In Anti & Politica, Economia

DI GIUSEPPE SANDRO MELA*

Richiede davvero molto coraggio porsi una domanda del genere in un paese di guappi presuntuosi e saccenti, proni all’auto-adulazione, tesi a credere che sia vero ciò che a loro piacerebbe che lo fosse.

Tuttavia la realtà é quello che é, ben fondata su fatti e non su roboanti parole auto-incensanti.

Il World Economic Forum ha presentano la classica graduatoria dei paesi per competitività, ed il Bel Paese ne esce massacrato.

Quarantaduesimo posto nella graduatoria, preceduti da Panama, Portorico, Malesia e Thailandia.

Ne emerge un’Europa nettamente dicotomizzata, con ben  dieci paesi nordici nella top-ten, mentre i paesi mediterranei, quelli meridionali per intenderci, precipitati in fondo alla classifica. Il Portogallo si attesta in 49vesima posizione e la Gracia nella 96esima. La Spagna surclassa l’Italia attestandosi a quota 36. La Spagna! Avete letto bene.

Questi alcuni dei punti deboli che sconsigliano fortemente di investire in Italia:

  – pressione fiscale;

  – inefficienza della burocrazia;

  – corruzione;

  – criminalità organizzata;

  – sistema giudiziario, «che spesso appare poco indipendente».

Non crederei necessario fare ulteriori commenti: tanto chi vuole capire lo aveva già capito benissimo da solo, con gli altri sarebbero tempo e fatica buttati al vento.

Devo tuttavia ringraziare il comportamento dei miei concittadini, che mi ha permesso di comprendere a fondo una cosa che per decenni mi era sempre rimasta incomprensibile.

La parabola del figliol prodigo, che decise di tornare dal Padre solo quando, dopo avere sperperato ogni suo avere in banchetti e prostitute, si era ridotto a fare il guardiano dei porci, invidiandoli perché a loro erano date in pasto delle carrube a lui negate. Solo la più orrida delle miserie e la fame più contorcente lo obbligarono a prendere atto della realtà.

Ammetto che per decenni mi era sembrato incredibile che si potesse essere fessi al punto tale da non accorgersi per tempo che si stavano per esaurire tutte le risorse. Così come mi pareva impossibile che la mente umana capisse solo le cannonate.

Ed invece è proprio così. La società che si era autoproclamata “dei lumi” aveva l’intelligenza di un anfiosso sorretta da una superbia luciferina.

É quello che oramai si intravede per il nostro Bel Paese, che continua imperterrito a dilapidare risorse nel tentativo impossibile di mantenere welfare state e “diritti precostituiti” sempre più fatiscenti e tesi solo a cercare di preservare  una serie di privilegi di caste che avrebbero fatto semplicemente schifo anche al più medievale dei medievali. Loro almeno, ricordate le Città-Stato dell’alta Italia, ebbero il coraggio fisico di regolare la partita a Legnano.

Quindi, mettiamoci l’anima in pace. Solo la totale dilapidazione delle scorte porterà alla semplice impossibilità di mantenere, di finanziare, welfare state e “diritti precostituiti“, che scompariranno nei cascami della storia.

Quale immane catastrofe per nulla! E per colpa di pochi scotennati e di un popolo di pecoroni!

 

*Link all’originale: http://www.rischiocalcolato.it/2013/01/world-economic-forum-tra-dieci-anni-esistera-ancora-litalia-sembrerebbe-proprio-di-no.html

 

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Showing 7 comments
  • GeertWilders4president

    Per il titolo: In che senso? Se esiste la solamia (stato fallito per eccellenza) esisterà anche l’italia, passata dal terzo al quarto mondo, ma sempre italia si chiamerà.

  • Nicola

    Avete letto “La Rivolta di Atlante”, vero?
    La soluzione non è così distante…

  • iano

    A scrivere parole davanti a un display,siamo tutti forti e coraggiosi.Ma quando ci troviamo davanti la Polizia in antisommossa e manganello….cominciamo a scappare come lepri !!! I questo paese da sempre prevale la legge del mare,”il pesce grosso mangia il pesce piccolo”.e i pesci non parlano,muovono solo la bocca !!!!!

  • libertyfighter

    Quoto totalmente Fabio

  • Albert Nextein

    Dell’italia così com’è attualmente non me ne può fregare di meno.
    Può saltare e dichiarare default anche domani.

    E’ talmente marcia e compromessa che ritengo sia irrecuperabile.

    Non mi preoccupo se esisterà o meno tra uno o venti anni.
    L’importante che se ci sarò io, e in quali condizioni.
    E’ evidente che se le cose dovessero andar avanti come attualmente io dovrò uscire, armi e bagagli, da italia e da europa.
    In italia solo per vacanze sulle dolomiti tirolesi.

  • Sigismondo di Treviri

    Ci sarà ancora l’Italia tra dieci anni? Si e ci saranno anche gli italiani. Molto più poveri, molto più cretini, molto più ignoranti e molto più schiavi. La burocrazia non funzionerà più, la sanità pubblica nemmeno, la scuola idem e stessa cosa per l’Università. Saremo sorpassati anche dall’Albania e ci faranno credere che la colpa è la nostra perchè siamo un popolo di evasori fiscali. Qualcuno non gli crederà, ma la stragrande maggioranza si. Come si dice in certe parti: cornuti e mazziati.

  • Fabio

    obiezioni al volo:
    ‘inefficienza della burocrazia’ è una menzogna bella e buona, una leggenda metropolitana! Non è che non funziona o potrebbe funzionare meglio, è che è fatta PROPRIO per funzionare in questo modo e, nell’ottica in cui è davvero pensata (non per gli idioti ed illusi o lobotomizzati dalla retorica pubblicistica), funziona benissimo!
    Per i cazzi loro è assolutamente efficace ed efficiente! I risultati sono davvero quelli che s’erano prefigurati.
    Quelli che per altri (invidiosi e malelingue) sono ritardi insuccessi sprechi o fiaschi, sono in realtà clamorosi successi vittorie traguardi e vette raggiunte.

    ‘corruzione’ mi sembra di sentirli i boiardi di stato maledetti: “Ma non facciamola tanto lunga. Se imbocchi l’autostrada non paghi il pedaggio? Se prendi il treno non paghi in biglietto? Per fare affari in casa di qualcuno è giusto pagare, o no? “
    Visto che la mafia di governo -anche detta casta- considera lo stivale COSA LORO vedono come naturale pagare un obolo per l’ingresso (pizzo, bustarella) … ma che dico naturale… GIUSTO!

    ‘criminalità organizzata’ è semplicemente un settore dello stato che bisticcia con gli altri. Chiamano pizzo quello che altri chiamano tasse, ma il succo è lo stesso: in tanti vogliono i soldi dei sudditi e se li litigano a strattoni.

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