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1407250126_14d5c66932_bDI BORIS PAVLISCEV*

Si può creare una pistola da un semplice chiodo e 15 componenti di plastica, stampati con una stampante 3D. Spara pallottole vere calibro .380 (point 380). Specialisti rilevano la minaccia potenziale dell’arma “stampata”, anche se non in una prospettiva non troppo vicina.

Per ora Cody Wilson, uno studente del Texas, creatore di questa pistola, non ha molti seguaci. Loro hanno un po’ di paura del proprio “giocattolo”, perciò non sparano impugnando una pistola, ma da un treppiedi, tirando una cordicella.

I file con disegni tecnici di quest’arma all’inizio di maggio ha caricato su Internet Defense Distributed – la società fondata da Wilson. Poco tempo dopo su richiesta delle autorità degli USA l’accesso ai file è stato bloccato, ma più di cento mila di utenti hanno fatto in tempo a scaricarli i di trasferirli su altre piattaforme. Il “prodotto” consiste di soli 16 componenti. Il chiodo a parte, altri 15 componenti stampa la stampante 3D. In altre parole, è una macchina utensile automatica, che fonde un articolo di plastica in base al file con disegno caricato sul sito. Wilson non nasconde che il suo scopo era creare un’arma che potrebbe essere clonata su una stampante da chiunque.

Risulta che ora comparirà un’enorme quantità di armi fuori controllo, perché chiunque con accesso a una stampante può stampare per sé una pistola. Maxim Popenker, storico di armi e creatore di un sito sulle armi ne dubita:

Per ora non può comparire un’enorme quantità in virtù della rarità e costi esorbitanti delle stampanti 3D. La più economica costa circa tre mila dollari. Per questa somma al mercato nero si può acquistare un’arma vera. In alternativa per una cifra molto inferiore si può costruire una pistola fai-da-te con mezzi di fortuna, con l’aiuto di una lima e il minimo set di attrezzi.

L’inventore ha dato alla sua creatura il nome «Liberator». Durante la Seconda guerra mondiale così venivano chiamate primitive pistole a colpo singolo, che gli USA intendevano lanciare dagli aerei nei campi di concentramento tedeschi in modo da dare la possibilità ai detenuti di liberare se stessi. Quel piano è fallito, ma il nome preso in prestito non è una semplice coincidenza: Wilson involontariamente destina il suo articolo ai suoi compagni di fede –anarchici di sinistra radicale. Potranno usare la sua arma oltranzisti, oppure ribelli, terroristi? Maxim Popenker lo ammette:

Potranno. Bisogna rendersi conto però che una pistola è a colpo singolo –uno sparo e basta. Dopodiché ti rimane nelle mani un pezzo di plastica. Un gesto simile può essere compiuto soltanto da un killer-kamikaze: avvicinare il bersaglio sparargli a bruciapelo e dopo sia quel che sia.

Ci sarà sempre gente che s’interessi delle armi che non sono rilevabili da scanner, aggiunge il vice caporedattore internet-media “Ezhednevnyj zhurnal” ed esperto militare Alexander Golz.

Questa pistola serve a gruppi di persone, a coloro cui è vietato il possesso delle armi, ad esempio negli USA sono i pregiudicati. Oppure a coloro che vogliono portare le armi, laddove è vietato portarle.

Nello stesso tempo gli esperti rilevano che l’attuale rumore attorno alle pistole “stampate” è alquanto esagerato. Per ora quest’arma non rappresenta alcuna minaccia reale. Stampanti 3D per ora sono una rarità, anche in Russia. Ciononostante spuntano le società che si incaricano di fondere articoli tridimensionali su ordinazione. Inoltre le stampanti stanno diventando “intelligenti” e funzionano non soltanto con plastica, ma anche con metalli. Non è da escludere che le armi “stampate” possano farsi risentire. Tanto più che anche Wilson non rimane fermo. Ha già fuso in plastica un caricatore per il fucile d’assalto AK-47.

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