In Economia, Esteri

jdi SIMON WILSON*

Nella determinazione delle colpe per la crisi del debito del governo greco, sarebbe difficile non addossare la quota maggiore alla stessa Grecia. Con gli impieghi presso il governo pagati tre volte la media del settore privato, un servizio ferroviario nazionale con una legge salariale quattro volte superiore il suo reddito annuale, un sistema pensionistico pubblico che paga benefici generosi a qualsiasi cinquantenne classificato come lavoratore in “logoranti” professioni come il parrucchiere, nella società greca non c’è dilagante generosità che non sia finanziata dai contribuenti.

A questo punto però, sezionare il fallimento della Grecia nel vivere con i propri mezzi, non è solo futile (al di là dell’osservazione provata nel tempo che la gente fa qualcosa per niente) ma la rende anche illeggibile circa i veri contorni morali della crisi. Inoltre, offusca la nostra comprensione di una cruciale verità fondamentale non solo per il futuro dei greci, ma di tutti i popoli: il debito pubblico non è come il debito privato….

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