in quanti ci fanno la cresta?

    e permettendo agli individui di avere maggiore controllo sulle loro vite : eh ridaje! Ma allora proprio non vuoi capire! La gente non è in grado di decidere da sé e per sé; ci sono bravissimi burocrati e sindacalisti e politici e amici di quelli citati che, soli, sanno decidere cosa vogliono i cittadini. E vero, costano un pochetto e scassano le finanze (oltre che i marroni), però sollevano gli individui dall’incombenza di dover decidere come mettere da parte per la vecchiaia. E, come tu sai bene, il sistema per togliere l’impiccio è semplice, basta fregar loro tutti i soldi ed ecco che per magia non esiste più l’imbarazzo della scelta.

    P.S.: solo un idiota poteva pensare che si andasse avanti con un sistema del genere, tipo schema Ponzi. Non credo di essere stato mai un genio, ma ero bimbo, medie inferiori, quando mi sono reso conto che non poteva reggere. Questione di semplice aritmetica elementare. E di conoscenza di vicina di caa infermiera, e comunista, andata in pensione PRIMA di compiere 30 anni!

  • Roberto Porcù

    Le riforme in Italia non si possono fare perché toccherebbero interessi ben consolidati. Gli sprechi non si possono eliminare perché non sono sprechi, ma fonte di reddito per una pletora di clientes.
    Di Josè Piñera si fa un gran parlar bene, ma non bisogna dimenticare che l’economista entrò nel governo di Augusto Pinochet e solo così potè agire.
    L’Italia sta sprofondando e non c’è riforma strutturale che sia attuabile senza ledere interessi costituiti.
    In casi di simile gravità, i Consoli nominavano un Dittatore e si facevano poi da parte.
    Il merito della riforma di Piñera e del Cile di oggi, è di Pinochet, l’odiato Pinochet, e questo non è da dimenticare.
    In Italia non serve una riforma del sistema pensionistico, ma un dittatore che senza andare troppo per il sottile, elimini fisicamente tutti i parassiti e reimposti la vita pubblica.
    Altre soluzioni sono soluzioni camaleontiche per tirar avanti.

  • Maciknight

    Aggiungo solo un particolare a quanto scritto, con specifico riferimento al paese Italia. Che un tale perverso sistema ha creato sperequazioni indegne di un paese civile, quali ad esempio il fatto che si stiano godendo la pensione da una trentina d’anni ex dipendenti pubblici che hanno versato contributi solo una quindicina di anni e sono andati in pensione a meno di 40 anni, mentre lavoratori autonomi che hanno versato il doppio di contributi andranno in pensione oltre i 65 prendendo meno della metà come pensione e godendosela una decina d’anni se andrà bene … alla lunga spero che quelli troppo penalizzati si incazzino e reagiscano

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